La partitocrazia ha respinto all’unanimità una mozione a favore del Primo pilastro
Il triciclo PLR-PPD-P$$ smania per firmare lo sconcio accordo quadro istituzionale, quello che ci ridurrà ad una colonia dell’UE: Bruxelles ci detterà le leggi che i giudici stranieri (della corte europea di giustizia) applicheranno in casa nostra. Alla faccia della nostra sovranità, della nostra indipendenza, nonché dei diritti popolari e del federalismo. Alla faccia dell’essenza stessa della Svizzera.
Naturalmente la decisione sul tema è stata rinviata a dopo le elezioni federali. E adesso i politicanti del triciclo, onde evitare di perdere la cadrega, fingono di sollevare obiezioni. Ma lo fanno su questioni di contorno. Come ad esempio la questione delle misure accompagnatorie, o quella dei sussidi statali che Bruxelles vorrebbe vietare in quanto “distorsioni della concorrenza” mentre nel mercato europeo devono vigere “regole omogenee”. Intendiamoci, la protezione dei salari ed il mantenimento della nostra politica autonoma e federalista in campo di aiuti pubblici a determinate attività sono questioni importanti. Ma non costituiscono il nucleo dell’accordo quadro. Il nucleo sono infatti la ripresa automatica del diritto UE ed i giudici stranieri. E questo nucleo, che nella partitocrazia NESSUNO mette in discussione perché TUTTI accettano, è assolutamente improponibile. Quindi, l’accordo quadro va respinto a prescindere!
Invece il triciclo aspetta solo che siano trascorse le elezioni per poi dire sì al trattato coloniale. Il PLR – agli ordini di Economiesuisse, ovvero del club dei manager stranieri delle multinazionali – l’ha peraltro definito “l’accordo della ragione (!), da firmare subito”.
“Disuguaglianze”?
Stesso discorso vale per il regalo da 1.3 miliardi all’UE, il famigerato “contributo di coesione” che con la coesione, però, non c’entra un tubo. Questo sarebbe, tra l’altro, il secondo pizzo che paghiamo all’Unione europea. La quale, per tutto ringraziamento, ci ricatta (perché vuole farci firmare l’accordo quadro che le permetterebbe di comandare in casa nostra).
Già in occasione del primo pizzo all’UE ci era stato raccontato che esso serviva ad attenuare le disuguaglianze tra gli Stati membri (ohibò, si tratta forse di un nostro problema?) e che quindi avrebbe contribuito a ridurre l’immigrazione verso la Svizzera. Balla plateale, come i fatti hanno immancabilmente dimostrato. Eppure adesso arriva il secondo versamento.
Da notare che nei mesi scorsi il triciclo, per salvare la faccia, aveva detto che la marchetta da 1.3 miliardi sarebbe stata versata solo a patto che l’UE non ci discriminasse. La discriminazione è arrivata puntuale (ricattino sull’equivalenza borsistica, sempre mirata a costringerci a firmare il trattato coloniale). Eppure, invece di mantenere la promessa e di azzerare il versamento, il triciclo ha rinviato la discussione sul mega-pizzo. Lo ha fatto inventandosi la fregnaccia che ci sarebbero ancora dei punti da chiarire. Certo, come no!
Il gran rifiuto
La dimostrazione della granitica volontà della partitocrazia di versare il contributo di coesione è puntualmente arrivata nei giorni scorsi.
In Consiglio nazionale triciclo ha infatti respinto compatto, all’unanimità, compresi ovviamente gli esponenti ticinesi, una mozione che chiedeva di versare gli 1.3 miliardi nelle casse dell’AVS.I “pallini” verdi nella foto del tabellone di voto, che sono i Sì alla mozione, provengono unicamente dai parlamentari di Udc e Lega. Tutto il resto dell’emiciclo… profondo rosso!
Di destinare i soldi del contribuente al primo pilastro invece di regalarli ai balivi di Bruxelles, la casta euroturbo non vuole nemmeno sentir parlare! Ecco come il triciclo PLR-PPD-P$$ difende i cittadini!
#votalegaoiltriciclotifrega
Lorenzo Quadri