La diplomazia turboeuropeista prepara il terreno per la prossima calata di braghe

 

Chissà come mai, ma abbiamo come l’impressione che qualche illustre esponente della diplomazia svizzera, cameriera dell’UE, stia tentando per l’ennesima volta di infinocchiarci in grande stile!

Non è certo un caso se l’ineffabile Jacques De Watteville (già portaborse dell’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf nonché  abile negoziatore con il Belpaese, così abile che non ha portato a casa un tubo) adesso torna a remenarla con l’ accordo quadro istituzionale tra la Svizzera e gli eurofalliti di Bruxelles.

Accordo capestro

L’accordo quadro è quel trattato-capestro che obbligherebbe la Svizzera a riprendere il diritto UE oltre che a sottomettersi a giudici stranieri. Si tratterebbe della pietra tombale sulla nostra sovranità, ed anche sui diritti popolari. Sicché, di sottoscrivere una simile bestialità non se ne parla nemmeno. Come non se ne parla nemmeno di estendere un qualsivoglia accordo bilaterale. De Watteville evidentemente tenta di convincere gli svizzerotti della necessità, anzi dell’ineluttabilità, dell’ ennesima calata di braghe davanti agli arroganti funzionarietti di Bruxelles: “Abbiamo tre mesi di tempo per trovare un accordo – ha dichiarato – dopodiché l’UE sarà troppo impegnata a gestire la Brexit”.

Ah, ecco. Adesso è colpa della Brexit. Perché evidentemente i balivi UE, essendo un po’ limitati, sono in grado di affrontare un solo dossier per volta. E, se sono occupati nella Brexit, non avranno più tempo per la Svizzera. Che evidentemente, secondo l’illuminata visione del capo negoziatore De Watteville, conta come una caccolicchia.

Basta fole!

Ma la vogliamo piantare di raccontare fregnacce?

  • La storiella dell’ “ineluttabilità” è la stessa panzana utilizzata dall’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf per svendere sciaguratamente il segreto bancario senza alcuna contropartita.
  • Per i camerieri dell’UE del Consiglio federale, qualsiasi cip in arrivo da Bruxelles è “ineluttabile”. Ma a chi pensano di darla a bere?
  • Al proposito della Brexit, ricordiamo la posizione di un’ex ministra degli esteri elvetica, assai poco sospetta di simpatie leghiste, ovvero Micheline Calmy-Rey. La quale disse che grazie alla Brexit (e magari tra un po’ ci sarà anche la Frexit?) l’UE sarà costretta, se vuole continuare ad esistere, a mediare su determinati dogmi.
  • La stessa posizione l’ha espressa l’ex vicepresidente della BNS Jean Pierre Danthine.

Il ricattino

E il De Watteville pensa ancora di venirci a propinare la fanfaluca secondo cui davanti all’onnipotente UE la Svizzera deve di nuovo abbassare le braghe ad altezza caviglia e firmare un folle accordo quadro istituzionale entro tre mesi, altrimenti….?

De Watteville, ma “daccene una fetta”! Se tu vai a Bruxelles a negoziare in ginocchio e non sei in grado di far valere la posizione della Svizzera (o non vuoi farlo!), questo non significa affatto che la capitolazione compulsiva che tanto ti piace sia ineluttabile. Non ci sarà nessun accordo quadro! Non ci sarà nessuna estensione dei Bilaterali! E nemmeno ci sarà un ulteriore pagamento di un miliardo di contributi di coesione (!)  ad un’UE che ci ricatta! Quel miliardo che invece i camerieri dell’UE Didier Burkhaltèèèèr e Johann Leider Ammann, guarda caso entrambi ministri PLR, sarebbero invece pronti a versare domani senza colpo ferire!

La Svizzera non crolla

Lo ripetiamo per l’ennesima volta. La libera circolazione non è un dogma. Se la sua fine comporta anche quella dei bilaterali, la Svizzera non cola a picco, anzi. Questo è semplicemente quel che vuole farci credere, per il proprio tornaconto, l’élite spalancatrice di frontiere. La quale non vuole ammettere che il suo disegno di globalizzazione ha fatto flop. La Svizzera esportava già prima dei bilaterali, e più di ora. Se i bilaterali cadono, si troveranno altri accordi, senza la libera circolazione delle persone. Certo, qualche intellettualino ro$$o da tre e una cicca dovrà rimangiarsi un po’ di ideologia internazionalista. E magari qualche padrone del vapore si vedrà ridurre di un po’ gli utili stratosferici. Tutto qui. De Watteville, basta! L’era della diplomazia turboeuropeista e succube di Bruxelles è finita. La tua era è finita. Vai in pensione che è meglio.

Lorenzo Quadri