I Consiglieri comunali del “centro” asfaltano i propri municipali per accodarsi ai ro$$i
Ah beh, questa sì che è una grande pensata! In Consiglio comunale di Locarno la partitocrazia PLR-PPD-P$ ha avuto la bella idea di votare a FAVORE dell’esposizione della bandiera blu stellata il 5 maggio, giorno del Consiglio d’Europa. E questo contro il parere della maggioranza del municipio.
“Accà nisciuno è fesso”
La bandiera in questione è sì quella del Consiglio d’Europa, di cui la Svizzera fa parte; tuttavia, come ben sappiamo, la fallita UE se ne è appropriata. Di modo che, nella percezione corrente, il vessillo blu è quello della DisUnione europea, di cui la Svizzera NON è membro. E non lo è solo grazie al popolo: fosse stato per i soldatini del triciclo…
Inoltre, ogni volta che la Confederella cala le braghe davanti all’UE, sono dolori. Vedi la devastante libera circolazione delle persone; ma vedi anche lo scandaloso FLOP della campagna di vaccinazione elvetica contro lo stramaledetto virus cinese. Un FALLIMENTO dovuto al fatto che il governicchio federale, anche in campo di vaccini, ha servilmente accodato la Svizzera a Bruxelles.
Finale poco glorioso
Di onorare ed esporre nei luoghi pubblici la bandiera simbolo di un’organizzazione che ha fatto solo disastri e che oltretutto pretende di comandare in casa nostra tramite lo sconcio accordo quadro istituzionale non se ne parla nemmeno.
Se il – peraltro insignificante – Consiglio d’Europa vuole che il nostro Paese lo onori il giorno del suo compleanno (5 maggio) esponendo la sua bandiera fuori dai municipi, farà il piacere di scegliersene una propria. Una che sia ben distinguibile da quella della fallita UE.
Bene ha dunque fatto il Municipio di Locarno a decidere di non più esporre il cencio blu. Non è un caso isolato: anche Lugano fa la stessa cosa, e da vari anni.
Sul Verbano a rompere le uova nel paniere sono però arrivati i $ocialisti. Costoro, non avendo di meglio da fare, hanno presentato una mozione per il ritorno della bandiera europea. Niente di strano: è noto che nel programma del P$ figura l’adesione della Svizzera all’UE.
Il Municipio di Locarno aveva però preavvisato negativamente la mozione. Ma il triciclo PLR-PPD-PS in Consiglio comunale nell’ultima seduta ha invece avuto la brillante idea di smentire il Municipio per seguire la $inistra euroturbo. Bel modo di concludere la legislatura!
Ruote di scorta
Che i kompagni abbiano mantenuto la propria linea pro-UE non sorprende (sarebbe stato strano il contrario). La sorpresa in negativo viene invece dai consiglieri comunali del cosiddetto centro PLR-PPD. I quali, sconfessando i propri municipali, si sono accodati ai ro$$verdi.
Ancora una volta, dunque, il tandem di “centro” si conferma la ruota di scorta della $inistra. Questo desolante scenario si palesa ormai a tutti i livelli: comunale, cantonale e federale.
Simboli di conquista
L’esposizione della bandiera blu stellata, così ha deciso il legislativo locarnese, andrà preceduta da “un’adeguata informazione”. Ossignùr. Ammesso e non concesso che ci sarà, è manifesto che “l’adeguata informazione” si concretizzerà in un lavaggio del cervello a sostegno della sottomissione della Svizzera ad organismi sovranazionali del piffero.
“Il Ticino deve molto all’Europa” argomentano i favorevoli alla bandiera UE. Peccato che l’Unione europea, bramosa di comandare in casa altrui ed imbesuita dal multikulti, sia profondamente antieuropea.
Con la scusa di omaggiare il Consiglio d’Europa il 5 maggio, la casta vuole semplicemente abituare la gente alla presenza dei simboli di conquista di Bruxelles in casa nostra.
Bandiere straniere
Invece di far issare la bandiera UE, sarebbe ora che i politicanti si preoccupassero semmai di vietare l’esposizione pubblica di bandiere straniere se non accompagnate da quella svizzera di dimensioni almeno pari. Questa è una vecchia richiesta della Lega. E non è certo balzana, dal momento che la legge danese (paese a guida socialdemocratica!) prevede proprio questo.
Tra parentesi: in Danimarca, Stato membro UE, di bandiere blu stellate non se ne vede l’ombra.
Lorenzo Quadri