Gli islamici radicali presenti in Svizzera non si fanno problemi nel dichiarare i propri piani
Si comincia con burqa e burkini, si prosegue con la sharia e la poligamia, e dove si va a finire?
Ma i politikamente korretti continuano a sdoganare l’islamizzazione della Svizzera: il presidente nazionale P$$ vorrebbe addirittura riconoscere all’Islam lo status di religione ufficiale: col piffero!
Cose dell’altro mondo: ecco che Nora Illy, la svizzera convertita all’Islam, valletta delle pagliacciate pro-burqa a Locarno dell’algerino Nekkaz, su un portale tedesco difende la poligamia. Lo fa raccontando scempiaggini del tipo: “è la soluzione contro i divorzi”; “così l’uomo non ha bisogno di cercarsi un’amante, ma può esprimere liberamente la sua attrazione per le donne”; “l’appetito sessuale dell’uomo è maggiore di quello della donna”; “con la poligamia è chiaro chi è il padre dei figli”. E avanti con una mitragliata di bestialità assai difficili da eguagliare.
Progetti aberranti
Certo che questa donna, moglie del portavoce del sedicente consiglio centrale islamico svizzero di Nicolas Blancho (a cui la SSR continua a dare spazio, visibilità e legittimità: è per questo genere di “servizio pubblico” che paghiamo il canone più caro d’Europa?) è una “benedizione”.
Nel senso che racconta, senza farsi problemi di sorta, i progetti aberranti degli islamici radicali presenti in Svizzera: si comincia con burqa, burkini, strette di mano negate, si prosegue con la sharia e la poligamia e nessuno sa dove si andrà a finire. Evidentemente i fautori di simili “riforme” pensano di poter sdoganare il tutto con l’immane fregnaccia del multikulti (per la serie: tanto gli svizzerotti sono fessi e non si accorgono di niente). Intanto la $inistra spalancatrice di frontiere corre giuliva ad approvare. E, va da sé, a denigrare i contrari come populisti e razzisti.
Non se li inventa Illy
Gli argomenti a sostegno della poligamia utilizzati dalla Illy sono allucinanti. Ma non se li è mica inventati lei. Non sono frutto di delirio personale. Riflettono il pensiero di vari predicatori musulmani presenti nel nostro paese, magari finanziati con soldi esteri. I quali però, più furbi della Illy (a prima vista sembrerebbe non ci voglia molto), rapportandosi con gli “infedeli” parlano di rispetto delle leggi del paese e di “volemose bene”; ma poi, dietro le quinte… E i buonisti-coglionisti naturalmente si bevono tutto: del resto, sentono proprio quello che vogliono sentirsi dire; che è poi anche quello che vogliono dire ai “populisti razzisti islamofobi fascisti chiusi gretti e disumani”.
Cosa c’entrano con la Svizzera
Le baggianate della Illy non hanno nulla a che fare con la Svizzera. Come nulla a che fare con la Svizzera ha chi tali baggianate le pronuncia; e ci crede pure. Cosa ci stanno a fare da noi simili soggetti? Passi lunghi e ben distesi! Che se ne vadano nei paesi dove le loro elucubrazioni trovano applicazione. Mai e poi mai gli permetteremo di importarle da noi. E questo vale anche per chi ha il passaporto rosso: troppo comodo approfittare dei vantaggi che esso comporta (magari sottoforma di sussidi pagati dal contribuente) per poi stare qui a negare i fondamenti stessi della nostra società. Fare fagotto e cambiare continente. Altro che multikulturalità, altro che “bisogna aprirsi”! Altro che – non se ne abbia a male Mons. Lazzeri – invitare i musulmani in Chiesa!
Lorenzo Quadri