Dove sarebbero le prove tangibili del declamato “netto miglioramento dei rapporti”?

Scusate, ma davanti ai toni trionfalistici sull’imminente firma “entro fine anno” (quale anno?) del nuovo accordo con l’Italia sulla fiscalità dei frontalieri ci scappa un po’ da ridere! Ci pare proprio di assistere ad un film già visto!

Anche nel 2015 la firma doveva essere imminente. Tanto imminente che l’allora kapa del Dipartimento federale delle finanze, ovvero la catastrofica ministra del 5% Eveline Widmer Puffo, dichiarò che, se l’intesa non fosse stata sottoscritta nel giro di pochi mesi, la Svizzera avrebbe preso delle “misure unilaterali”. Come no!

Film già visto

Anche nel 2015 si raccontava, proprio come adesso, che i rapporti col Belpaese erano “notevolmente migliorati”. Ohibò, come “notevolmente migliorati”? Ma se da anni ed annorum ci raccontano che i rapporti sono ottimi e che proprio per non rovinare questo idillio bisogna lasciare spalancati i valichi secondari di notte, malgrado la mozione Pantani per la loro chiusura notturna sia stata approvata dal parlamento?

E che, sempre per non rovinare l’idillio, i ticinesotti devono versare i ristorni senza emettere un cip?

Ristorni che sono nel frattempo lievitati a quasi 100 milioni di franchetti, come logica conseguenza dell’invasione da sud voluta dalla partitocrazia!

E la dimostrazione?

Non solo spesso e volentieri i frontalieri soppiantano i ticinesi sul mercato del lavoro, ma le targhe azzurre infesciano costantemente le nostre strade con conseguente inquinamento (ma va da sé che i Verdi-anguria… citus mutus!). In genere, poi, i permessi G non lasciano in Svizzera nemmeno un franco e si portano la “schiscetta” da casa. Però noi, oltre a subire tutto questo, dovremmo pure versare 100 milioni di Fr di ristorni (pari al 38.8% delle imposte alla fonte prelevate ai frontalieri) quando il Lussemburgo, Stato membro UE, di ristorni ai paesi vicini versa ZERO?

Inoltre, ci piacerebbe anche sapere in che modo i rapporti con il Belpaese sarebbero “notevolmente migliorati” visto che, tanto per dirne una, l’accesso degli operatori finanziari svizzeri al mercato italiano rimane precluso! Dove sono le prove tangibili del declamato miglioramento?

Non è certo perché i ministri degli Esteri di Svizzera ed Italia, ovvero il PLR KrankenCassis e Giggino il bibitaro, sono entrambi italiani che sboccia  l’amore!

Ricordiamo i fiscovelox

Inoltre: per responsabilità di chi i rapporti tra Confederella e vicina Penisola si sarebbero degradati in passato? E’ forse accaduto perché da Oltreramina è partito l’assalto alla diligenza del segreto bancario svizzero, con tanto di fiscovelox ai valichi e la Guardia di finanza in borghese che entrava illegalmente sul nostro territorio per filmare i clienti italiani delle banche ticinesi?

E qual è stata la reazione elvetica a questa vera e propria guerra economica? Risposta: la solita calata di braghe!

E adesso dovremmo pure rallegrarci per il presunto miglioramento dei rapporti con i vicini a sud, come se fossimo noi quelli con la coscienza sporca? Qui qualcuno deve essere caduto dal seggiolone da piccolo!

Alle sedicenti “buone disposizioni nei nostri confronti” dei politicanti non eletti del Belpaese, buoni solo per loro, potranno forse credere i gatti di marmo della burocrazia bernese. Ma certamente noi non ce la beviamo!

In ballo per le briciole?

Il fatto poi che i contenuti della presunta intesa sulla fiscalità dei permessi G siano top secret suona ulteriormente sospetto!

Certo che, se si parla di applicare le nuove regole solo ai futuri frontalieri e non a quelli già presenti, e se i ristorni resteranno comunque in vigore per altri 15 anni (a colpi di 100 milioni all’anno, fanno un miliardo e mezzo trasferito dal Ticino alla vicina Repubblica), altro che “situazione win win”, come si gasava qualcuno a mezzo stampa: questo sfigatissimo Cantone rimane con un pugno di mosche! Forse qualche milioncino extra  all’anno, d’accordo, ma senza più l’arma dei ristorni che si possono bloccare!

E’ ovvio che la nuova intesa ha senso se la totalità (o quasi) dell’imposta alla fonte prelevata ai frontalieri resta in Ticino! L’Italia tassi poi i suoi cittadini con permesso G per la differenza che intercorre tra il prelievo alla fonte elvetico e la normale imposizione applicata ai cittadini italiani che vivono e lavorano in Italia! Altrimenti stiamo in ballo anni… per cosa? Per le briciole?

Lorenzo Quadri