Tra poche ore le urne si chiuderanno sulle numerose votazioni cantonali, federali, ed anche comunali che hanno tenuto banco nelle ultime settimane.

Molti i temi importanti sul tappeto: il fatto che in Svizzera si voti spesso non vuole infatti dire che si voti su temi secondari o privi di conseguenze.

Nel caso qualcuno non avesse ancora depositato la scheda nell’urna, riproponiamo in tutta brevità alcuni spunti di riflessione.

 

Salario minimo a 4000 Fr al mese: NO

E’ sostanzialmente un regalo immotivato ai frontalieri. Una coppia di frontalieri si troverebbe così a guadagnare 8000 Fr al mese. Di conseguenza la nostra attrattività per i lavoratori in arrivo da Oltreconfine aumenterebbe ancora di più Per i ticinesi il salario minimo sarebbe invece un boomerang. Già abbiamo problemi importanti di disoccupazione giovanile. Dovendo pagare almeno 4000 Fr, più nessuno assumerà un giovane al primo impiego, o una persona poco formata, visto che per la stessa paga avrà a disposizione personale formato e magari in arrivo dall’estero. In Ticino, inoltre, il minimo di 4000 Fr sarebbe particolarmente vicino al salario mediano, col risultato che lo stipendio minimo diventerebbe anche quello di riferimento: si aprirebbero così le porte ad un ulteriore fenomeno di dumping salariale. E’ poi evidente che, per compensare in parte l’aumento del costo salariale, il datore di lavoro pretenderebbe un aumento della produttività, ciò che si tradurrebbe in maggiore pressione sui dipendenti ed in licenziamenti.

In tante piccole imprese, nemmeno il titolare è sicuro di potersi sempre versare una paga da 4000 Fr. Il salario minimo potrebbe quindi portare alla chiusura di numerose piccole realtà imprenditoriali. In Svizzera le aziende con meno di 5 dipendenti sono l’80% del totale.

In conclusione, se i paesi UE con una struttura salariale più equa (Finlandia, Danimarca e Svezia) non applicano un salario minimo,  un qualche motivo ci sarà. Quindi votiamo NO all’iniziativa dei sindacati.

 

Fondo Gripen: SI

Si tratta dell’acquisto di 22 aerei da combattimento svedesi che andrebbero a sostituire i Tiger ormai quarantenni. Il costo, di 3,1 miliardi, verrebbe ammortizzato su 30 anni, a 100 milioni di Fr all’anno. Somma, questa, già compresa nel budget del Dipartimento militare. Quindi, ai cittadini non viene chiesto di sborsare un  franco in più! Trattandosi di soldi di pertinenza del dipartimento militare, se anche si rinunciasse all’acquisto degli aerei, non verrebbero utilizzati per altri scopi: rimarrebbero lì. Gli avversari del fondo Gripen hanno tentato di deviare il discorso sulla questione finanziaria (ma i soldi, come detto, ci sono già) o sul modello di velivolo (improvvisamente tutti esperti in aeronautica militare); ma il problema è un altro. Oggetto della votazione è la credibilità della nostra difesa aerea, e quindi del nostro esercito. Rifiutare il fondo Gripen vuol dire azzoppare l’esercito di milizia elvetico e fare il gioco di chi vuole abolirlo: ossia la $inistra, che, malgrado i No popolari incassati, continua a reiterare i tentativi in questa perniciosa direzione. L’esercito di milizia è infatti, per i kompagni, una delle specificità elvetiche da smantellare per portarci nella fallita Unione europea. Non facciamo il lorogioco e votiamo SI al fondo Gripen.

Moltiplicatore cantonale

Sul fronte cantonale, vale la pena spendere ancora due parole sul moltiplicatore cantonale con freno all’indebitamento, che al di là del nome “da scienziati”, costituisce semplicemente un meccanismo per aumentare le imposte.

Visto che la politica non riesce a contenere la spesa pubblica, da tempo fuori controllo, ecco che, per evitare una crescita spropositata del deficit del Cantone, i politici si danno gli strumenti per mettere le mani nelle tasche della gente. Non a caso il moltiplicatore cantonale, per quanto proposto da Sadis, è in realtà un cavallo di battaglia della $inistra. E’ chiaro che a venire chiamato alla cassa con aggravi fiscali sarebbe il ceto medio; ed in particolare i proprietari di casetta o appartamento, da tempo trattati come mucche da mungere poiché titolari di sostanza al sole, particolarmente facile da colpire. Non facciamoci mettere le mani in tasca per finanziare gli sperperi: votiamo NO al moltiplicatore cantonale.

Lorenzo Quadri