Ennesima dimostrazione che l’ecotassa per i frontalieri ci vuole
La situazione autostradale caotica tra Lugano e Mendrisio fa viepiù infervorare gli animi, ed a ragione. I codazzi di venerdì che hanno fatto giustamente saltare la mosca al naso al vicesindaco di Lugano Giorgio Giudici non sono che l’ultimo episodio.
Giudici sbaglia nella misura in cui dà la colpa al Dipartimento del Territorio, poi qualcuno ha voluto fare dietrologia leggendo tra le righe un attacco a Marco Borradori. Così, come di consueto – saranno i “residui” degli ultimi mesi di campagna elettorale – la “notizia” è diventata la contrapposizione, o presunta tale, tra sindaco ed ex sindaco oggi vice di Lugano. Ma il problema è di ben altro tipo.
La viabilità autostradale è di competenza dell’USTRA, Ufficio federale delle strade, che non è propriamente gestito da “fulmini di guerra”. Di sicuro da quando l’USTRA ha ripreso dal Cantone la gestione delle strade nazionali la situazione in Ticino non è migliorata, ma proprio il contrario.
Al di là del rimpallo di responsabilità, fa specie che non venga citato il vero motivo del tracollo della viabilità autostradale, che è sempre il solito: l’invasione di frontalieri e di padroncini provocata dalla libera circolazione delle persone.
E’ inutile raccontarsi tante storielle: se ogni giorno entrano in Ticino 56mila frontalieri, naturalmente uno per macchina, a cui si aggiungono svariate migliaia di padroncini e distaccati, è ovvio che la rete stradale (a partire da quella autostradale) collassa.
L’episodio di venerdì è legato probabilmente a circostanze particolari (esodo vacanziero da nord). Ma gli ingorghi autostradali a sud di Lugano sono ormai il pane quotidiano. E non sono certo sempre provocati dagli olandesi che vanno a Cesenatico.
Chi ha voluto stendere il tappeto rosso ai padroncini? Chi ha voluto cancellare qualsiasi limitazione quantitativa sui frontalieri che entrano in Ticino uno per macchina? Forse gli stessi che non perdono occasione di tartassare e criminalizzare gli automobilisti (ma solo quelli ticinesi o residenti, perché andare a toccare i frontalieri non è politikamente korretto), per costringerli a non usare la macchina? Forse gli stessi che strillano allo scandalo contro le “troppe automobili in circolazione”?
La viabilità autostradale collassata a sud di Lugano esige interventi, sia di manutenzione che di potenziamento, dai costi miliardari. Costi che non sono coperti, nemmeno lontanamente, dalle imposte alla fonte pagate dai frontalieri. Pretendere di tassare i frontalieri per i costi di manutenzione e potenziamento viario che essi provocano, in nome di quel principio di causalità che tanto piace ai politikamente korretti, sarebbe il minimo. Ma proprio il minimo. Tale principio si tradurrebbe nella famosa “ecotassa” per i frontalieri proposta dalla Lega dei Ticinesi. Ecotassa che il partitume $torico – quello che a parole, ma solo a parole, nei periodi elettorali si dice preoccupato per il mercato del lavoro ticinese che esso stesso ha sfasciato con la libera circolazione delle persone – ha impallinato perché leghista.
E’ quindi papale che anche il principio di causalità vale solo a geometria variabile. Il massimo precetto del “bisogna essere aperti”, “no alle frontiere”, “mica vorremo farci bacchettare come razzisti e xenofobi”, prevale su ogni altra considerazione. Anche in campo viario.
La città di Lugano in particolare fa bene a preoccuparsi. Investimenti sulla rete autostradale a sud di Lugano arriveranno chissà quando e costeranno miliardi. L’accessibilità autostradale di Lugano è andata in tilt complice la nota invasione di frontalieri e padroncini. Il piano viario PVP, ideologicamente concepito contro le automobili, ha compromesso l’accessibilità al centro cittadino. L’accessibilità è presupposto essenziale per il funzionamento dell’economia.
Ecco quindi l’ennesimo disastro provocato dalla libera circolazione delle persone , quella che, secondo il Plr nazionale, va difesa senza compromessi. E lasciamo da parte, per questa volta, la questione occupazionale e della sicurezza…
Lorenzo Quadri