Esplode sui social network la bile di taluni frontalieri per il njet al salario minimo con cui contavano di farsi gli attributi di platino
Qui c’è gente, in arrivo dalla vicina Penisola, che sputa nel piatto dove mangia: cari signori e signore, se la Svizzera e gli Svizzeri vi fanno così schifo, tornate nel vostro bel Paese e non varcate mai più il nostro confine!
Nei giorni scorsi, dopo la votazione sul salario minimo che ha asfaltato la $inistra (la quale peraltro ha di recente perso anche la votazione sull’1:12) si sono moltiplicate le prese di posizione anti-svizzere da parte di frontalieri.
In rete ne è comparso un campionario ampio ed illuminante (vedi immagine). Si va “da svizzeri di merda” a “totalmente inutili”; da “emeriti andicappati” a “vi porteremo via il lavoro”. Se le coscienze ticinesi non si risvegliano ora, vuol dire che sono proprio entrate in coma vegetativo.
Il motivo dell’ira funesta dei frontalieri contro gli Svizzeri?
L’affossamento, da parte nostra, del salario minimo più alto del mondo, le cui controindicazioni erano palesi. Abbassamento della paga di riferimento verso quella minima, impossibilità per i giovani al primo impiego di trovare un’occupazione, tante piccole aziende a rischio di chiusura, aumento dei prezzi, crescita del lavoro nero: sarebbero state solo alcune delle conseguenze del salario minimo proposto dai kompagni ed impallinato dai votanti.
Questi rischi, ai cittadini svizzeri e ticinesi erano ben chiari. Ed infatti il responso delle urne, che ha segnato per la $inistra ed i $indakati una disfatta disastrosa, parla da sé. Ma ai votanti era chiara anche un’altra cosa: che il salario minimo sarebbe stato un indebito regalo ai frontalieri. Una coppia di frontalieri avrebbe guadagnato 8000 Fr al mese; questo quando due anziani ticinesi con la complementare devono accontentarsi di meno della metà.
Regalo mancato
Non c’è bisogno di disquisire a lungo su come avrebbe indebitamente avvantaggiato i frontalieri un esito positivo della votazione sul salario minimo. Tanto più che i frontalieri già pagano molte meno tasse dei cittadini italiani che lavorano in Italia, e questo a seguito della nota Convenzione del 1974.
Quello che avrebbero potuto portare a casa se il salario minimo fosse passato era dunque ben chiaro ai frontalieri. Ai pochi che ancora non fossero edotti, ha provveduto la stampa italiana della fascia di confine a chiarire le idee con le solite immagini dell’Eldorado elvetico.
Chiaro che, con il salario minimo della $inistra, l’assalto da sud al nostro mercato del lavoro avrebbe conosciuto un’ulteriore impennata.
A spese degli svizzerotti?
Dalle reazioni sui social network appare evidente che tra i frontalieri c’era chi già contava di migliorare ancora il proprio tenore di vita grazie agli svizzerotti fessi. Chi ha coltivato aspettative di questo tipo è però rimasto deluso.
La delusione di chi, in arrivo da oltreconfine, incautamente credeva di farsi gli attributi di platino con l’iniziativa dei kompagni (suoi paladini) è comprensibile. Assolutamente intollerabile, però, è riempire la “rete” di affermazioni come quelle circolate negli scorsi giorni. Esternazioni vergognose, che hanno suscitato la giusta indignazione di molti ticinesi.
E’ infatti palese che c’è gente che mangia grazie alla devastante libera circolazione delle persone con la Svizzera (col Ticino) ma ciononostante si permette di considerarci degli “inutili svizzeri di merda”.
Chi se ne esce con simili affermazioni meriterebbe una bella denuncia per razzismo, e pure la revoca del permesso G.
Purtroppo sappiamo bene che almeno la seconda sanzione non arriverà mai: ci sono infatti pregiudicati per rapina cui il Tribunale federale ha confermato lo statuto di frontaliere. Complimenti.
L’avessimo detto noi…
E’ chiaro che, se un ticinese si permettesse di insultare uno straniero con modalità come quelle utilizzate da taluni frontalieri nel commentare l’esito della votazione sul salario minimo, si beccherebbe una denuncia penale per razzismo e non solo.
Soprattutto, la $inistra moralista a senso unico e spalancatrice di frontiere si metterebbe a starnazzare al “razzismo” e alla “xenofobia”. Invece, sugli insulti ai ticinesi, è il solito silenzio di tomba. Evidentemente farsi trattare da “svizzeri di merda, totalmente inutili” risponde ai canoni del multikulturalismo politikamente korretto.
Noi a farci insultare da chi porta a casa la pagnotta grazie al Ticino non ci stiamo: per questi signori e signore che vomitano bile nel piatto dove mangiano ci vuole un bel procedimento penale. Così magari la prossima volta, prima di pubblicare certi apprezzamenti, si assicureranno di aver collegato il cervello.
Questi indegni episodi confermano una volta di più l’esigenza di introdurre SUBITO i contingenti per frontalieri e padroncini plebiscitati dal popolo ticinese il 9 febbraio. E anche di piazzare quotidianamente dei radar in prossimità delle dogane.
Lorenzo Quadri