La Conferenza cantonale del P$ rimette il campanile, pardon minareto, al centro del villaggio

Smentita ufficialmente, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, l’improvvisa “conversione” all’euroscetticismo. Era una semplice tentativo di raggirare gli elettori

 

Tanto tuonò che non piovve. La Conferenza cantonale del P$ (evidentemente a sinistra il numero di gremi è inversamente proporzionale a quello dei voti raccolti) ha tranquillizzato tutti. Il Partito $ocialista ticinese resta un partito europeista, spalancatore di frontiere, fautore della devastante libera circolazione delle persone.

La rassicurante comunicazione è giunta dalla Conferenza cantonale del partito, consumatasi domenica in una sala semideserta del Liceo Lugano 2 a Savosa.

 

Non c’erano dubbi

Non che ci fossero dubbi sul fatto che il P$ fosse un partito spalancatore di frontiere. Per anni ha accusato gli oppositori di un simile sfacelo di populismo, razzismo e pure fascismo (tanto per non farsi mancare niente). Per non parlare della velenosa campagna contro il 9 febbraio. O degli squallidi tentativi di sabotare il “maledetto voto”. O ancora delle allocuzioni ufficiali del primo agosto (altro che posizione personale!) in cui l’allora presidente del governo ticinese Bertoli prendeva a pesci in faccia il 70% dei suoi concittadini dichiarando che “bisogna rivotare”. E come la mettiamo con la partecipazione “di massa” a comitati finanziati dal miliardario residente negli USA (dove paga le tasse costui, se le paga?) che hanno l’obiettivo di cancellare la macchia dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” da un curricolo elvetico finora contraddistinto da incondizionata e servile sottomissione ai funzionarietti di Bruxelles?

 

Razzisti e fascisti

I kompagni hanno pure organizzato manifestazioni contro la Lega ed il Mattino, ampiamente pubblicizzate e pompate dalla televisione di servizio. Invano, visto che poi le operazioni si sono sempre risolte in clamorosi flop. Il pretesto politikamente korretto del “Mattino maleducato” è una patetica foglia di fico. Di quelle che fanno ridere i polli. Le pubblicazioni di $inistra fanno larghissimo uso di attacchi personali calunniosi, volgari e razzisti contro gli avversari (specie se leghisti). Non  disdegnano neppure gli insulti ai morti. E i moralisti a senso unico non fanno un cip. Lo hanno capito anche i paracarri: non è una questione di linguaggio. La $inistra vuole denigrare l’antieuropeismo in quanto tale, facendolo diventare automaticamente “razzista e fascista”. Ovvero: o sei d’accordo di spalancare le frontiere, o sei spregevole per definizione. Un atteggiamento ben dimostrato dall’ultimo deplorevole comunicato P$: uno sproloquio che accusa i Ticinesi di essere “gretti” perché vogliono chiudere le frontiere per frenare l’invasione di clandestini – come peraltro sta facendo anche la Francia con un governo, ohibò, di $inistra.

 

Tempi sospetti

E’ evidente che questa linea, portata avanti per anni, non poteva certo cambiare dalla sera alla mattina. E per di più in tempi estremamente sospetti: dopo una trombatura elettorale (19 aprile) e in vista delle elezioni federali di ottobre.

Far credere, come sperava  qualcuno, che il P$ si fosse rifatto una verginità virando “improvvisamente” verso l’euroscetticismo è solo una mossa di propaganda elettorale. E non avrebbe potuto essere più goffa. Per rinfrescare la memoria a chi se lo fosse dimenticato, vale la pena ricordare che nel programma del P$  figurano l’adesione all’Unione europea, l’abolizione dell’esercito ed anche il “superamento del capitalismo”.  L’ultimo punto  è davvero da barzelletta. Basti pensare all’alta concentrazione di milionari “ottimizzatori fiscali” – fossero di destra sarebbero “ladri” – che si trova tra gli alti papaveri $ocialisti.

 

Chiarito per direttissima

Che il P$ non fosse diventato euroscettico o contrario alla libera circolazione delle persone era, come detto, evidente. Ringraziamo tuttavia la conferenza cantonale $ocialista tenutasi la scorsa domenica per averlo chiarito in prima persona. Il partito vuole le frontiere spalancate. Il partito vuole la devastante libera circolazione delle persone. E non ci si venga a raccontare la storiella delle misure accompagnatorie. Abbiamo visto che fine fanno: affossate dal Consiglio federale (e non ci risulta che i due kompagni ivi sedenti si siano tirati giù la pelle di dosso per impedirlo). Ed inoltre queste misure rappresentano dei piccoli rattoppi. Non certo la soluzione allo sfacelo di un mercato del lavoro devastato dalla libera circolazione delle persone. Devastato al punto che pare essersene accorta perfino la SECO nel suo ultimo rapporto; ed è tutto dire.

 

Le utopie

Il P$ vuole dunque le frontiere spalancate. Di conseguenza, esternazioni in senso contrario di taluni suoi esponenti erano e sono semplici fanfaronate elettorali. In altre parole: un tentativo di turlupinare i ticinesi. Tentativo abortito.

E perché il P$ vuole le frontiere spalancate? Illuminante al proposito la dichiarazione, sempre alla conferenza cantonale di domenica a Savosa, del kompagno già Consigliere di Stato Pietro Martinelli: “L’Europa è l’ultima delle nostre utopie”. Ah beh. Ognuno ha le utopie che si merita. Ma aspettarsi di sacrificare il mercato del lavoro dei ticinesi, oltre che la loro sicurezza, a simili “utopie” senza venire poi sistematicamente asfaltati dalle urne, questo sì che è “utopico”.

Lorenzo Quadri