E’ tuttora in corso il processo in appello nei confronti dell’innominabile ex funzionario del DSS Marco Baudino (innominabile perché $ocialista, non certo per una questione di tutela delle vittime: fosse stato leghista…).
Il funzionario-abusatore era già stato condannato ad una pena sospesa. Non ci si attendono colpi di scena. Sarebbe semmai il colmo se non venisse almeno confermata la sentenza di primo grado.
La condanna già inflitta è particolarmente mite visti i reati di natura sessuale di cui si sta parlando. Ma una buona parte di essi è caduta in prescrizione. E ciò perché “qualcuno” – i superiori P$ del funzionario P$ – non ha dato il dovuto seguito alle segnalazioni ricevute dalle vittime.
Inciucio tra PLR e P$
Gli abusi sessuali “in salsa $ocialista” sono finiti a tarallucci e vino in sede giudiziaria, e sono finiti pure a tarallucci e vino in sede politica. Nel settembre dello scorso anno il Gran Consiglio ha clamorosamente affossato la costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) su quanto accaduto all’interno del DSS. Si può ritenere che le commissioni parlamentari d’inchiesta (deputati che giocano ai piccoli Sherlock Holmes) siano, in generale, delle “cagate pazzesche” (cit. Fantozzi). Ma, se così è, allora vale per tutte. Invece di CPI in passato ne sono state istituite svariate. Quella sugli abusi sessuali al DSS è invece stata affossata a seguito del solito, ormai abituale, inciucio tra PLR e P$.
Anche le Commissioni parlamentari d’inchiesta, dunque, vengono gestite a due velocità, a seconda della convenienza partitica: come la morale, come la legalità, come…
Il bello è che la $inistra inizialmente si era espressa a sostegno della CPI. Ma poi… contrordine kompagni!
L’affossamento della CPI è stato accolto dai soldatini dell’ex partitone con esultanze da stadio. Alcune deputate PLR si sono complimentate sbracatamente tra loro per il brillante (?) risultato conseguito. Pori nümm!
E poi queste stesse signore liblab sono magari quelle che si riempiono la bocca con la “parità di genere”, con la “lotta al sessismo” e via andando? E’ chiaro che si tratta solo di vuote ciance di comodo, fatte nell’illusione di accattarsi qualche crocetta alle elezioni.
I liblab di Lugano…
Un’ulteriore conferma l’abbiamo avuta nei giorni scorsi. La sezione P(L)R di Lugano ha infatti pensato bene di invitare a sproloquiare ad un dibattito virtuale l’odiatore radikalchic Alan Friedman: quello che ha dato della escort, ossia della prostituta, a Melania Trump. Sicché, per il PLR, dare delle zoccole alle donne dell’area politica avversa va benissimo; e chi lo fa viene pure invitato ed incensato.
Lorenzo Quadri