E sia chiaro che non si decide niente con due “ministri” con già le valigie in mano!
Dopo anni di eurolecchinaggio spinto, il presidente del P$$, partito che vuole l’adesione all’UE, blatera di referendum contro l’accordo quadro: ma pensa che gli svizzeri siano scemi?
La telenovela sullo sconcio accordo quadro istituzionale prosegue!
Ricordiamo per l’ennesima volta (repetita iuvant) che questo accordo colonialeci porterebbe:
- La ripresa dinamica, ovvero automatica, del diritto UE;
- I giudici stranieri;
- La fine delle già striminzite misure accompagnatorie alla devastante libera circolazione delle persone;
- L’obbligo di recepire la direttiva UE sulla cittadinanza; il che significa: tutti gli immigrati comunitari saranno liberi di attaccarsi alla mammella dello Stato sociale elvetico senza alcun limite, mentre agli svizzerotti sarà impossibile espellere i delinquenti stranieri se questi sono cittadini UE;
- Invasione di TIR da 60 tonnellate (chissà come mai i kompagni ro$$overdi a questo proposito tacciono omertosi?);
- Fine della banche cantonali con garanzia dello Stato;
- Eccetera eccetera.
Frena, Ugo!
La discussione nel governicchio federale sulla sottoscrizione o meno dello sconcio accordo quadro istituzionale era prevista per venerdì scorso. E, secondo i cinguettii degli uccellini bernesi, il testo proposto dal ministro degli esteri italosvizzero Ignazio KrankenCassis (PLR) sarebbe una tale improponibile ciofeca,con rottamazione di tutte le linee rosse (perché, forse qualcuno si era bevuto la fandonia delle “linee invalicabili”?), da non trovare nemmeno una maggioranza in Consiglio federale. Il che è tutto dire!
La discussione governativa, però, è stata rinviata ed agendata a venerdì prossimo. E qui si pone un ulteriore problema. Non sta né in cielo né in terra che su un tema di tale importanza per il futuro del paese statuiscano due ministri con già le valigie in mano (la Doris uregiatta e “Leider” Ammann). Questo sarebbe valso se si fosse deciso venerdì scorso, e vale a maggior ragione se si deciderà venerdì prossimo, con i successori dei due uscenti già scelti dalla partitocrazia federale ma non ancora entrati in carica.
Levrat, ci sei o ci fai?
Fa poi ridere i polli l’ipocrita risveglio a scoppio ritardato del kompagno Christian Levrat, presidente del P$$, che adesso pensa di prendere per i fondelli la gente ipotizzando un referendum contro l’accordo quadro istituzionale.
Ma questo Levrat ci è o ci fa? Fino ad un paio di mesi fa blaterava che lo sconcio trattato coloniale andava firmato subito (sic). Il $uo partito ha nel programma l’adesione della Svizzera all’UE. Ed il P$$ si è sempre schierato dalla parte dei balivi di Bruxelles e contro la sovranità svizzera ed i nostri diritti popolari.
Adesso che le elezioni federali si avvicinano, il buon Levrat si accorge (dopo averne mangiate cinquanta fette) che l’accordo quadro comporta la FINE di quelle misure accompagnatorie con cui i $inistrati si sono sempre riempiti la bocca nel goffo tentativo di giustificare le loro posizioni eurolecchine, deleterie per i lavoratori svizzeri? Eh no, non ci siamo proprio! Come recita il noto slogan: “non siamo mica scemi!”.
Lorenzo Quadri