Pur di calare la braghe con Parigi, la consigliera federale non eletta ed i suoi colleghi gettano a mare perfino i magnificati standard OCSE, sostenuti a spada tratta quando si tratta di capitolare sul segreto bancario

La ministra non eletta Widmer Schlumpf continua a stupire con le sue performances all’insegna della capitolazione totale, sempre e comunque, e della svendita del nostro paese a qualsiasi pressione in arrivo dall’estero. 
Si dice che non c’è limite al peggio e l’operato della ministra del 5% ne è la tragica dimostrazione.
Infatti, il raggio d’azione distruttivo del Dipartimento federale delle Finanze brillantemente diretto dalla signora in questione non si limita alla débâcle sullo scambio d’informazioni bancarie.  Nell’accordo sulla tassazione delle eredità appena siglato con la Francia la ministra del 5% è riuscita a cumulare una serie di mostruosità politiche e giuridiche che gridano vendetta.
C’è da chiedersi con che coraggio l’accordo con la Francia verrà portato davanti alle Camere federali, ma qui vale quanto scritto sopra: al peggio non c’è limite.
Il bello è che la ministra del 5% e con essa il Consiglio federale – sì, perché gli altri sei ministri non ci sono, o se ci sono dormono? – nel trattato con la Francia sull’imposizione delle eredità è riuscito a contraddirsi in modo plateale e contro gli interessi nostro paese.
Infatti ad ogni piè sospinto, per sollecitare calate di braghe a catena sul segreto bancario, il Consiglio federale invoca il modello OCSE. Ci si sarebbe potuti almeno legittimamente attendere che il modello OCSE venisse invocato anche quando paesi stranieri alla canna del gas, che hanno visto nella Svizzera del tutto incapace di difendersi la diligenza da prendere d’assalto, pretendono cose cui non hanno alcun diritto. Invece no.
E’ il colmo: il Consiglio federale invoca il modello OCSE per calare le braghe ma non lo invoca quando invece gli permetterebbe di non calarle. Ecco perché, per l’ennesima volta, la Lega ed il Mattino avevano ragione: l’obiettivo di questo governo federale è solo e quello di cedere sempre e comunque.
Il modello di convenzioni di doppia imposizione sulle successioni e sulle donazioni adottato dall’OCSE si basa su due punti cardine:
1)    l’imposizione nel paese di residenza del defunto
2)    l’imposizione nel luogo in cui si situano gli immobili.
La ministra del 5%, pur di capitolare davanti alla Francia, ha gettato a mare entrambi questi principi. Infatti l’accordo sottoscritto prevede che l’eredità –  beni immobili compresi – di un defunto francese domiciliato in Svizzera possa venire tassata in Francia ad aliquote d’imposizione che possono arrivare fino al 45% se gli eredi sono domiciliati in Francia o – udite udite – se lo sono stati (sic!) in un passato recente. Siamo a livelli da Russia bolscevica, ma da un governo di $inistra come è quello del kompagno Hollande non ci si poteva attendere altro.
In sostanza, grazie all’accordo sottoscritto dalla ministra del 5% in balia del P$$ cui deve la cadrega, la Francia potrà imporre dei patrimoni che non hanno alcun legame con il proprio territorio; questo in vistosa violazione del modello OCSE.
E’ il colmo che il Consiglio federale, che continua a recitare come un mantra la necessità di conformarsi agli standard dell’OCSE, nel caso concreto, invece, se ne distanzi; e che lo faccia CONTRO l’interesse della Svizzera.
E’ ovvio che l’accordo con la Francia, nella denegata ipotesi in cui dovesse entrare in vigore, costituirebbe un catastrofico precedente: altri paesi si affretterebbero infatti a pretendere la stessa cosa. E va da sé che la otterrebbero.
Una nuova dimostrazione, l’ennesima, che la ministra del 5% deve venire lasciata a casa subito. Ricordiamo che costei non ha alcun diritto di occupare il seggio che occupa dal momento che il suo partitino, PBD – il cui presidente Martin Landolt, giustamente sconosciuto ai più, di lavoro fa il lobbysta dell’UBS – non ha nemmeno lontanamente i numeri per anche solo sognarsi di disporre di una cadrega in Consiglio federale.
Quanto all’accordo (e chi vuole già un bel coraggio a definire accordo una simile oscenità) con la Francia: deve fare la fine della Lex Usa, altro felice parto della  ministra del 5%.
Ci auguriamo comunque che, a seguito di simili disposizioni, un numero crescente di francesi abbienti decida di trasferirsi armi, bagagli e gettito fiscale in Svizzera.
Lorenzo Quadri