La situazione del mercato si deteriora sempre più: grazie, devastante libera circolazione delle persone!

A Lugano oltre 1100 casi d’assistenza
Nel corso del 2013 in città  il numero dei giovani sotto i 25 anni a carico dello stato sociale è passato da 96 a 128.  Sempre più importante il rinnovo del credito quadro per i programmi di inserimento professionale

Il numero delle persone in assistenza continua ad aumentare, e l’esempio di Lugano al proposito è sicuramente significativo.

Ovviamente per questa sgradita crescita possiamo ringraziare la devastante libera circolazione delle persone che ha provocato l’invasione del piccolo mercato del lavoro ticinese da parte di un quantitativo praticamente sconfinato di cercatori d’impiego in arrivo da Oltreconfine. Non a caso il Corriere di Como ha di recente messo nero su bianco, ed in prima pagina, che il Ticino costituisce una valvola di sfogo per la crisi italiana. Ovviamente il prezzo lo pagano i ticinesi.

Suonano i campanelli d’allarme

Le cifre parlano chiaro. E contraddicono in modo plateale le panzane che va raccontando il Consiglio federale, ed in particolare i suoi rappresentanti Burkhalter (PLR), Schneider Ammann (PLR) e Sommaruga (PS) ossia il “trio di Gandria” governativo incaricato di combattere l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”. Di combatterla a suon di minacce terroristiche, triti e fasulli luoghi comuni (“immigrazione uguale ricchezza”) e scandalosi inviti ad “aprirsi” ancora di più alla fallita UE. 

A Lugano il numero delle persone in assistenza cresce costantemente dal 2009 di circa 100 unità all’anno. I casi che l’Ufficio di intervento sociale della città si trova a gestire sono passati da 741 nel 2009 ad oltre 1100 nel 2013.
Particolarmente preoccupante la situazione dei giovani in assistenza. Il numero delle persone sotto i 25 anni che necessitano di queste prestazioni per vivere è passato dai 96 di fine 2012 ai 128 di fine 2013: vale a dire un aumento di un terzo. Ci sono quindi tutti i motivi per suonare i campanelli d’allarme.

Costi di 6 milioni

Non solo: come noto il Cantone in materia di costi d’assistenza (come pure in numerosi altri ambiti) ha continuato con la deplorevole pratica dello scarica barile sui Comuni.

 Fino al 2013, i Comuni erano tenuti a coprire  il 20% dei costi delle prestazioni assistenziali dei loro domiciliati. Dal 2013 tale quota è salita al 25%. Col preventivo 2014 la si vuole portare al 30%.

L’effetto combinato dell’aumento dei casi e della parte di costi che i Comuni sono chiamati a versare ha un effetto finanziario deleterio sulle finanze di questi ultimi. Di modo che a Lugano le spese per l’assistenza, che erano di 2,2 milioni nel 2008, hanno raggiunto i 4.8 milioni nel 2013. Per l’anno prossimo navigheranno vicino ai 6 milioni.
Avete letto bene: mentre si chiudono i gabinetti pubblici per risparmiare qualche centinaia di migliaia di Fr, si spendono 6 milioni in prestazioni assistenziali. Ed è evidente che in questa spesa la devastante libera circolazione delle persone, responsabile dell’invasione di frontalieri e padroncini, ha ampiamente le mani in pasta.  Altro che “immigrazione uguale ricchezza”!

Credito quadro da rinnovare

In questo contesto si pone anche la questione dei programmi d’inserimento professionale che la città di Lugano organizza tramite il Dicastero giovani ed eventi per permettere a disoccupati – principalmente giovani ma non solo – domiciliati in Città di svolgere un’attività lavorativa (per quanto a tempo determinato) invece di stare a casa in assistenza, e di acquistare nuove competenze.

E’ noto che il credito quadro con cui questi programmi vengono finanziati giungerà a scadenza in estate. Niente nuovo credito quadro, niente nuovi programmi di lavoro. Per cui ci attendiamo che quanti, in particolare a $inistra, montano la panna strumentalmente sulle 26 persone che purtroppo non potranno continuare a lavorare per la città di Lugano poiché i loro programmi di lavoro (ciò che i diretti interessati sapevano da mesi) sono giunti a termine, appoggeranno senza remore il nuovo credito quadro che il municipio chiederà presumibilmente prima della fine di gennaio. Niente credito quadro, niente programmi di inserimento professionale. Siamo in chiaro, kompagni?
Lorenzo Quadri