Saggia decisione della ministra di Giustizia: evitare di varcare il Gottardo per venirci a raccontare panzane a sostegno della devastante libera circolazione delle persone. Ma il “dico e disdico” è l’ennesima dimostrazione che, per il Consiglio federale, il Ticino conta come il due di briscola

Contrordine kompagni! Simonetta Sommaruga dunque a quanto pare non scenderà in Ticino per partecipare ad un dibattito sull’iniziativa Contro l’immigrazione di massa, contrariamente a quanto annunciato venerdì.

Ohibò! Prima si dice, poi si disdice! Figura da cioccolataia!

Il bidone rifilato dalla kompagna Simonetta al Ticino, oltre a dimostrare per l’ennesima volta che il nostro Cantone conta come il due di briscola, di sicuro non è una gran perdita.
I Ticinesi non hanno di certo bisogno di un’inutile visita della ministra di Giustizia – tra l’altro esponente del P$ ossia del partito spalancatore di frontiere per eccellenza e sostenitore dell’adesione della Svizzera all’UE – per sentire goffi tentativi di indottrinamento unilaterale su quanto si sta bene con la libera circolazione delle persone, o per ascoltare per l’ennesima volta i triti ritornelli dell’”immigrazione uguale ricchezza” e del “dobbiamo aprirci all’Unione europea”.

La maggioranza dei ticinesi sa benissimo cosa voterà il 9 febbraio sull’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”: e non ci vogliono particolari doti divinatorie per prevedere che questo voto si tradurrà in una sonora legnata al Consiglio federale, alla maggioranza del Consiglio di Stato come pure ai partiti $torici i cui comitati si ostinano scandalosamente a sostenere con maggioranze bulgare l’indifendibile libera circolazione delle persone.

Il Consiglio federale avrebbe dovuto arginare la libera circolazione delle persone ed i suoi devastanti effetti sul mercato del lavoro e sulla sicurezza ticinese. Si è sempre rifiutato di fare alcunché. Perché bisogna “aprirsi all’UE”. Perché bisogna ubbidire agli eurobalivi. Perché dalle statistiche della SECO non risulta che…

Venire adesso, a poche settimane da una votazione d’importanza storica, a raccontare storielle in Ticino – e questo dopo non aver mosso paglia per il nostro Cantone sull’arco di un decennio – sarebbe semplicemente stata una presa in giro. Un’iniziativa improvvisata e controproducente che, come è giusto che sia, non avrebbe diminuito di una briciola la legittima indignazione dei ticinesi nei confronti di chi ha messo il nostro Cantone e la sua gente alla mercé della devastante libera circolazione delle persone.
Quindi la Consigliera federale Sommaruga se ne stia tranquillamente a farsi gli affari propri a Berna: in Ticino non sentiremo la sua mancanza.
Piuttosto, se vuole fare cosa gradita al nostro Cantone, la ministra di Giustizia cominci col sospendere subito l’applicazione dei fallimentari accordi di Schengen e reintroduca i controlli alle dogane. Questo come primo passo.
Lorenzo Quadri