Segreto bancario al capolinea anche per gli svizzeri
Prima il Consiglio federale lo ha dichiarato, poi ha ritrattato e adesso lo ha confermato nero su bianco. Berna, non ancora contenta di aver smantellato il segreto bancario per i clienti stranieri della piazza finanziaria svizzera, adesso lo vuole smantellare anche per gli svizzeri. Bell’affare veramente!
Si ricorda che il segreto bancario fa parte del diritto alla privacy dei cittadini: un diritto che la $inistra spesso e volentieri invoca ad esempio nei confronti degli stranieri che commettono reati contro l’integrità fisica, o per opporsi alla videosorveglianza per beccare i vandali.
L’epilogo era del resto scontato. Berna ha calato le braghe ad oltranza nei confronti di Stati esteri ed organizzazioni sovranazionali che hanno dichiarato guerra (economica) alla Svizzera, vedendo nella nostra piazza finanziaria un tesoretto da saccheggiare impunemente per rimpolpare le esauste casse di Stati bancarottieri ed incapaci di far pagare le imposte ai propri concittadini.
Di conseguenza, ringalluzzite dalla totale mancanza di difesa da parte elvetica, queste nazioni ed organizzazioni sovranazionali ora pretendono sempre di più. Probabilmente nessuno di costoro immaginava che il governo elvetico, menato a spasso dalla ministra del 5% Eveline Widmer Schlumpf, avesse così fretta di sbarazzarsi della piazza finanziaria e delle sue decine di migliaia di posti di lavoro (con, evidentemente, le ricadute fiscali ed economiche del caso).
La logica conseguenza…
Adesso si pone però un problema: a seguito di accordi fiscali internazionali suicidi, all’insegna dello smantellamento del segreto bancario e di conseguenza della piazza finanziaria, gli esattori stranieri ottengono maggiori informazioni sui conti elvetici dei loro concittadini rispetto al fisco dei Cantoni. Questi ultimi dunque insorgono, vedendosi negare quello che è invece concesso a paesi esteri.
Rispondendo ad un’interpellanza del sottoscritto, il Consiglio federale scrive: «La nuova politica di assistenza amministrativa causa un’evidente discrepanza rispetto alle possibilità di accesso delle autorità di quei Paesi ai quali la Svizzera concede assistenza amministrativa (…)». Ohibò, e chi l’ha voluta questa politica di assistenza amministrativa che causa evidenti discrepanze? Chi ha ceduto, immediatamente e su tutta la linea, facendo pure strame della nostra sovranità , invece di difendere i posti di lavoro dei bancari svizzeri? Chi, fino ad un paio di anni fa, affermava «il segreto bancario non è negoziabile» mentre adesso lo svende senza ritegno? Il Gatto Arturo? Il Gigi di Viganello? O forse il Consiglio federale con la complicità di tutte le forze politiche tranne Lega ed Udc? E con che coraggio il partito $ocialista, che vuole addirittura lo scambio automatico di informazioni, si permette ancora di tentare di spacciarsi per difensore dei posti di lavoro in banca, quando del settore se ne è sempre apertamente infischiato ed anzi, ha sempre fatto quel che era in suo potere per danneggiarlo con regolamentazioni autolesioniste che solo la Svizzera conosce, e ciò grazie all’attiva collaborazione della FINMA presieduta, ma guarda un po’, da una kompagna?
Sicché adesso, in nome della parità di trattamento tra autorità fiscali, il Consiglio federale vuole procedere allo smantellamento del segreto bancario anche per gli svizzeri, senza nemmeno concedere un’amnistia ad hoc: quindi gli svizzeri in casa propria si troverebbero trattati peggio degli stranieri. Amnistie?, dichiara infatti il governo rispondendo all’interrogazione citata sopra: ma non se ne parla nemmeno. «La possibilità di effettuare un’autodenuncia senza essere perseguiti penalmente» basta e avanza per gli svizzerotti fessi, cornuti e mazziati in ogni occasione. Prendere su e portare a casa.
Lorenzo Quadri