Un cassamalataro agli Interni ed un kompagno del P$$ pro-adesione all’UE agli Esteri?
Tutto come previsto! I verdi-anguria (verdi fuori, ro$$i dentro), che hanno vinto le elezioni grazie all’isterismo climatico montato ad arte dalla stampa di regime – a partire dalla radioTV di sedicente servizio pubblico, che per mesi ha praticato un vero e proprio lavaggio del cervello agli utenti – hanno ben presto mostrato la loro faccia.
Essi infatti pretendono:
- L’introduzione di una caterva di ecotasse, ecobalzelli e divieti, che dissangueranno il ceto medio e basso, e con effetto climatico pari allo zero. I proventi delle nuove ecotasse confluiranno in una cassa federale apposita. Ad essa potranno attingere a piene mani gli imprenditori del business “green”, amici degli amici. Costoro si faranno gli zebedej di platino, naturalmente con i soldi dei contribuenti. Per la serie: dal verde-anguria al verde-dollaro il passo è breve. Basti pensare che, gasati dal risultato delle urne, adesso i verdi vogliono ulteriormente peggiorare l’oscena e predatoria legge sul CO2 uscita dal Consiglio degli Stati, aggiungendo ancora più tasse, più balzelli e più divieti. Quando invece bisogna fare proprio il contrario: ossia rottamare le cappellate dei senatori. E, se in Consiglio nazionale i partiti del cosiddetto “centro” – terrorizzati dall’isterismo climatico e dalla shitstorm che i kompagni ro$$overdi scateneranno come di consueto contro chi oserà opporsi alle loro pretese – caleranno le braghe e si accoderanno pavidamente ai “senatori”, dovrà essere REFERENDUM. A maggior ragione se la Camera del popolo peggiorerà ulteriormente la legge sul CO2, come sognano i verdi-anguria. Poi, alle urne, vedremo se i cittadini svizzeri saranno d’accordo di farsi rapinare dai politicanti gauche-caviar con i piedi al caldo e dagli ecologisti milionari in SUV.
- Le CADREGHE. Eh già. I risultati delle elezioni non erano ancora ufficiali che già i Verdi pretendevano una cadrega nel governicchio federale. Ma bravi! Domanda da un milione: forse che, quando l’Udc era clamorosamente sottorappresentata nella “stanza dei bottoni” (con un solo Consigliere federale su sette malgrado fosse il più grande partito svizzero) i verdi-anguria si stracciavano le vesti per una rappresentanza in base alla reale forza elettorale? Ma certo che no! Questi spalancatori di frontiere pitturati di verde, famelici di cadreghe, la rappresentanza proporzionale alla forza elettorale (forza peraltro momentanea e non certo consolidata) la vogliono solo a senso unico e pro-saccoccia!
Parte il circo
Naturalmente, sulla scorta delle pretese dei cadregari tassaioli verdi, ecco che parte il circo delle ipotesi carnascialesche. Ad esempio, l’aumento del numero dei Consiglieri federali da 7 a 9, per pura speculazione partitica proposta dai $inistrati del P$. Certo, come no! Per garantire a tutti “un posto a tavola” si moltiplicano i ministri, si pompa la macchina statale, si stravolgono i Dipartimenti, e questo solo per soddisfare la fame di cadreghe degli ultimi arrivati! Tutto, va da sé, a spese del solito sfigato contribuente (quello che già finirà rapinato dalle nuove ecotasse).
Poi c’è la questione della poltrona di KrankenCassis che traballerebbe a causa dell’onda verde. Quindi l’11 dicembre – giorno in cui il Parlamento sarà chiamato ad eleggere il Consiglio federale – l’italosvizzero potrebbe venire sfrattato per far posto ad un kompagno ecologista.
Ora, lungi da noi l’esprimere un particolare apprezzamento per il ministro degli esteri liblab. Il quale oltretutto, subito dopo le elezioni, ha avuto la bella idea di ribadire che la firma dello sconcio accordo quadro istituzionale è una priorità. Ma, in una logica di meno peggio, è “meno peggio” lui di un esponente del partito delle tasse ro$$overde che vuole l’adesione all’UE.
Ipotesi balzane
Altrettanto balzana la tesi secondo cui, anche se rieletto, KrankenCassis dovrebbe sloggiare dal Dipartimento degli Esteri per far posto nientemeno che al kompagno Alain Berset.
Che Berset voglia andare agli Esteri è già di per sé un’ipotesi surreale. Il Dipartimento degli Esteri è notoriamente un Dipartimento Peppa Tencia. Quello degli Interni, dove si trova ora il kompagno Alain, è per contro un peso massimo (assieme al DATEC). Berset smanierebbe per farsi retrocedere?
E poi, nella denegata ipotesi in cui Berset andasse agli Esteri, quale sarebbe la conseguenza? KrankenCassis agli Interni? Altro che “sminuito”: da un simile rimpasto sia l’Ignazio che il PLR ne uscirebbero ringalluzziti!
Conseguenze deleterie
Inoltre: quali sarebbero le implicazioni di un tale scambio di Dipartimenti?
Berset, esponente del P$$, ovvero di un partito che non solo vuole firmare subito lo sconcio accordo istituzionale, ma che vuole pure l’ADESIONE ALL’UE (figura nel programma) incaricato di trattare con Bruxelles?
KrankenCassis, ex lobbista dei cassamalatari, al Dipartimento degli Interni? Quello che si occupa tra l’altro di politica sanitaria, e quindi dei rapporti con gli assicuratori malattia? Quello dove Cassis avrebbe tutto l’agio di favorire i suoi amichetti cassamalatari a danno dei cittadini? Ossignùr!
Eccoli qua, i bei risultati dell’isterismo climatico! Per la Svizzera e gli svizzeri, una serie di sciagure di cui non si vede la fine…
Lorenzo Quadri