Le allucinanti tesi di Cassis: per chi non l’avesse ancora capito di NON votare PLR…
Il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR non ha mai lesinato sulle castronerie. Si pensi al tasto “reset” in campo di rapporti con l’UE. Ambito in cui l’Ignazio non ha resettato proprio niente: ha solo continuato la politica calabraghista del suo predecessore Burkhaltèèèr (qualcuno se lo ricorda ancora?). Oppure alla perentoria affermazione “Non dirò mai Switzerland first”. O ancora alla dichiarazione che, nei confronti dell’Ucraina, “La Svizzera deve fare la propria parte” (come se non avesse fatto già molto di più di quello che ci si poteva attendere da un paese neutrale), mirata a giustificare (?) il regalo da 1.8 miliardi a Kiev.
Le priorità
Le “sparate” proferite da Cassis la scorsa domenica durante un convengo elettorale del PLR a Sant’Antonino si iscrivono nel medesimo filone.
Tra parentesi: ma è compito di un ministro degli esteri partecipare in continuazione a comizi partitici in Ticino? Sono queste le sue priorità? E l’Ignazio è forse arrivato per l’ennesima volta in aereo? Noi dovremmo avere “vergogna di volare” in nome del clima, e sempre per lo stesso motivo dovremmo accettare di impoverirci e di sacrificare le nostre libertà. Però il “medico italiano” del PLR utilizza il jet governativo come un taxi per andare e venire dal Ticino tutti i fine settimana o quasi?
Udite, udite
Ma veniamo alle perle del Cassis-pensiero, rivolte a mo’ di lezioncina ai politicanti (o aspiranti tali) del fu partitone.
- “Non si va a Berna per difendere il Ticino, ma per fare gli interessi del PLR”. I quali (aggiunta nostra) spesso e volentieri sono proprio l’opposto degli interessi del Ticino. Infatti a dettare legge nel partito nazionale è Economiesuisse, ossia il club dei manager stranieri delle multinazionali (bramoso di forza lavoro a basso costo e di massimizzazione degli utili a scapito del territorio). Una simile esternazione contro il Ticino è davvero inaudita da parte di chi è stato eletto nel governicchio federale solo in quanto “ticinese”, pur con un passaporto tricolore in esubero; non certo per capacità o per particolari doti da “statista”, di cui è peraltro privo.
- Dire che bisogna chiudere le frontiere, ovvero che l’immigrazione va controllata, è “una castroneria”. Secondo Cassis, dunque, le frontiere devono rimanere sempre spalancate, e in Svizzera devono entrare tutti. Buono a sapersi, dal momento che i politicanti dell’ex partitone calano a Chiasso pensando di farsi propaganda elettorale con il caos asilo. Il loro sconsigliere federale conferma però che di aumentare la sicurezza alle frontiere non se ne parla nemmeno. Ergo, lo slogan liblab della politica migratoria “severa ma giusta” (corbezzoli!) è una presa per il lato B.
- E’ uno scandalo che i deputati di UDC e P$ sul caso Credit Suisse non abbiano votato come i loro Consiglieri federali. Quindi, secondo l’illuminato parere del “medico italiano”, i parlamentari sono dei semplici soldatini; delle groupies buone solo a dire di sì alle proposte del governicchio. Interessante visione della democrazia parlamentare, non c’è che dire.
- “Dimentichiamoci di essere noi a fare la Svizzera: la stanno facendo l’Europa e il mondo”. Questa è un’affermazione gravissima da parte di un Consigliere federale. Addirittura allucinante se viene da un ministro degli Esteri. E’ la conferma – e le recenti vicende sulla rottamazione della neutralità ne sono solo un esempio – che il governicchio federale ha le braghe calate “di default”: non decidiamo niente, gli ordini ce li schiacciano gli altri, “la Svizzera la fa Bruxelles”, “sa po’ fa nagott”! E’ con questa mentalità che il ministro degli esteri (ex) doppiopassaporto difende gli interessi del Paese nei gremi internazionali? A cosa ci serve avere un governo, se il suo ruolo è semplicemente quello di eseguire i Diktat in arrivo da Bruxelles o da Washington? Per tanto così, lasciamo a casa l’intero CF, Cassis per primo! Chi ha una mentalità del genere non può stare in Consiglio federale ed è meglio che torni a fare il lobbista dei cassamalatari.
- Il PLR deve ribellarsi al mainstream. Peccato che ne sia uno dei principali produttori, essendo ormai irrimediabilmente franato a $inistra.
- “Non leggo più i giornali” (perché fanno schifo). Si suppone che l’apprezzamento sia da estendere a tutti i media. Bene, se è così, che il ministro binazionale sia coerente: che appoggi l’iniziativa “200 franchi bastano” e rifiuti i tentativi di aumentare i sussidi alla stampa di regime. Invece fa l’esatto contrario. Forse perché ha paura di andare contro il mainstream?
Morale
Se Cassis va fiero delle sue dichiarazioni “ad effetto”, che, nell’ennesimo eccesso di autostima, reputa addirittura “scombussolanti” (ö la Peppa!), forse gli sfugge qualcosa. Nessuno è rimasto “scombussolato” da simili sortite. Esse infatti confermano solo ciò che già si sapeva benissimo: ossia che Cassis non è al suo posto, che non rappresenta il Ticino, che non difende gli interessi della Svizzera, che prende ordini da Bruxelles e da Washington e – soprattutto – che non bisogna votare PLR.
#votalegaoiltriciclotifrega
Lorenzo Quadri