La miopia di politikamente korretta sembra proprio non conoscere limiti. La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ha infatti respinto, per 10 voti ad 1 (!) un’iniziativa parlamentare che chiede di inserire nella Costituzione federale il divieto di burqa. In sostanza, si tratta di estendere a livello nazionale quando votato dal popolo ticinese (e a cui è stata finalmente data una legge d’applicazione).
Questa posizione all’insegna del multikulti (completamente fallito) non stupisce da parte della Camera alta. Basti pensare che 40 senatori su 46, quindi tutti tranne gli esponenti Udc, hanno sottoscritto un appello contro l’iniziativa d’attuazione per l’espulsione dei delinquenti stranieri, su cui voteremo il prossimo 28 febbraio.

Un non-problema?
Secondo 10 senatori su 11, dunque, il velo integrale “non è un problema”. Evidentemente non si sono ancora accorti che burqa e niqab non sono solo dei pezzi di stoffa. Dietro al divieto di portare un simile abbigliamento, che contravviene – lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’Uomo, quindi non un gremio di leghisti populisti e razzisti – alle più basilari regole di convivenza occidentali, c’è una precisa scelta. Che è poi una necessità: imporre agli immigrati provenienti da altre culture il rispetto delle regole di vita occidentali. Altrimenti saranno loro ad imporre le proprie, in casa nostra. Del resto è proprio quello che sta accadendo, grazie all’applicazione di un fallimentare concetto di multiculturalismo.

Il Prof. Sartori
Ecco cosa dice al proposito il professor Giovanni Sartori in un’intervista recentemente pubblicata sul quotidiano italiano “Il Giornale”. “Cos’è il multiculturalismo? Cosa significa? Il multiculturalismo non esiste. La sinistra che brandisce la parola multiculturalismo non sa cosa sia l’Islam, fa discorsi da ignoranti (…) La sinistra è vergognosa. Non ha il coraggio di affrontare il problema. Ha perso la sua ideologia e per fare la sua bella figura progressista si aggrappa alla causa deleteria delle porte aperte a tutti (…)”. Il professor Sartori non è un “becero leghista”. E’ uno dei massimi esperti di scienze politiche a livello internazionale. Uno studioso che ha insegnato nelle più importanti università. I nostrani intellettualini rossi da tre e una cicca – quelli che pensano di poter imporre la politica delle frontiere spalancate al popolino impressionandolo a suon di ricatti morali (o sei con noi, o sei un razzista e un fascista), quelli che la radioTV di Stato, finanziata col canone più caro d’Europa, slinguazza senza ritegno – non reggono minimamente il paragono.

Stizza isterica
Allucinante è che la politica svizzera, anche ai livelli più alti (in senso gerarchico, non certo qualitativo) rifiuta di vedere l’evidenza. L’evidenza è l’arrivo in massa, grazie ai paladini dell’immigrazione illegale, di finti rifugiati: giovani uomini soli che non scappano da alcun paese in guerra e che non si sognano di rispettare le regole dei paesi in cui pretendono di installarsi. Non rispettano le regole e nemmeno, come si è ben visto a Colonia, le donne occidentali. Ma, in nome dell’accoglienza masochista e del multikulti – quegli stessi principi in base ai quali si rifiuta scandalizzati il divieto di burqa – invece di chiudere i confini, si stendono tappeti rossi. Anche solo pensare di limitare la libertà di movimento di questi immigrati illegali è tabù. La stizza isterica con cui alcune parlamentari della $inistruccia cantonticinese hanno respinto la proposta del Guastafeste Ghiringhelli di obbligare i giovani finti asilanti maschi a rimanere nei centri d’accoglienza il venerdì ed il sabato sera, questo per evitare che molestino le donne nei luoghi pubblici, la dice lunga. Purtroppo per noi.

Se fossero europei…
Se ci fossero in giro dei gruppi di giovinastri europei che aggrediscono le richiedenti l’asilo, le signore della $inistra multikulti e spalancatrice di frontiere sarebbero già in piazza a pretendere a gran voce sanzioni esemplari. Visto che invece sono degli asilanti ad aggredire le donne europee, allora ecco che le signore in questione inveiscono non già contro i molestatori, ma contro chi vuole impedire le molestie, e lanciano accuse di “vergognosa strumentalizzazione”. Siamo proprio messi male!

Delle due, l’una
Eh già. Difendere il nostro modello di società è strumentale (oltre che razzista e fascista). Vietare il burqa è strumentale. Combattere l’immigrazione scriteriata di molestatori seriali è strumentale. Intanto il Giappone, ma guarda un po’, nel 2015 ha respinto il 99% delle richieste d’asilo: in totale ha accolto 27 asilanti in un anno. Sicché, delle due l’una. O ci diamo una mossa e cominciamo a difenderci, oppure ci lasciamo invadere (prima) e sottomettere (poi) in nome del politikamente korretto. Ma se la via scelta è la seconda, si abbia almeno la decenza di dirlo chiaramente. Di dire pane al pane e vino al vino. Non si tenti di imbellettare la semplice vigliaccheria con definizioni “à la page” che non ingannano più nessuno. Perché nella storia non si è mai vista una migrazione di popoli che fosse pacifica, e nemmeno una società libera che spalanca le porte all’invasione e denigra chi vuole difendersi.
Lorenzo Quadri