Cosa aspettiamo ancora a decretare la fine delle trattative ed a bloccare i ristorni?

23 febbraio 2015 – 23 febbraio 2020. Quale ricorrenza si festeggia nella data odierna? Risposta: si festeggiano i 5 anni della parafatura del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri. Quell’accordo la cui definitiva ratifica, a detta dell’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf e del suo improponibile tirapiedi Jacques de Watteville, avrebbe dovuto essere “imminente” già un lustro fa. Non solo: ma la mancata ratifica in tempi brevi, sempre secondo la catastrofica ex ministra, avrebbe portato a “misure unilaterali” da parte della Svizzera. Ohibò, qualcuno ha forse visto qualcosa? Del resto, l’aggettivo unilaterale nel vocabolario dei calabraghisti del governicchio federale nemmeno esiste…

La scusa della “firma imminente” è stata usata ad oltranza dai camerieri bernesi di Bruxelles per ricattare i ticinesotti. E non una, ma più volte. Esempi:  “Guardate che se continuate con la richiesta del casellario giudiziale prima del rilascio di un permesso B o G, l’Italia non ratifica l’accordo e sarà colpa vostra”; “Guardate che se chiudete i valichi secondari di notte, l’Italia non ratifica l’accordo e sarà colpa vostra”; “Guardate che se bloccate i ristorni, l’Italia non ratifica l’accordo e sarà colpa vostra”; “Guardate che se non abbassate le braghe ad altezza caviglia, l’Italia non ratifica l’accordo e sarà colpa vostra”. E avanti di questo passo.

Altro che “comprensione”!

Un modo di agire semplicemente vergognoso: i politicanti della casta euroturbo, a partire proprio dai consiglieri federali, hanno messo il Ticino nella palta con la  devastante libera circolazione delle persone. E tutte le volte (troppo poche) che il nostro Cantone ha preso una qualche misura per difendersi, i politicanti federali adusi a sciacquarsi la bocca con il mantra dell’ “abbiamo comprensione” cosa hanno fatto? Si sono schierati dalla parte dell’Italia contro il Ticino. Altro che comprensione!

Questo è un ulteriore e plateale esempio di tradimento (tanto per richiamare la prima pagina del Mattino della scorsa domenica). Tanto più – ed è il colmo – che il Belpaese non ha mai imputato la mancata sottoscrizione all’una o all’altra misura presa dal Ticino. Semplicemente, i vicini a sud non firmano l’accordo perché non lo vogliono. Punto.

Pochi vantaggi

Il nuovo trattato prevede che i frontalieri paghino più tasse e che al Ticino resti “attaccato là” qualche soldo in più. Far pagare più tasse ai frontalieri sarebbe doveroso in un’ottica di giustizia fiscale. I frontalieri infatti sono attualmente dei privilegiati fiscali rispetto agli italiani che vivono e lavorano in patria. Che nessun politicante italico se ne occupi e se ne preoccupi, è incomprensibile. Oltreramina votano solo i frontalieri?

Detto questo, l’accordo non è poi particolarmente vantaggioso per noi. Per tre motivi.

  • Le maggiori entrate per il Ticino sarebbero modeste;
  • L’aumento della pressione fiscale sui frontalieri sarebbe assai limitato e non sufficiente a metterli nella condizione di dover chiedere stipendi superiori. Quindi “effetto antidumping” poco o niente;
  • In compenso il nuovo trattato non prevedrebbe più il versamento dei ristorni; di conseguenza il Ticino non avrebbe più la possibilità di bloccarli. In questo modo il nostro Cantone perderebbe l’unico mezzo di pressione efficace in suo possesso nei confronti del Belpaese. Ciò in cambio, come si è visto, di poco.

Non durano in eterno

D’altra parte è assolutamente scandaloso il comportamento dei politicanti d’oltreramina. Costoro, senza vergogna alcuna, considerano la vetusta Convenzione del 1974 alla stessa stregua dei 10 comandamenti: come se fosse scolpita nella pietra. Uno di essi, un $inistrato del PD, nelle scorse settimane ha addirittura avuto la lamiera di sostenere che la Svizzera non potrebbe disdire unilateralmente detta convenzione. Ma stiamo scherzando? La Svizzera può eccome disdire unilateralmente la Convenzione, e ci mancherebbe che così non fosse! Gli accordi internazionali non durano in eterno.  La presa di posizione del soldatino PD dimostra la considerazione in cui i vicini a sud ci tengono: nessuna!

Bloccare i ristorni

Visto che sono ormai passati 5 anni dalla parafatura del nuovo accordo fiscale, ma la firma tricolore ancora non è arrivata, è evidente che esso va considerato ormai sepolto. In questo periodo di tempo a Roma si sono succeduti governi e ministri di tutti i colori politici. Nessuno ha mai voluto concludere. Di conseguenza, è chiaro che la firma non arriverà mai. La Svizzera dunque deve fare solo una cosa, anzi due. Primo: decretare il fallimento delle trattative per colpa del Belpaese (vorremmo vedere quale altro Stato non lo farebbe, dopo cinque anni d’italica melina). Secondo: disdire unilateralmente la Convenzione del 1974. Chiaro il messaggio, KrankenCassis? Altro che andare a Davos con le due degne colleghe Sommaruga e KKS ad implorare la baliva Von der Leyen di tacere sull’accordo quadro fino al 17 maggio, perché qualsiasi ingerenza porterebbe acqua al mulino dell’iniziativa contro la libera circolazione!

Dal canto suo, ed indipendentemente da quello che faranno i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale con la convenzione del 1974, il governicchio cantonale deve bloccare i ristorni.

Ricordiamoci che il Lussemburgo – Stato membro UE! – per i frontalieri attivi sul proprio territorio a Francia e Germania versa zero ristorni!
Lorenzo Quadri