Altro che firmare nuovi trattati-capestro! Bisogna disdire qualcuno di quelli in vigore

 

Il ministro degli esteri (ex) doppiopassaporto Ignazio KrankenCassis ha fretta di concludere lo sconcio accordo quadro istituzionale. Quell’accordo capestro che – lo ripetiamo per l’ennesima volta, ma come dicevano gli antichi romani repetita iuvant – ci trasformerebbe di fatto in unacolonia dell’UE.

Con un simile trattato in vigore, in ambiti importanti non potremmo più decidere un tubo: ci arriverebbero i diktat direttamente da Bruxelles, con i giudici stranieri ad applicarli. Sì, giudici stranieri. Altro che la fregnaccia della Corte arbitrale composta da magistrati svizzeri e della DisUnione europea che adesso tentano di spacciarci per buona.  Una simile corte potrebbe semmai decidere sull’applicazione del diritto svizzero. Ma per il diritto UE, gli eurobalivi non riconoscono altra giurisdizione che quella della Corte di giustizia europea.

Lavaggio del cervello

Se il risultato del famoso “tasto reset” è la corsa autolesionista alla sottoscrizione dell’accordo quadro, siamo a posto. In realtà il tasto reset è stato sì schiacciato, ma sulle promesse fatte dal ministro degli Esteri liblab prima della sua elezione.

Ulteriore aggravante: i due consiglieri federali PLR, ovvero KrankenCassis ed il ministro dell’economia Johann “Leider” Ammann, sarebbero pronti a scarificare sull’altare dell’accordo che “va assolutamente concluso” perfino le striminzite misure accompagnatorie alla devastante libera circolazione. Non è certo un caso che l’inqualificabile SECO, Segreteria di Stato dell’economia, inquadrata nel Dipartimento di “Leider” Ammann, abbia ripreso con rinnovato vigore le operazioni di lavaggio del cervello agli svizzerotti. Obiettivo: far credere che la libera circolazione sia una figata pazzesca che genera zero problemi.  Soppiantamento? Dumping salariale? Non esistono! Tutte balle della Lega populista e razzista!

E quindi, visto che – secondo i soldatini della SECO – la libera circolazione non ha alcuna controindicazione, le misure accompagnatorie non servono. Di conseguenza, non si perde nulla a rottamarle per far contenti i padroni di Bruxelles. Elementare, no?

Incompatibilità

E visto che la credibilità della SECO è più o meno ai livelli di quella del Gatto Arturo,per ulteriormente lavare il cervello al popolazzo vengono attivati gli istituti demoscopici di regime.  Missione: presentare un sondaggio da cui emerge che il gradimento dell’accordo quadro sarebbe in rialzo tra la popolazione. Certo, come no! Ce li immaginiamo i sondaggisti prezzolati che chiedono alla sciura Maria di anni 87 cosa ne pensa dell’accordo quadro istituzionale e pongono le domande in modo da ottenere la risposta desiderata dal committente!

Ricorrere a simili trucchetti per tentare di manipolare l’opinione pubblica è semplicemente penoso.

Si può girarla e pirlarla finché si vuole. L’accordo quadro è e rimane incompatibile con la sovranità svizzera e con i diritti popolari. Anzi, è semplicemente incompatibile con la dignità di un qualsiasi Stato,visto che impone leggi e giudici stranieri.

Si avvicina il Primo d’agosto e noi ci ritroviamo con un ministro degli Esteri binazionale che sogna di festeggiare il Natale della Patria svendendola a Bruxelles tramite l’ennesimo trattato-capestro. Non ancora contento, vorrebbe addirittura aggiungerci un regalo di 1.3 miliardi di Frdi contributo di coesione. E cosa ci dà l’UE in cambio? Facile: il solito calcione nel fondoschiena!

Perfino al DFE…

Perfino il direttore del DFE Christian Vitta, PLR, ha dichiarato, in relazione allo sconcio accordo quadro istituzionale, che “piuttosto che firmare un brutto accordo è meglio attendere”. In realtà anche KrankenCassis a parole inizialmente sosteneva una tesi del genere. Poi però è scattato il “contrordine compagni”; e adesso la linea è diventata quella del “firmare ad ogni costo”.

Non ci siamo proprio. L’accordo quadro non va firmato. Né adesso né mai. Perché con l’UE non bisogna più sottoscrivere alcun trattato. Al contrario, bisogna cominciare a disdire qualcuno di quelli in essere.

Visto che il Primo agosto è ormai alle porte, un suggerimento ai camerieri di Bruxelles in Consiglio federale per fare un regalo alla Patria in occasione della sua festa: una bella letterina al presidente della Commissione UE Jean-Claude “Grappino” Juncker (quello che al vertice NATO non si reggeva in piedi, non si sa se per eccessi alcolici o per altri problemi). Bastano due punti facili-facili:

  • Non si firma nessun accordo quadro, né adesso né mai;
  • Il regalo da 1.3 miliardi ve lo levate dalla capoccia.

E’ così difficile?

Lorenzo Quadri