Come previsto: i balivi di Bruxelles fanno pressione, e la partitocrazia eurolecchina…
Come volevasi dimostrare! Non abbiamo fatto a tempo a chiudere le urne di votazione dell’iniziativa “Per la limitazione” che la fallita UE, quella che pretende di comandare in casa nostra, è tornata alla carica con lo sconcio accordo quadro istituzionale.
La galoppina dell’Anghela Merkel, Ursula von der Leyen (stesso livello del suo predecessore “Grappino” Juncker ma senza nemmeno la scusante dell’ubriachezza) si è subito messa a starnazzare: “ci aspettiamo che il Consiglio federale firmi in tempo brevi” l’accordo quadro. La stessa cosa l’aveva già detta, addirittura prima del 27 settembre, tale Andreas Schwab (Andreas chi?) presidente della delegazione dell’inutilissimo europarlamento che si occupa dei rapporti con la Svizzera.
Dopo il voto, l’Andreas è andato ancora più lungo, definendo la bocciatura dell’iniziativa “una spinta verso l’accordo quadro”.
Il ministro degli esteri del Belpaese Giggino Di Maio ha invece definito il voto del 27 settembre “una bella notizia”. A parte che il bibitaro con ogni probabilità nemmeno sa cosa sia l’accordo quadro, il coro è unanime.
Via bilaterale a ramengo
Se qualcuno è stato così fesso da votare no all’iniziativa Per la limitazione pensando di “salvare la via bilaterale”, bevendosi le panzane della casta, è servito. Perché col suo voto ha ottenuto il risultato contrario. I balivi di Bruxelles la via bilaterale non la vogliono più. L’hanno chiarito da un pezzo. Vogliono, invece, gestire la Svizzera come una loro colonia. Il voto del 27 settembre li ha ringalluzziti. Ha confermato che basta spaventare un po’ gli svizzerotti che questi subito calano le braghe. Dunque, adesso metteranno i loro camerieri bernesi sotto pressione. I quali, come di consueto, si chineranno a 90 gradi. Idem la partitocrazia. Il PLR ha già detto che lo sconcio accordo quadro sarebbe “l’accordo della ragione, da firmare subito”. Il presidente uregiatto Gerhard Pfister ha tematizzato la questione della sovranità. Ma qualcuno davvero crede che, quando si tratterà di venire a dunque, i PPDog si opporranno l’accordo quadro? Ma mai più! Assieme al resto della partitocrazia, strilleranno ai rapporti con l’UE da salvare e quindi… bisogna genuflettersi! Quanto ai $inistrati, la remenano con la questione delle misure accompagnatorie, che l’accordo quadro cancellerebbe con un colpo di spugna. Come se il problema fossero le misure accompagnatorie, la cui utilità è pari a quella del famoso cerotto sulla gamba di legno! Con o senza misure accompagnatorie, l’accordo quadro rimane una sconcezza! Infatti, il mercato del lavoro ticinese si trova nell’attuale situazione di palta malgrado la presenza delle misure accompagnatorie! Figuriamoci poi se il P$, partito che nel suo programma ha l’adesione della Svizzera all’UE, oltre che l’abolizione dell’esercito, è interessato a difendere la sovranità nazionale. Ma quando mai!
La fine della Svizzera
L’accordo quadro istituzionale contiene la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE in ambiti fondamentali. I balivi di Bruxelles ci detteranno le leggi ed i loro giudici STRANIERI (quelli della Corte europea di giustizia) le applicheranno in casa nostra. E’ evidente che ciò segnerebbe la FINE della Svizzera come Stato autonomo e sovrano. E segnerebbe pure la fine della nostra democrazia diretta.
A ciò si aggiungono altre questioni non certo secondarie. Ad esempio, la direttiva UE sulla cittadinanza, che sancirebbe la libera immigrazione nel nostro Stato sociale. Renderebbe impossibile l’espulsione degli stranieri che delinquono e/o che sono a carico dello Stato sociale, se essi sono cittadini comunitari. E’ quindi anticostituzionale. Oppure le citate misure accompagnatorie, che verrebbero cancellate. Mentre i contributi miliardari di coesione diventerebbero ricorrenti ed automatici.
Rinegoziare?
E’ inutile che i soldatini della casta vengano a raccontarci la storiella dell’accordo quadro che va “rinegoziato”. Sono le solite balle di fra’ Luca. I balivi di Bruxelles non vogliono rinegoziare un bel niente. L’hanno detto da tempo, e a chiare lettere. Al massimo, saranno disposti ad entrare nel merito su questioni marginali. In nessun caso accetteranno di rinunciare alla ripresa automatica del diritto UE ed ai giudici stranieri. Essi sono l’essenza dell’accordo quadro; e questa essenza è per noi inaccettabile.
Quindi, cosa cavolo si rinegozia? L’accordo quadro va semplicemente RESPINTO!
Lorenzo Quadri