“Non se ne parla di tornare ai controlli sistematici ai confini… Non è pensabile che la Svizzera sospenda gli Accordi di Schengen… per l’emergenza migranti ci vuole un approccio europeo”. Questa è la brillante, e soprattutto lungimirante presa di posizione del Consiglio federale sull’emergenza asilo. La posizione, formulata in risposta ad un’interpellanza di chi scrive che chiedeva la sospensione di Schengen, risale a fine agosto: quindi ad un paio di settimane fa. Quando il caos asilo era già in atto da un pezzo. Quando svariati paesi europei erano già corsi drasticamente ai ripari. Che poi la vicina ed ex amica Penisola non rispetti gli accordi di Dublino, e quindi non registri i migranti per non doverseli poi tenere, è noto da anni. E già questo basterebbe per chiudere le frontiere.
Sconfessione clamorosa
Ancora una volta, per il Consiglio federale, la sconfessione arriva plateale dai fatti di cronaca.
La Germania – dopo aver scriteriatamente detto “venite da noi che c’è posto” – ha ben presto chiuso le frontiere. Da notare che comunque Frau “Anghela” non ha mai avuto intenzione di tenersi i migranti cui aveva dato il benvenuto. Il disegno era quello di spalmarli sugli altri paesi UE. Anche l’Austria ha chiuso le frontiere, ed ha pure mandato i soldati al confine. Della Francia e dei Paesi dell’Est sappiamo. L’Ungheria vorrebbe costruire un secondo muro, questa volta sul confine con la Romania…
Però, secondo il Consiglio federale, non è pensabile che la Svizzera sospenda Schengen.

Gli intellettualini non vogliono?
Ah, e perché per la Svizzera non sarebbe pensabile ciò che per quasi tutti gli altri è realtà? Perché gli intellettualini rossi non vogliono? Perché gli spalancatori di frontiere, colpiti nel cuore della loro ideologia, continuano ad andare in giro a strillare che Schengen è una conquista irrinunciabile? Certo, capiamo la frustrazione dei rottamatori della Svizzera: a cosa sono serviti anni di lavaggio del cervello all’insegna del “niente dogane, bisogna aprirsi”? A cosa sono serviti anni di sistematica denigrazione (populisti-xenofobi-razzisti-chiusi-gretti) di chi rifiuta di portarsi in casa di tutto e di più? A cosa sono serviti anni di squallido ricatto morale per ottenere le frontiere spalancate se poi sono gli stessi “padri” del trattato di Schengen a mandarlo a ramengo e a chiudere le frontiere, perché a loro fa comodo così, a dimostrazione che di principi intoccabili non ce ne sono proprio?

Da soli?
Chissà se a qualcuno è venuto in mente cosa potrebbe succedere se la Svizzera rimanesse la sola con le frontiere spalancate. Si tratterebbe, è chiaro, di un manifesto invito ai migranti a venire tutti qui. Col risultato che potremmo trovarcene migliaia, in men che non si dica, fuori dalla porta di casa. A maggior ragione dopo la scriteriata iniziativa tedesca: prima “benvenuti”, poi chiusura della frontiere. Risultato: Berlino attira i migranti in Europa e poi li scarica sul groppone altrui. Sarebbero queste le coraggiose politiche della Germania? Auguri!

Nuova domanda
Lo ha detto la stessa UE che gli accordi di Dublino sono superati. Ma, se è così, è superato anche l’obbligo di tenere le frontiere spalancate. “Bisogna aprirsi” alla chiusura. Anche la Svizzera abbia finalmente il coraggio di fare i suoi interessi, una volta tanto, invece di limitarsi a sottomettersi a Diktat stranieri perché “sa po’ fa nagott”. Se i nostri antenati avessero avuto la mentalità degli attuali governanti, la Svizzera non esisterebbe più da un pezzo.
Comunque, per buona pace di tutti, alla luce dell’evoluzione degli ultimi giorni, il tema della sospensione degli accordi di Schengen chi scrive l’ha di nuovo posto al Consiglio federale sottoforma di quesito per l’ora delle domande. La risposta dovrebbe arrivare domani.
Lorenzo Quadri