Le fake news su più sicurezza e meno inquinamento sono già state smontate vent’anni fa

Ancora una volta le città di $inistra vogliono rottamare la volontà popolare sgradita, con la complicità del Dipartimento ex Simonetta

I kompagni ro$$overdi ed i loro reggicoda del sedicente “centro”  (ormai tragicamente franato a $inistra) tentano di nuovo di rottamare la volontà popolare. Il tutto con la fattiva collaborazione del DATEC, ovvero il Dipartimento ex Simonetta.

In periodo natalizio l’Unione delle città svizzere (le quali hanno esecutivi a maggioranza ro$$overde) ha prodotto l’ennesima pensata  volta a mazzuolare gli automobilisti.

Le città svizzere sognano infatti di introdurre il limite generalizzato di 30 km/h sulle strade. Ciò  contraddice la volontà del popolo sovrano: l’iniziativa popolare “strade per tutti”, che conteneva appunto questa richiesta, venne asfaltata dai votanti nel 2001 con ben l’80% di no. E contraddice anche la legge in vigore. Infatti allo stato attuale una zona 30 deve rispondere ad una serie di requisiti e sottostare a delle verifiche. Non può quindi essere introdotta “così”. Siamo pronti a scommettere che tante delle zone 30 create nel corso degli anni sono illegali. Ci piacerebbe sapere cosa accadrebbe se un automobilista multato per eccesso di velocità in una di esse presentasse ricorso sollevando tale argomento.

Contro la democrazia

Ma i politicanti gauche-caviar se ne impipano del “popolo bestia che vota sbagliato”. La volontà popolare sgradita va cancellata. E naturalmente a fare da apripista è il Dipartimento ex Simonetta. Il quale – il Mattino l’ha anticipato per primo nei mesi scorsi – ha taroccato l’Ordinanza sulle norme della circolazione stradale, con il preciso obiettivo di far proliferare le zone 30: da inizio di quest’anno, esse possono venire introdotte sulle “strade non trafficate” (?) senza più bisogno di una perizia. Tale taroccatura si rivela ora per quello che è: il presupposto per l’introduzione del 30 all’ora ovunque, che le città di $inistra colgono al volo. La tattica del salame è palese.

Mirano a nuove tasse?

La ro$$overde città di Zurigo ha già annunciato di voler introdurre i 30 all’ora “in larga misura” sulle proprie strade entro il 2030 (notare l’espediente di marketing del doppio 30). Il tema non è solo elvetico. A Milano i $inistrati vorrebbero imporre detto limite  in tutta la città (o quasi) già dal primo gennaio 2024. L’intento ha scatenato diverse polemiche. L’Automobile Club meneghino ha parlato di “scelta demagogica che non porterà alcun beneficio”, altri oppositori di “potente limite alla produttività”, mentre il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha twittato: “ricordo al sindaco e al Pd che a Milano la gente vorrebbe anche lavorare”. Posizioni perfettamente condivisibili. Per contro, i fautori della mobilità a passo d’uomo – da entrambi i lati della ramina – a sostegno della propria tesi rispolverano le stesse fake news su maggiore sicurezza e meno inquinamento già smontate nel 2001 poiché infondate.

C’è però una new entry: la presunta protezione contro il rumore (?), il quale farebbe diminuire il valore delle proprietà immobiliari. Scusate ma ci scappa da ridere. Quando mai ai $inistrati è fregato qualcosa dei proprietari di un immobile? Se a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre, il disegnino appare chiaro: la presunta diminuzione del rumore servirà poi come pretesto per pompare i valori di stima e quindi per ulteriormente TASSARE i proprietari di una casetta o appartamento!

Obiettivo: multare

E’ evidente che i 30 all’ora generalizzati – e dunque immotivati – serviranno a piazzare radar come se piovesse, per fare cassetta con le multe. Senza dimenticare gli effetti perversi del bidone “Via Sicura” voluto dalla partitocrazia. Se il limite di velocità viene abbassato artificialmente da 50 a 30, basta poco per diventare “pirati della strada”. Ma non sta né in cielo né in terra – ed è contrario allo stesso spirito della legge, che si chiama appunto Via Sicura – che un automobilista venga condannato per pirateria stradale, con tutte le devastanti conseguenze del caso, perché ha infranto un limite di 30 all’ora che non risponde ad esigenze di sicurezza, bensì di politichetta ideologica.

Il 30 all’ora generalizzato ha lo scopo di mobbizzare gli automobilisti. Proprio come – per citare gli esempi più ovvi – i fallimentari piani viari “à la PVP (Pirla Vai Piano)” concepiti contro le macchine, la cancellazione di posteggi e le tariffe di parcheggio fuori di cranio. Queste ultime, tra l’altro, nel recente passato sono state denunciate da Mr Prezzi. Ma forse che qualcosa si è mosso? Nemmeno per sogno! I politicanti si girano dall’altra parte. Idem con patate le associazioni a sedicente difesa dei consumatori. Le quali, ben lungi dal tutelare i consumatori, fanno invece politichetta di $inistra, non di rado contraria agli interessi dei consumatori, essendo colonizzate da kompagnuzz* ro$$overd*.

Inutile dire che l’Unione delle città svizzere, che vuole i 30 all’ora ovunque (magari un domani anche in autostrada), non si interroga minimamente sulle conseguenze economiche dell’operazione, in termini di perdita di produttività e di tempo sprecato in strada. L’economia ci perde e di conseguenza paga meno tasse? Chissenefrega: si compenserà mungendo i cittadini!

La soluzione è semplice

Se davvero la politica vuole ridurre il rumore ed il traffico, cominci a limitare l’immigrazione (siamo qui in troppi! Ovvio che le auto aumentano) e a togliere un po’ di targhe azzurre dalle nostre strade!

Ma la partitocrazia non si sogna: libera circolazione über Alles! “Devono entrare tutti”!

 

Lorenzo Quadri