Da Berlino la nuova moda – prima o poi qualche automobilista si difenderà da solo
I delinquenti climatici attivi in Svizzera hanno un’abitudine: quella di copiare le peggiori fonchiate in arrivo dalla Germania. Per cui prepariamoci alla nuova evoluzione (o meglio, involuzione): i delinquenti climatici, non contenti di incollarsi al manto stradale, adesso hanno cominciato ad appiccicarsi direttamente alle automobili. Si sdraiano a fianco del veicolo, infilano le braccia nei cerchioni e si incollano le mani. Un’operazione demenziale oltre che rischiosa. Pensiamo solo a cosa potrebbe accadere nel caso in cui il veicolo si mettesse in movimento. Non necessariamente per volontà di qualcuno, anche solo perché il freno a mano non era ben tirato.
Attaccati alle ruote
A Berlino la mattina di lunedì 15 maggio la teppaglia climatica ha mandato in tilt la circolazione per ore. In ben 17 punti della città (arterie di grande transito) i climatisti hanno bloccato il traffico. Ne riferisce la Bild del giorno successivo con una paginata ricca di fotografie.
A Charlottenburg gli ecodelinquenti hanno proceduto nel modo seguente: hanno bloccato le strade con dei veicoli in affitto per poi attaccarsi ai cerchioni (vedi descrizione sopra). La polizia ha dovuto prima smontare le ruote delle auto con i climatisti ancora attaccati, e poi rimuovere le vetture con il carro attrezzi. Non sappiamo se e come i manifestanti siano stati staccati dalle ruote. Ma di questo, francamente, poco ci importa.
Sempre lo stesso giorno, in altre zone della capitale tedesca, i climatisti si sono incollati all’asfalto con una miscela speciale, creata per rendere più difficile scollarli dal manto stradale. Risultato: gli automobilisti sono rimasti bloccati per ore. La situazione si è normalizzata solo attorno alle 13.
Reati penali
Per questa volta i delinquenti climatici per la loro prodezza hanno utilizzato delle auto prese a noleggio. Facile però immaginare che un domani potrebbero pensare “bene” di incollarsi o di ammanettarsi a dei veicoli di terze persone scelte a caso. Vuoi vedere che d’ora in poi gli automobilisti, prima di partire, dovranno pure controllore di non avere dei vandali attaccati alle ruote, o magari al paraurti posteriore?
Va da sé che il delinquente climatico che si incolla all’automobile di una terza persona commette almeno due reati: da un lato la coazione nei confronti del conducente (articolo 181 del Codice penale svizzero, CPS, punibile con pena pecuniaria o pena detentiva fino a 3 anni) dall’altro il danneggiamento del veicolo (articolo 144 CPS; anche in questo caso la pena può essere pecuniaria o detentiva fino a tre anni).
A ciò si aggiunge l’articolo 237 CPS (perturbamento della circolazione pubblica); la sanzione è la medesima dei due articoli citati in precedenza.
C’è margine
Come si vede, il giudice di buona volontà ha margine per infliggere condanne pesanti. Visto che gli organizzatori dei blocchi stradali sono recidivi, e di certo non sono pentiti, ci sono tutti i motivi per comminare le pene massime. In Gran Bretagna è successo: di recente, un paio di questi delinquenti climatici si sono visti appioppare tre anni di prigione. Eppure la radio R$I ha ancora avuto da recriminare sulla condanna. Avanti con la propaganda ro$$overde! Oltretutto ciò è avvenuto nell’ambito di una trasmissione d’intrattenimento.
Sempre l’emittente di regime nel programma “60 minuti” ha pensato bene di dare spazio ad uno di questi estremisti verdi, che vengono pure sdoganati con la definizione positiva di “attivisti”. L’obiettivo è chiaro: dare spazio ai temi della $inistra a scopo elettorale.
Prima o poi…
I delinquenti climatici non sembrano rendersi conto che la pazienza degli automobilisti non è infinita. Prima o poi qualche conducente esasperato difenderà la propria libertà di movimento con metodi non ortodossi. Ad esempio munendosi di spray al pepe ed approfittando del fatto che i manifestanti si sono immobilizzati da soli, incollandosi sull’asfalto, per irrorarli per bene.
Ci mancava
Ciliegina sulla torta: gli esagitati dell’organizzazione meteorologica mondiale nei giorni scorsi hanno pensato bene di uscirsene con l’ennesima tirata catastrofista.
Secondo costoro, che naturalmente ricorrono a tutto il registro dei toni apocalittici, gli anni dal 2023 al 2027 saranno “i più caldi mai registrati”. Ö la Peppa! Per il momento non sembra. Comunque non si vede come sia possibile formulare delle previsioni affidabili con quattro anni di anticipo! E’ evidente che sortite di questo tipo non hanno alcun fondamento reale. Servono solo ad alimentare un continuo stato isterico. Con l’obiettivo di far accettare misure fuori di cranio. La facilità con cui, durante la pandemia di stramaledetto virus cinese, sono state accantonate libertà fondamentali, ben mostra quali risultati si possono ottenere tramite lavaggio del cervello.
Lorenzo Quadri