Il Gran Consiglio ha plebiscitato l’abolizione delle notifiche online per i padroncini. Questi ultimi dovranno dunque notificarsi recandosi di persona ad uno sportello.
Con questa decisione il Gran Consiglio ha sconfessato il governo ed in particolare la direttrice del DFE la quale si è sempre opposta a questa, come peraltro a tutte le proposte volute per tutelare il mercato del lavoro dell’invasione da Oltreconfine. E mentre la Consigliera di Stato dell’ex partitone rispondeva con il mantra del “margine di manovra nullo” e del “non si può far niente” la situazione in Ticino degenerava. Basti pensare che le notifiche di padroncini e distaccati sono quintuplicate in pochi anni.
L’abolizione delle notifiche online è una richiesta che la Lega porta avanti da molto tempo, sia a livello cantonale che federale. La risposta è sempre stata niet: tutte balle della Lega populista e razzista, come sempre. Adesso i partiti $torici, quelli le cui direttive  – o all’unanimità (ex partitone) o con maggioranze bulgare (PPD) – si sono espressi contro l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, venendo asfaltate dalla urne, tentano di saltare sul carro nel tentativo di camuffare, le elezioni sono vicine, le loro posizioni contrarie agli interessi della popolazione ticinese.
 
Vittoria leghista
L’abolizione delle notifiche online è dunque, senza dubbio, una vittoria della Lega. Evidentemente da sola non basterà a sventare l’assalto dei padroncini e delle ditte italiane che vengono in Ticino a lavorare in nero. Al proposito, nei giorni scorsi sono stati svolti dei controlli nel Malcantone. Questi controlli, l’abbiamo già detto, sono lodevoli ma andrebbero fatti con cadenza sistematica e quotidiana.
Altro elemento è il passaggio delle informazioni all’autorità fiscale italiana. La quale dovrebbe pur avere un interesse nel sapere chi lavora in Ticino senza dichiarare un centesimo in patria, quindi evadendo il fisco. Anche qui, come nell’altrettanto noto capitolo della fiscalità dei frontalieri, ci sarebbero tanti soldini da prendere per l’erario italico. Ma il governo della Penisola, pur avendo disperato bisogno di soldi, starnazza contro la piazza finanziaria svizzera (ticinese in particolare) ma non fa un cip sulle svariate centinaia di milioni di euro che mancano all’appello da parte di frontalieri e padroncini. Forse perché anche frontalieri e padroncini votano?

Informare il fisco
Questo per dire che, con tutta probabilità, il più potente dissuasore per i padroncini è proprio la comunicazione delle notifiche all’autorità fiscale d’Oltreconfine. Ma anche a questo proposito, la risposta, sia di Berna che di Bellinzona, è finora stata sempre la stessa: sa pò mia.
Altri ostacoli burocratici possono essere immaginati ed attuati a piacimento. Basta prendere esempio da quello che fa la vicina Penisola, bravissima nel precludere l’accesso al proprio mercato a ditte ed artigiani svizzeri. Per questo, fa proprio ridere i polli che un rappresentante del consiglio regionale della Lombardia, naturalmente del PD, si sia messo a starnazzare parlando, in merito all’abolizione delle notifiche online, di atto preoccupante ed unilaterale. Come se l’Italia la libera circolazione delle persone la applicasse.  Ma quando mai! Nella vicina Penisola, altro che notifiche online!
Va da sé poi che anche le notifiche devono essere oggetto di contingentamento.
A ciò aggiungiamo pure che, nei rapporti con la Svizzera, il Belpaese è inadempiente su tutto (ricordiamoci che siamo ancora iscritti nelle sue black list illegali, ricordiamoci della débâcle della Stabio-Arcisate, ricordiamoci il corridoio ferroviario di 4 m che finanzieremo noi, ecc) e adesso vengono a lamentarsi? Bisogna proprio bloccare i ristorni…
Lorenzo Quadri