Lunedì sera il consiglio comunale di Lugano ha votato il salvataggio. Ed il triciclo…
Lunedì sera a Lugano, dopo mesi e mesi di psicodramma, il Consiglio comunale si è espresso sul “salvataggio” dell’aeroporto. E, come sappiamo, a larga maggioranza l’ha spuntata la linea della Lega. Il rapporto redatto dal leghista Lukas Bernasconi, sottoscritto anche dall’Udc, è infatti stato approvato con 43 voti favorevoli, 11 contrari ed un astenuto.
Posizione chiara
La posizione della Lega era chiara, così come quella, diametralmente opposta, di P$ e Verdi-anguria.
Del resto, o si è favore dell’aeroporto, o si è contro. I kompagni ro$$overdi sono contro per partito preso: sognano di trasformare lo scalo in un campo di patate e di lasciare a casa tutti i dipendenti (la storiella della loro riassunzione presso la città e il Cantone è, ovviamente, solo una favoletta). La Lega ritiene invece che l’aeroporto sia importante per Lugano e per il Ticino. Per l’indotto e per i posti di lavoro generati, e per garantire l’accessibilità necessaria alla nostra piazza economica, finanziaria, turistica e congressuale. Tanto per dirne una: senza aeroporto, serve a poco investire 200 milioni di franchi o giù di lì per un nuovo polo congressuale. Perché se qualcuno si illude che i congressisti arriveranno in treno dalla Malpensa o da Zurigo, non ha capito da che parte sorge il sole. Inoltre, dopo la diserzione di Lufthansa (altro che “Swiss”) da Agno, gli alberghi luganesi perdono pernottamenti. Non stiamo qui a ripetere quanto già detto in più occasioni. Ricordiamo però che entrambi i collegamenti ferroviari per i due aeroporti citati sopra sono delle CIOFECHE. Tanto più che a gennaio gli efficienti bus per la Malpensa verranno azzerati per decisione della kompagna Simonetta Sommaruga. Rimarrà dunque solo l’improponibile trenino. Quello che non è mai in orario e che ci mette due ore per arrivare a destinazione. Ed anche il FlugZug per Zurigo-Kloten (i balivi germanici di Lufthansa ci prendono pure per i fondelli con i giochi di parole in tedesco) è un bidone.
L’aeroporto ha un costo – ma tutti gli aeroporti regionali sono sussidiati dallo Stato – ma anche degli indotti e degli scopi.
Non ci si lamenti se…
Se Lugano rinuncia ai propri atout perché i $inistrati sono contrari agli aerei per partito preso, poi non ci si lamenti se rimaniamo senza niente e diventiamo una periferia depressa di Milano. Del resto la partitocrazia PLR-PPD-PS, con in testa proprio la gauche-caviar, è favorevole all’invasione di frontalieri come lo è allo sfascio della piazza finanziaria. Per cui c’è una certa coerenza, purtroppo solo nella rottamazione.
Senza dimenticare che per le Officine FFS l’ente pubblico spende 120 milioni, ed altre milionate se ne vanno per la navigazione del Lago Maggiore, per gli impianti di risalita, per la copertura di tratte di trasporto pubblico senza passeggeri, eccetera eccetera.
Nell’aeroporto ben vengano i privati; ma a seguito di trattative in cui la città possa far valere i propri interessi. E’ improponibile che Lugano si limiti a regalare la struttura ai privati e oltretutto proceda pure – come ente pubblico! – a licenziare quella (massima) parte di personale che per i privati è di troppo.
Ostruzionismi elettorali
Il circo equestre montato attorno all’aeroporto dal cosiddetto centro PLR-PPD con il suo rapporto “né carne né pesce” conferma che l’ostruzionismo sullo scalo è dovuto al fatto che le elezioni comunali sono dietro l’angolo, e soprattutto che il presidente di LASA è il sindaco leghista Marco Borradori. Quindi imperversa la politichetta: si mettono i bastoni tra le ruote per “farla” al sindaco leghista ed all’odiata Lega in vista del prossimo aprile. Per non parlare della risibile richiesta, che il PLR ha presentato lo scorso agosto, di dimissioni immediate ed in corpore di tutto il CdA di LASA: CdA nominato dal Consiglio comunale, ex partitone compreso, e dove siedono ben due membri PLR, tra cui l’ex direttore dell’aeroporto di Ginevra. Ciliegina sulla torta: la posizione del PLR in Consiglio comunale di Lugano è in contrapposizione con quella del PLR in Gran Consiglio… ohibò, ci sono forse due ex partitoni?
Pelli bacchetta il PLR
La conferma che le cose stanno proprio come testé scritto è venuta nientemeno che da Fulvio Pelli, già presidente cantonale e nazionale del partito. A margine del comitato liblab di giovedì sera (quello della resa dei conti), l’”Uomo del monte” ha asfaltato la sezione luganese: “Non ho capito la posizione del PLR sull’aeroporto. O è sì, o è no”.
O è sì, o è no, a meno che ci si stia servendo dell’aeroporto, dei suoi lavoratori e dei suoi indotti, per fare campagna elettorale contro il sindaco dell’odiata Lega reo di essere anche presidente della LASA (cadrega di certo non ambita). Alla faccia del tanto conclamato “Buongoverno”!
Deciderà il popolo?
Lunedì in Consiglio comunale, dunque, la Lega ha vinto. L’aeroporto per il momento ha schivato il “grounding”, anche se ci saranno dei referendum. Ma per lo meno, se si dovranno lasciare a casa 80 persone, gettare nel water la partecipazione cantonale attesa da decenni, isolare il Ticino (altro che il ritornello del “dobbiamo aprirci”), trasformare la pista in campo di patate – o, in alternativa, regalare tutto a danarosi privati che ne faranno, non si sa per quanto tempo, il proprio giocattolino -, ciò accadrà per volontà del popolo sovrano. Non per decisione di politicanti in campagna elettorale contro la Lega.
Lorenzo Quadri