La Lega annuncia battaglia sul credito chiesto dal governicchio per le spese di sicurezza

Visto che l’evento è stato voluto dal “medico italiano” del PLR a puro scopo di marketing personale, che la fattura la saldi lui!

Si attendeva il governicchio cantonale al varco ed ora… eccolo qua! La Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina si è tenuta a Lugano ad inizio luglio del 2022. La città è rimasta blindata per giorni; il dispositivo di sicurezza è stato allucinante (al limite del ridicolo). Ed il suo costo plurimilionario è finito sul groppone del contribuente. Compreso quello ticinese. La quota parte a carico del Cantone è infatti consistente. Al punto da non poterla imboscare all’interno della spesa corrente senza dire niente a nessuno. Di conseguenza, il governicchio ha appena licenziato all’indirizzo del parlatoio cantonale un Messaggio che chiede la “ratifica dei costi relativi alla gestione della sicurezza della Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina”. 

E la pillola ammonta a ben 800mila franchetti (per la precisione: 774’666.45; notare i 45 centesimi).

Nessun valore aggiunto

La Lega dei Ticinesi ha annunciato battaglia (bene!): non approverà il credito in Gran Consiglio e valuterà il lancio di un referendum.  I soldi dei contribuenti – si legge nel comunicato diramato venerdì dal Movimento – non vanno spesi per inutili e faraoniche conferenze che non portano alcun valore aggiunto. Devono servire per aiutare i cittadini in difficoltà, ed in particolare quelli del ceto medio (…). La Conferenza in questione, fortemente voluta da Cassis, è stata un grande flop. Ci si aspettava chissà quale indotto per il nostro Cantone ma così evidentemente non è stato. Oltretutto è stata  totalmente inutile anche dal profilo del conflitto che, come tutti ben sanno, perdura ancora. La Lega dei Ticinesi si era fin dall’inizio mostrata molto critica sull’opportunità di svolgere una tale manifestazione, sia per quanto concerne l’aspetto dei costi sia per l’immagine della neutralità del nostro paese”.

Raduno di scartine

Vale infatti la pena ricordare che a Lugano a cianciare di Ucraina non sono arrivati affatto dei capi di Stato e di governo, bensì modesti burocrati e portaborse: insomma, scartine. La Conferenza, clamorosamente unilaterale (pro-Ucraina) è stata l’ennesimo colpo alla neutralità svizzera. E, come del resto prevedibile, non ha permesso di compiere mezzo passo avanti in direzione della pace. 

A conferma della totale insignificanza dell’evento: qualche giorno prima della conferenza di Lugano, in Germania si era tenuto un meeting del G7 (che ai tempi fece  “notizia” per il menù vegano). Ebbene, al G7 non si spese neanche mezza parola sulla Conferenza di Lugano sull’Ucraina. Perché, al di fuori della Svizzera, di questo appuntamento non è mai fregato  una fava a nessuno. Del resto, quando si tratterà davvero di ricostruire l’Ucraina, a decidere ed a distribuire appalti miliardari saranno appunto i G7. Gli svizzerotti verranno unicamente chiamati alla cassa per pagare!

Gonfiarsi l’ego

La Conferenza di Lugano è servita solo ad alimentare l’ego del “medico italiano” e a dilapidare una barca di soldi del contribuente. Non soltanto per l’evento in sé. Ma perché, come da copione, il ministro degli esteri PLR (ex) doppiopassaporto ha promesso miliardi a destra e manca. Come se la Svizzera fosse il bancomat del mondo! Lo sciagurato impegno di regalare all’Ucraina 1.8 miliardi di franchi da qui al 2028 – vedi il Mattino della scorsa domenica – rientra in questo solco.  E’ chiaro che la Lega farà quanto in suo potere per sventarlo.

Per i cittadini elvetici “gh’è mia da danéé”, ma quando si tratta di Kiev… saltano fuori miliardi dalla sera alla mattina! E ciononostante la Svizzera deve continuare a subire vergognosi attacchi alla propria neutralità da parte dei balivi di USA, UE e NATO, oltre che dagli stessi politicanti ucraini!

Commerci gabbati

La Conferenza di Lugano sulla ricostruzione dell’Ucraina non ha generato indotti sul territorio. Non ha moltiplicato né i turisti, né i congressi. Per contro, la blindatura della città per giornate intere ha arrecato danni economici tangibili alle attività commerciali locali. Il KrankenCassis sulle prime aveva promesso indennizzi ma poi, quando sono arrivate le richieste concrete, contrordine compagni! Non si paga niente! Eccoli qua, i grandi statisti dell’ex partitone! Per gli operatori economici di Lugano danneggiati dal megalomane apparato di sicurezza, nemmeno le briciole. Però per l’Ucraina si trovano miliardi a palate! 

E adesso il contribuente dovrebbe pure avallare lo sperpero di 800mila franchetti per la sicurezza? Ma anche no! 

Visto che la Conferenza in questione era a puro scopo autopromozionale del Cassis, che gli 800mila Fr ce li metta lui: di certo non gli mancano! 

Lorenzo Quadri