L’appuntamento con le urne del prossimo 5 giugno sarà particolarmente nutrito:  5 temi federali e 4 cantonali, per un totale dunque di ben 9 oggetti. L’ammucchiata antileghista e la stampa di regime hanno trasformato il dibattito sulla cosiddetta  “tassa di collegamento” in una specie di guerra di religione. Il perché di tali reazioni del tutto sproporzionate è facile da identificare. Per i partiti $torici, si tratta di “farla” all’odiato leghista Zali. Nel caso della stampa di regime, si aggiunge la motivazione finanziaria pro saccoccia. La grande distribuzione, che sarebbe chiamata a corrispondere la tassa di collegamento, finanzia i giornali tramite inserzioni. E visto che, malgrado le pompose autocertificazioni farlocche, la stampa di questo sempre meno ridente Cantone non è per nulla indipendente, anche in quest’ambito vale il principio che “chi paga comanda”.

C’è però anche un secondo elemento, che si potrebbe definire più “macro”. Si monta la panna su un tema per “silenziare” gli altri. E tra gli oggetti in votazione ce n’è uno che è particolarmente imbarazzante per i partiti $torici. Perché ci sono in mezzo tutti e perché l’ennesima asfaltatura, almeno dalle urne ticinesi, è un’ipotesi tutt’altro che inverosimile. Si tratta della nuova legge sull’asilo, sostenuta da tutti i partiti tranne che da Udc e Lega.

 La fregatura

La nuova legge sull’asilo è una fregatura. Viene venduta come una velocizzazione delle procedure d’asilo. Sicché il cittadino che segue distrattamente la discussione potrebbe venire indotto a ritenere che procedure più veloci voglia dire allontanamento più rapido dei finti rifugiati. Balle di fra’ Luca!

Tanto per cominciare, la nuova legge introdurrebbe l’avvocato gratis per tutti i richiedenti l’asilo. E qui già si ciurla nel manico. L’avvocato gratis in ogni caso non l’hanno nemmeno i cittadini svizzeri. Il gratuito patrocinio è infatti legato all’esistenza di tre presupposti: il richiedente deve essere indigente, l’azione legale non deve apparire priva di chance e l’assistenza giudiziaria deve essere necessaria. Per gli asilanti queste limitazioni non esisterebbero più. Sarebbero l’unica categoria a poter beneficiare dell’avvocato d’ufficio “a prescindere”. Quindi gli asilanti avrebbero più diritti dei cittadini svizzeri. Il risultato sarebbe, ovviamente (lo dimostra l’esempio olandese) che il 90% degli asilanti respinti farebbe utilizzo del gratuito patrocinio. Come una marea di ricorsi, pagati dal contribuente svizzerotto, che andrà ad infesciare i tribunali, possa portare ad un’accelerazione delle procedure, i partiti $torici e la kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga ce lo devono ancora spiegare.

 Rimangono in Svizzera

Inoltre, le procedure più rapide hanno un vantaggio se il finto rifugiato, accertato come tale, viene anche allontanato dalla Svizzera. Ma questo non succede. Al momento attuale le espulsioni fanno acqua da tutte le parti. Gli accordi di Dublino sono carta straccia: nel 2015 su 17’500 presunti casi Dublino le riammissioni effettive sono state la miseria di 2500. I voli speciali per riportare i finti rifugiati ai paesi d’origine non vengono nemmeno più fatti. Cosa fa per migliorare il tasso di espulsioni effettive la riforma dell’asilo in votazione? Risposta: non fa assolutamente un tubo! Guai! Espellere i clandestini? E’ roba da razzisti e fascisti! Non a caso la riforma è sostenuta proprio da chi si oppone istericamente sia alle espulsioni di stranieri che all’introduzione di qualsiasi ostacolo per impedire l’arrivo di migranti economici (vedi sospensione di Schengen e barriere al confine).

Riassumendo

Quindi la riforma in votazione:

1) non impedisce l’arrivo in Svizzera di finti rifugiati;

2) dà loro nuovi diritti; e

3) non fa nulla sul fronte delle espulsioni.

Anche un bradipo è in grado di comprenderne le conseguenze: ossia, che ci troveremo in casa sempre più migranti economici – il 75% dei quali sono giovani uomini soli con vestiti alla moda e almeno uno smartphone – che mai si integreranno. Né socialmente né economicamente. Tra i migranti economici ci sono quelli che, per usare il fraseggio della kompagna Sommaruga, “non rispettano le donne” (vedi fatti di Colonia) e ci sono pure i miliziani dell’Isis. Ma l’importante è spalancare le frontiere, nevvero $ignori dei partiti $torici? Chisseneimpippa della sicurezza interna…

 Nuovi centri a go-go

Visto che la conseguenza della nuova riforma dell’asilo sarà di attirare in Svizzera ancora più migranti economici, ecco che bisogna anche creare  nuovi centri per alloggiarli. Creare nuovi centri significa però scontrarsi con l’ovvia opposizione di Cantoni, Comuni e, soprattutto, cittadini. E così ecco che la nuova legge introduce le espropriazioni facili. Grazie ad esse, il Dipartimento della kompagna Sommaruga avrebbe facoltà di  aprire nuovi centri asilanti senza che il cittadino o il comune interessato si possano difendere. Lo Stato di diritto viene allegramente mandato a ramengo per creare alloggi (ovviamente dotati di ogni confort, che diamine!) per  migranti economici. All’origine di tale bella pensata ci sono proprio quelli che si riempiono la bocca con lo “Stato di diritto” quando si tratta di utilizzarlo come pretesto per permettere ad un delinquente straniero di rimanere in Svizzera, magari a carico del contribuente! Stato di diritto a due velocità; proprio come la morale.

 Liberali?

E speriamo che nessuno sia così citrullo da credere alla storiella che le “espropriazioni facili” vengono inserite nella legge, ma non se ne farà mai uso. Nessuno modifica una legge per sport. Se le espropriazioni facili vengono inserite nella legge, è perché ce ne saranno. Questa è una certezza.

Allucinante, infine, è che a difendere le “espropriazioni facili” (violazione del diritto costituzionale alla proprietà privata) ci sia nientemeno che un partito sedicente liberale. Addirittura i giovani (?) PLR le hanno sostenute argomentando che senza le espropriazioni lo Stato non avrebbe potuto costruire ferrovie né strade. Qui qualcuno si è bevuto il cervello. I centri per asilanti sono forse opere di pubblica utilità necessarie alla crescita del Paese, come ferrovie e strade? Chi lo pensa può cominciare ad ospitare migranti economici in  casa propria.

Lorenzo Quadri