L’indagine secondo cui il 64% degli svizzeri sarebbe favorevole fa ridere i polli
La casta vuole assolutamente firmare lo sconcio accordo quadro con la fallita UE. In altre parole: è decisa a svendere la Svizzera per il proprio tornaconto. Tuttavia, il popolo sembra consapevole che l’osceno trattato coloniale, che i balivi di Bruxelles ci vogliono imporre con il ricatto, segnerebbe la FINE del nostro Paese.
Come cercare di sradicare questa consapevolezza? Ma con un bel lavaggio del cervello, ovviamente!
E uno degli elementi costitutivi del lavaggio del cervello sono i sondaggi taroccati.
Taroccare è facile
Del resto, taroccare un sondaggio per fargli dire quello che “si” vuole sentire – o meglio: quello che il committente vuole sentire – è facilissimo. Tutto dipende da come si formulano le domande e da come si gestiscono le risposte.
Così nei giorni scorsi la stampa d’Oltralpe – segnatamente il Blick – si è messo a starnazzare sull’esito di un sondaggio secondo cui il 64% degli svizzeri (sic!) sarebbe favorevole allo sconcio accordo quadro istituzionale. Da far ridere i polli.
Percentuali del genere in una votazione popolare sono eccezionali. Figuriamoci se sono credibili per un tema combattuto (giustamente combattuto) come quello dei rapporti con l’UE.
Il disegno è chiaro
Ma chi è il committente del sondaggio? Interpharma, ovvero l’associazione di categoria dell’industria farmaceutica. La quale pistona – per ovvi motivi monetari – lo sconcio accordo quadro. Interpharma non fa beneficienza. Se commissiona sondaggi, è per influenzare l’opinione pubblica secondo i propri desiderata.
E chi ha svolto materialmente l’inchiesta demoscopica? L’istituto gfs.bern, specializzato in sondaggi farlocchi a sostegno della casta. E a strombazzare i risultati del “credibilissimo” sondaggio è il Blick, una testata del gruppo editoriale Ringier, il cui patron ebbe a dire: “nessun giornalista contrario all’UE lavorerà mai in una mia redazione”. Con simili premesse, il quadro è completo.
E’ forse stato chiesto…
Quali domande sono state poste alle persone interpellate? E’ forse stato chiesto se sono d’accordo che le nostre leggi ci vengano dettate dai burocrati di Bruxelles? E’ forse stato chiesto se sono d’accordo che qualsiasi cittadino UE possa arrivare in Svizzera e farsi mantenere vita natural durante? E’ forse stato chiesto se sono favorevoli a che nessun criminale UE venga più espulso? E’ forse stato chiesto se sono favorevoli a sottomettere la Svizzera aigiudici stranieri? Ma certo che no! E’ evidente che il tenore delle domande poste era ben altro.
Ringalluzzire i sostenitori
Ovviamente il sondaggio farlocco serve a ringalluzzire i sostenitori dello sconcio trattato coloniale, attualmente un po’ afflosciati. Di modo che mettano pressione sul governicchio federale affinché cali le braghe e sottoscriva il Diktat UE. A cominciare dal PLR, partito che ubbidisce ad Economiesuisse, ovvero il club dei manager stranieri delle multinazionali.
La prossima tappa dell’operazione lavaggio del cervello sarà la consueta campagna di disinformazione che dipingerà scenari apocalittici in caso di rifiuto dell’accordo quadro. Campagna che sarà finanziata con dovizia di milioni, ed affidata ad una grossa società di comunicazione con cui la casta è legata a filo doppio. Ad esempio la bernese Furrerhugi.
Va da sé che i $inistrati, sempre pronti a sollevare il tema del finanziamento delle campagne elettorali o di votazione (ma solo quelle degli altri), nel caso specifico rimarranno zitti come tombe. Citus mutus!
L’argomento principe
Ovviamente, l’argomento principe della campagna saranno le clausole ghigliottina ed altre amenità del genere; a partire dalla minaccia, peraltro già formulata dagli eurobalivi, che un no all’accordo quadro porterebbe alla fine dei bilaterali. Non facciamoci fregare! Punto primo, l’UE non getterà mai a mare i bilaterali, dal momento che essi sono nell’interesse degli Stati membri e non certo della Svizzera. Punto secondo, l’importanza commerciale degli accordi bilaterali viene clamorosamente – e di proposito – sopravvalutata. A regolare i rapporti commerciali con l’UE è infatti in massima parte l’accordo di libero scambio del 1972. Che nulla c’entra con in bilaterali, né con l’accordo quadro.
La parola chiave
Il sondaggio farlocco non è che una tappa in un percorso già stabilito, con cui la casta euroturbo tenterà di convincere i cittadini ad accettare la svendita della Svizzera a Bruxelles.
E’ di certo significativo che, negli articoli che presentano l’indagine taroccata, non venga mai scritta, nemmeno una volta, la parola sovranità. Eppure il tema centrale è questo!
Con l’UE non si firma più proprio un bel niente! Abbiamo già ceduto fin troppo! Ogni nuovo accordo viene usato dagli eurobalivi per ricattarci: basta!
#swissexit
Lorenzo Quadri