“Dimitri” Calmy-Rey vuole versare ancora più soldi all’UE. E il miliardario germanico…
Prosegue senza vergogna il lavaggio del cervello a sostegno della svendita della Svizzera all’UE.
L’ex Consigliera federale Micheline “Dimitri” Calmy Rey, P$$, colei che dovette rinunciare a ripresentarsi per un nuovo mandato nel governicchio federale perché altrimenti sarebbe stata lasciata a casa dal Parlamento, invece di godersi la pensione dorata, anzi platinata, nella sua villa da svariati milioni (ma tu guarda questa gauche-caviar…) se ne esce a pontificare pubblicamente sulla marchetta da 1.3 miliardi all’UE.
Fatto sta che, secondo la kompagna che non ha freddo ai piedi, la Svizzera dovrebbe versare ancora più soldi ai balivi di Bruxelles; e questo per “mostrare la propria disponibilità”.
Pizzo ancora più elevato?
Ma Madame ci è o ci fa? I camerieri dell’UE in Consiglio federale, supportati dal triciclo euroturbo, si chinano sistematicamente a 90 gradi davanti ad ogni pretesa degli eurofunzionarietti. Pur di farli contenti, hanno calpestato senza vergogna la Costituzione e la volontà popolare: vedi la CIOFECA denominata “preferenza indigena light”. Vedi la calata di braghe sul Diktat disarmista dell’UE (che è poi una prova generale di quello che succederebbe, in ambiti essenziali, con lo sconcio accordo quadro istituzionale). E ciononostante, non saremmo abbastanza disponibili? E quindi dovremmo pagare, Calmy-Rey dixit, un pizzo ancora più sostanzioso di quello, spropositato, che il triciclo PLR-PPD-PSS smania per versare all’UE, anche se questa ci ricatta e ci discrimina?
Davanti a simili fregnacce, c’è davvero di che restare di palta.
All’UE non si versa nemmeno un centesimo, perché ai balivi di Bruxelles non dobbiamo assolutamente nulla. La tesi, di stampo mafioso – perché questa è semplicemente la cultura della mazzetta– che pagando sempre di più potremo ottenere condizioni più vantaggiose per l’accordo quadro istituzionale fa ridere i polli.Detto accordo va semplicemente respinto senza se né ma. Perché ci porterà la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE ed i giudici stranieri.Questi concetti non sono mai stati messi in discussione dal triciclo. Il quale pensa di turlupinare i cittadini fingendo di cavillare su aspetti marginali. Ma già il nucleo è totalmente inaccettabile; e non diventa in nessun caso “potabile” modificando questioni di contorno quali i giorni che dovrà attendere una ditta straniera per lavorare in Svizzera.
Ed era ministra degli esteri…
Che Calmy-Rey se ne esca a dire che bisogna regalare ancora più miliardi del contribuente all’UE, invece di versarli (ad esempio) alle casse dell’AVS, non sorprende. Per il P$ (Partito degli Stranieri) gli svizzerotti (“chiusi e gretti”) sono l’ultima ruota del carro. In più, il P$ vuole pure l’adesione alla fallita UE. Ma se pensiamo che Calmy-Rey è stata pure ministro degli esteri (!) non c’è da stupirsi se siamo messi male.
Il miliardario teutonico
A sostegno dello sconcio accordo quadro istituzionale si è espresso, sulla stampa domenicale d’oltralpe, anche l’ultraottantenne miliardario germanico Klaus-Michael Kühne, presidente onorario della multinazionale della logistica Kühne+Nagel, fondata a Brema, che ha sede in Svizzera dal 1976.
L’anziano magnate (magna-magna) non solo vuole la firma dell’osceno trattato coloniale, ma pretende addirittura che la Confederella aderisca all’UE. Altrimenti, minaccia Herr Kühne, potrebbe “delocalizzare”.
Che miseria! Il miliardario straniero, a cui della Svizzera non gliene frega un tubo perché pensa solo alle proprie saccocce (rigonfie all’inverosimile) senza vergogna pretende che rinunciamo alla nostra indipendenza ed alla nostra sovranità a beneficio del suo borsello. “Caro” padrone delle ferriere Kühne, se queste sono le tue condizioni, torna pure al natìo paesello! Tschüss, e saluti alla pittoresca città di Brema!
A questo “Paperone” straniero che vuole ridurci a baliaggio dell’UE per il proprio tornaconto, ricordiamo esplicitamente la posizione di uno dei più importanti imprenditori svizzeri, tra l’altro di origine libanese, Nick Hayek: “La Svizzera non deve rinunciare ai propri punti di forza per copiare modelli di insuccesso europei. Le esportazioni non dipendono da accordi istituzionali”.
A manina
Da notare che, ancora una volta, i $inistrati spalancatori di frontiere vanno a manina con gli odiati “padroni” nello svendere la Svizzera. Calmy-Rey e Kühne dicono la stessa cosa. E questi kompagnuzzi hanno ancora la faccia di tolla di sostenere che loro difenderebbero i più deboli. Quanto tempo dovrà ancora passare prima che i becero-internazionalisti ro$$i si rendano finalmente conto che la libera circolazione delle persone è sempre stata una rivendicazione dei ricchi?
Intanto i “Senatori”…
E non è finita. Martedì mattina il Consiglio degli Stati ha asfaltato per 37 voti contro 5 una mozione Udc che chiedeva di respingere l’accordo quadro istituzionale. Ecco dunque l’ennesima conferma che il triciclo PLR-PPD-PSS brama per sottoscrivere questo sconcio accordo coloniale. Per farlo, aspetta solo che siano passate le elezioni.
Poco ma sicuro che i due senatori ticinesi (PLR e PPD) NON SONO tra i 5 che si sono opposti al trattato capestro.
La morale è sempre la stessa: al momento di scegliere la scheda da depositare nell’urna, ricordarsi di chi svende la Svizzera (triciclo) e di chi invece la difende (Lega e Udc).
#votalegaolitriciclotifrega
#votalista8
Lorenzo Quadri