Malgrado tutte le fregature, il ministro liblab ancora si beve le promesse italiche

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Il ministro liblab dell’economia, Johann “Leider” Ammann, dopo essersi fatto un giretto enogastronomico nel Belpaese, al rientro dichiara in toni trionfalistici: la firma del famigerato accordo sulla fiscalità dei frontalieri è  “questione di pochi mesi” (sic!) garantisco io! Me l’ha assicurato Carlo Calenda!

Calenda chi?

Ossignùr, “Leider” Ammann, Calenda chi? Chi sarebbe costui? Un ministro del governo Gentiloni, peraltro già in scadenza; un tizio che nessuno conosce – nemmeno nel Belpaese! E sarebbe questo il garante della firma? O Johann (Giuànn per gli amici): a parte il fatto che la ratifica deve passare dal parlamento italico che delle dichiarazioni del Calenda se ne impipa: com’è possibile che tu non abbia ancora capito l’antifona? Ogni volta l’interlocutore italico di turno, spesso e volentieri senza alcuna voce in capitolo, rabbonisce lo svizzerotto spergiurando che  “l’è tüt a posct”. E lo svizzerotto si fa  infinocchiare. Va da sé che le  promesse vengono puntualmente disattese. E come si giustifica l’interlocutore d’Oltreramina? “Ma non dipende da me, ma è un altro ministero, ma sono le Regioni, ma è il parlamento, ma è colpa della richiesta del casellario, delle tempeste astrali, del Gigi di Viganello, dei tatuaggi della Belen,…”.

Il teatrino si ripete

Quante volte abbiamo assistito a questo squallido teatrino? Cinque? Dieci? Venti? E a Berna non hanno ancora capito l’andazzo?

Il buon “Leider” Ammann, come ministro dell’economia, magari dovrebbe sapere che la vicina Penisola ha semplicemente gettato nel water la famosa road map, ed in particolare la possibilità per le banche svizzere di operare nel Belpaese. Se per lavorare con i clienti italiani le banche ticinesi dovranno spostare fisicamente gli uffici al di là della ramina, indovinate un po’ quale sarà la conseguenza? Esatto, ulteriori licenziamenti di massa sulla piazza finanziaria ticinese! Centinaia – o migliaia! – di disoccupati in più in Ticino! Mentre i vicini a sud continuano ad invaderci con frontalieri e padroncini e se la ridono a bocca larga!

La sveglia non suona mai?

Ma cosa deve ancora succedere perché qualche alto papavero bernese si accorga finalmente che il Belpaese non ha alcuna intenzione di far fronte ai propri impegni con la Svizzera? “Leider” Ammann crede veramente che in pieno clima elettorale i politicanti d’Oltreconfine decideranno di tassare di più i frontalieri, perdendone così i voti? Ma il Ministro liblab dell’economia mangia pane e volpe a colazione?

Da oltre tre anni…

La storiella della “firma imminente dell’accordo sui frontalieri” la sentiamo da ben oltre tre anni. Era infatti il giugno del 2014 quando l’ (allora) CF del 5% Widmer Schlumpf promise alla Deputazione ticinese a Berna la firma “nel giro di pochi mesi” . In caso contrario, disse a chiare lettere la ministra, ci sarebbero state “misure unilaterali” della Confederazione nei confronti dell’Italia. Certo, come no! Di firme neanche l’ombra e di “misure unilaterali” ancora meno. Del resto, solo un allocco poteva credere che un Consiglio federale che ha fatto della calata di braghe “sempre e comunque” il proprio modus operandi abituale avrebbe preso delle misure di ritorsione contro il Belpaese (o contro chicchessia). Altro che ritorsioni: togliamo addirittura le castagne dal fuoco alla vicina Repubblica in materia di caos asilo, facendoci carico di finti rifugiati che non ci spettano, perché “bisogna (?) aiutare l’Italia”.

Visti i precedenti, come “Leider” Ammann possa dichiarare, gongolante, che l’accordo sui frontalieri sarà cosa fatta nel giro di qualche mese (magari calcolato secondo l’anno di Plutone, che dura 248 anni terrestri?), e questo a seguito delle “rassicurazioni” ricevute da uno sconosciuto ministro in scadenza,  supera ogni umana comprensione.

Lorenzo Quadri