Ogni tanto da Berna arriva anche qualche buona notizia. Ma non bisogna illudersi
Per i $inistrati non è il momento migliore. Il che è anche fonte di qualche soddisfazione. Come sappiamo, lo sconcio accordo quadro istituzionale è stato rottamato dal Consiglio federale. Non certo perché il governicchio abbia cambiato idea al proposito, ma solo perché aveva paura di venire asfaltato dalle urne in votazione popolare.
I $ocialisti, come abbiamo visto, non l’hanno presa bene. Perso ogni ritegno, ora pretendono addirittura l’adesione all’UE. Alla faccia della volontà popolare, che è a stragrande maggioranza contraria. Ma chi pensano di rappresentare questi kompagnuzzi? Comunque, tenere bene a mente: votare P$ = votare per l’adesione all’Unione europea.
Patto ONU
Ma la gauche-caviar non ha finito di rosicare. Come ben sappiamo, è sempre in ballo anche il delirante patto ONU sulla migrazione: quello che vuole trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano ed introdurre la figura degli asilanti climatici. Neppure in quest’ambito l’evoluzione è quella sperata dagli immigrazionisti gauche-caviar. Infatti, il Consiglio degli Stati ha deciso di sospendere la trattazione dell’oggetto. Questo significa che l’esame slitterà almeno di un altro anno.
La fanfaluca della soft law
Intendiamoci: non facciamo salti di gioia per questa notizia. Il parlamento dovrebbe finalmente avere il coraggio di affossare il Patto ONU sulla migrazione.
Alla storiella della “soft law”, ovvero del patto che non sarebbevincolante, non ci crede nessuno. Non è mai accaduto che la Svizzera firmasse un accordo senza poi attenervisi pedissequamente. Anche contro i propri stessi interessi (manie da primi della classe). Del resto, se davvero non si intendesse applicare il Patto ONU, perché sottoscriverlo? Sarebbe una presa per i fondelli.
E’ manifesto che per la Svizzera il Patto ONU sulla migrazione diventerà vincolante nel momento stesso in cui lo firmerà. Del resto, il passaggio da soft law ad hard law è breve. La soft law diventa standard internazionale, chi non si adegua viene sanzionato ed il governicchio federale… giù le braghe!
Col segreto bancario è andata più o meno così.
Ro$$i in tilt
Ebbene, la decisione di mettere in congelatore il Patto Onu per la migrazione non è andata giù ai $inistrati i quali, ancora una volta, sono andati in tilt. Il kompagno senatore Carlo Sommaruga, simpatico come un cactus eccetera, si è subito messo a sbraitare al presunto danno d’immagine (?) a livello internazionale per la Svizzera. Uhhh, che pagüüüraaa!
Qui qualcuno dev’essere proprio caduto dal seggiolone da piccolo. E noi dovremmo accettare l’introduzione della libera circolazione delle persone a livello mondiale… solo per una questione d’immagine? Ma anche no! Altro che sottoscrivere patti ONU. Dal BidONU – in cui mai saremmo dovuti entrare – usciamo proprio!
Doppi passaporti
Terzo motivo di rosicamento ro$$overde nel giro di pochi giorni. Il Consiglio nazionale ha accolto a maggioranza una mozione del presidente Udc Marco Chiesa in base alla quale i deputati, nelle loro relazioni di interesse, dovranno indicare anche i passaporti di cui sono in possesso. Lo stesso varrà pure per i Consiglieri federali. Ira funesta della gauche-caviar multikulti, quella che pretende che i parlamentari rendano pubblico anche il colore delle mutande, però le nazionalità plurime devono restare top secret! Ohibò, vuoi vedere che a $inistra hanno qualcosa da nascondere?
E’ ovvio che il possesso di un passaporto di un altro paese, oltre che di quello elvetico, costituisce una relazione di interesse importante. Gli elettori hanno diritto di sapere. Perché qui stiamo parlando di persone che fanno politica a livello nazionale, ma non si sentono nemmeno abbastanza svizzere per rinunciare alla cittadinanza del paese d’origine. Una tipologia assai diffusa tra i soldatini della gauche-caviar: ed i risultati si vedono.
E’ poi il colmo che proprio i kompagni si sciacquino la bocca e facciano populismo da quattro soldi sulla trasparenza, ma quando si tratta di passaporti doppi o tripli… opacità totale! Anche la trasparenza – come la morale, come la legalità – a $inistra vale a senso unico. Cioè solo quando fa comodo.
E’ evidente che rendere pubbliche le nazionalità dei deputati federali è solo un piccolo passo avanti. La richiesta della Lega va oltre: chi fa politica – per lo meno a livello federale – deve avere un solo passaporto!
Lorenzo Quadri