Le parole di Ueli Maurer hanno mandato in bestia la partitocrazia. Dimostrazione che…

Il buon Ueli Maurer, presidente di turno della Confederella, ha sollevato un vespaio nella partitocrazia dichiarando sulla stampa domenicale d’Oltregottardo che lo sconcio accordo quadro istituzionale sarebbe “semplicemente morto”. La dichiarazione è stata fatta davanti ad un gruppo di ambasciatori. I quali, o poverini, ne sarebbero rimasti gravemente turbati. Roba da finire in analisi. Ma guarda un po’ questi politicanti cattivi che provocano dei dispiaceri agli strapagati e poco stressati burocrati federali!

Poi, probabilmente messo sotto pressione dai soliti “poteri forti” (spalancatori di frontiere pro-saccoccia che della Svizzera e degli svizzeri se ne sbattono) Maurer ha dovuto rientrare nei ranghi, dicendo di essere stato frainteso. Non si capisce il senso della retromarcia: che si trattasse di un’opinione personale e non di quella del governicchio federale era chiaro anche al Gigi di Viganello. La maggioranza del CF, formata da esponenti della partitocrazia cameriera dell’UE, è fermamente intenzionata a sottoscrivere il trattato coloniale. E questo è evidente.

Il soldatino PLR…

Cogliendo l’occasione per mettersi in mostra sui media, il soldatino liblab di turno, tale consigliere nazionale Portmann, è subito corso a strillare la propria indignazione ai microfoni della SSR, dicendo che “porterà la questione davanti dal parlamento” (uhhh, che pagüüüraaa!), ed accusando Maurer di aver pugnalato (accipicchia) il corpo diplomatico svizzero.

Che tolla!  Semmai, è il corpo diplomatico euroturbo del Dipartimento degli esteri targato ex partitone a pugnalare la Svizzera a suon di genuflessioni, concessioni, calate di braghe davanti all’UE.

I signori diplomatici, pertanto, faranno bene a starsene calmini. A volare basso e schivare i sassi. La Svizzera non è agli ordini dei burocrati euroturbo del DFAE bramosi di svendere la nazione a Bruxelles; e questi signori faranno bene a metterselo in testa una volta per tutte.

“Accordo indispensabile”?

La sortita pro-accordo quadro del soldatino liblab di turno è comunque l’ennesima dimostrazione che l’ex partitone SMANIA per sottoscrivere il trattato-capestro che trasformerebbe la Svizzera in una COLONIA dell’UE. Lo sconcio accordo quadro prevede infatti la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto comunitario in ambiti fondamentali. Traduzione: i balivi di Bruxelles ci impongono le leggi. Ed i giudici stranieri (della Corte europea di giustizia) le applicano in casa nostra. A ciò si aggiungono tutti gli annessi e connessi: direttiva UE sulla cittadinanza, fine delle misure accompagnatorie, eccetera.

Il triciclo PLR-PPD-PSS, e l’ex partitone in primis, vuole questo sfacelo. Ed infatti, il consigliere federale italo-svizzero KrankenCassis ha pensato bene di uscirsene a dichiarare che lo sconcio accordo quadro sarebbe indispensabile. Nientemeno! Alla faccia del tasto “reset”: l’ex lobbysta dei cassamalatari – quello che va in giro a vantarsi (!) che lui mai dirà “Switzerland first” –  è diventato la fotocopia del suo predecessore euroturbo Didier Burkhaltèèèr.

Quisquilie

E’ palese che, non appena passate le elezioni, la partitocrazia correrà a sottoscrivere l’ “indispensabile” trattato-capestro: giù, chinati a 90 gradi!

La richiesta all’UE di ulteriori negoziazioni è del tutto farlocca e fa ridere i polli. A parte che Bruxelles ha detto chiaro e tondo che le negoziazioni si sono chiuse nel dicembre 2018, la partitocrazia finge di voler disquisire, tanto per prendere tempo, su questioni di dettaglio; su quisquilie e pinzillacchere. Mentre la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto dell’Unione europea, i giudici stranieri, ed anche la direttiva UE sulla cittadinanza (che ci verrà imposta col ricatto il giorno dopo l’approvazione dell’obbrobrioso trattato) sono già dati per acquisiti.

E ancora si inalberano?

E’ evidente che il punto centrale dell’accordo quadro non è quanti giorni dovrà attendere una ditta di uno Stato UE prima di poter lavorare da noi. Il punto centrale è il futuro della Svizzera come Stato sovrano ed indipendente. Un futuro che lo sconcio accordo quadro istituzionale distrugge. Perché tra il legarsi “istituzionalmente” alla Svizzera ed aderire all’UE la differenza è solo di dettaglio.

E poi i politicanti del triciclo euroturbo – quelli che hanno vigliaccamente rimandato a dopo le elezioni la decisione sullo sconcio accordo quadro, sulla marchetta da 1.3 miliardi all’UE, sul demenziale patto ONU sulla migrazione, per assicurarsi le cadreghe ed in seguito infinocchiare i cittadini senza rischiare più niente – hanno il coraggio di inalberarsi quando gli si fa notare che loro vogliono l’adesione all’UE? Che tolla! Ma questa suscettibilità ha una spiegazione evidente. Si chiama coda di paglia.

Lorenzo Quadri