Il sindacato UNIA, che detta la linea del P$$, ha fatto il suo verso sugli asilanti, tramite la sua Commissione per la migrazione (uella).

Il catalogo delle pretese dei kompagni di UNIA è, come c’era da attendersi, allucinante (facciamo copia-incolla dalle notizie di agenzia): reintrodurre le domande d’asilo nelle ambasciate svizzere; aumentare rapidamente i contingenti per i gruppi di rifugiati vulnerabili; sostenere finanziariamente e in modo generoso l’accoglienza di rifugiati siriani nei Paesi confinanti e dichiararsi pronti ad accogliere immediatamente in Svizzera il 10% dei migranti salvati”. Apperò!

Ricordiamo che il $indakato UNIA finanziò una megalomane campagna (anche in Ticino) contro l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, venendo asfaltato dalle urne. La finanziò, ovviamente, anche con i soldi degli affiliati ticinesi. Quelli che, per colpa della devastante libera circolazione delle persone senza limiti, si sorbiscono il dumping salariale e vengono soppiantati da frontalieri. Ecco come i loro rappresentanti li difendono!

Contro il voto popolare

Ieri i kompagni di UNIA – che comandano in casa $ocialista – se ne sono usciti con il festival delle sciocchezze sull’asilo.

La possibilità di presentare domande d’asilo in ambasciata, possibilità che peraltro solo gli svizzerotti concedevano, è stata cancellata, ed era d’accordo perfino Simonetta Sommaruga, nell’ultima revisione della Legge sull’asilo. La $inistra lanciò il referendum ma PERSE in votazione popolare nel giugno 2013.

Come da copione: i kompagni vorrebbero ancora una volta annullare un voto popolare a loro sgradito. Proprio la stessa cosa che vorrebbero fare con il 9 febbraio. Ma allora è un’abitudine!

Attingere dalle proprie casse

Quanto ai “generosi sostegni finanziari ai paesi confinanti con la Siria”, è evidente che UNIA è libera di attingere, all’uopo, dalle proprie casse. Non certo dalle tasche del contribuente. Pare infatti che UNIA disponga di un patrimonio di 300 milioni di Fr. Lo ha scritto mesi fa la Weltwoche. Dai diretti interessati non sono mai giunte smentite né rettifiche. Ohibò, ma allora quando si tratta di tutelare le proprie farcite saccocce, anche a $inistra si apprezza la deprecabile discrezione bancaria!

10% di cosa?

Non poteva mancare l’esortazione, assolutamente irresponsabile, ad accogliere il 10% dei migranti tratti in salvo.

Capito i kompagni con i piedi al caldo grazie alle quote pagate dagli affiliati (quanti frontalieri?)? La piccola Svizzera dovrebbe farsi carico del 10% dei migranti del Mediterraneo! Avanti, tutti dentro! Gli svizzerotti fessi vi mantengono dal primo all’ultimo! Vi danno soldi e casa!

Da notare che una simile proposta non starebbe né in cielo né in terra nemmeno se – come sognano i kompagni di UNIA – fossimo membri della fallimentare unione europea. Quest’ultima ha infatti 500 milioni di abitanti. La Svizzera ne ha otto milioni. Sicché dovremmo semmai accogliere poco più dell’1%. Ma i kompagni ne vogliono 10 volte di più.

Fanfaronate irresponsabili

Al di là di questo, la Svizzera in materia di accoglienza di asilanti fa già più di tutti gli altri. Le sciagurate esternazioni di UNIA, che fanno il paio con le fanfaronate dell’ex strapagata funzionarietta federale Huber Hotz (vedi articolo a pag. 3) servono solo ad incoraggiare l’immigrazione di massa dall’Africa all’Europa: fanno quindi gli interessi degli scafisti. Ovvero di criminali senza scrupoli, direttamente connessi con i terroristi islamici. Queste esternazioni invogliano i migranti a rischiare la vita sulle carrette del mare. Kompagni di UNIA, è ora di darci un taglio alle ipocrisie buoniste da tre e una cicca in nome delle frontiere spalancate. Voi, e quelli che lanciano inviti scriteriati analoghi (in prima linea i vostri amichetti nella vicina Penisola) portate pesanti responsabilità per le morti in mare.

Lorenzo Quadri