Pronta la nuova “radiografia” della popolazione di Lugano

E’ stato presentato nei giorni scorsi il nuovo studio sulla povertà effettuato dalla Città di Lugano. Si tratta del secondo studio di questo tipo svolto sulle rive del Ceresio. Il documento è il frutto del lavoro congiunto dei servizi cittadini e della Tiresia SA.
In realtà la definizione “studio sulla povertà” è comoda ma riduttiva. Infatti, l’indagine portata a termine costituisce una radiografia della situazione socioeconomica della popolazione di Lugano in generale: quindi non solo dei poveri, ma anche di tutti gli altri.
Lo studio è stato promosso dagli Istituti sociali comunali della Città di Lugano.
La prima indagine, così come questo aggiornamento, sono stati voluti non solo per disporre di un bello studio che nessun altro ha, cosa che sarebbe riduttiva, ma per avere uno strumento dal quale ricavare delle linee di intervento mirate e concrete. In quest’ottica è dunque chiaro che l’accento viene messo non già su chi è ricco, ma su chi è nel bisogno.
A seguito dello studio del 2009, è stato adattato il regolamento sociale comunale. Sono stati resi più generosi i parametri d’accesso; idem per prestazioni erogabili. Sono anche state definite meglio le spese per far fronte alle quali il cittadino che rientra nei limiti di reddito e sostanza che danno accesso alle prestazioni del regolamento può ottenere un aiuto.
E’ pure stato istituito il numero verde 0800 6900 00. Chiamandolo, si ottengono informazioni sulle prestazioni sociali (non solo comunali). Più di recente, quindi negli scorsi mesi, il sito internet della città (www.lugano.ch) è stato arricchito di una sezione dedicata alla socialità, comprensiva un calcolatore on-line che permette a chiunque di verificare preliminarmente (senza garanzie: si tratta di un indicatore di massima) se può avere accesso agli aiuti previsti dal regolamento comunale.
L’ultima novità è la creazione, nella sezione del sito www.lugano.ch dedicata agli aiuti sociali, di uno sportello virtuale in cui vengono presentate le offerte di alloggio a pigione moderata (dove per pigione moderata si intendono appartamenti i cui canoni d’affitto sono inferiori o uguali a quelli riconosciuti dalla LAPS).
Anche dal nuovo “studio sulla povertà”, che non è un semplice aggiornamento dello studio esistente ma presenta pure delle innovazioni metodologiche per essere il più aderente possibile alla realtà, bisognerà trarre delle conseguenze concrete. Esso dovrà, dunque, tradursi in proposte operative.
E, visto che si parla di povertà, il dato più vistoso che emerge dallo studio è che a Lugano ci sono oltre 5200 nuclei familiari con un reddito inferiore a quello stabilito dalla LAPS (Legge sull’armonizzazione delle prestazioni sociali).
Se si vuole ritenere che chi dispone di un reddito inferiore a quello contemplato dalla LAPS è povero, allora a Lugano ci sono 5200 nuclei familiari sotto la soglia della povertà. Relativa, certo, ma sempre povertà. Non sono pochi. Dopo gli interventi sociali cantonali, rimangono ancora 1339 nuclei sotto i limiti della LAPS. Di questi, 726 comprendono persone anziane, 613 no. Questo dato dimostra l’importanza di disporre di un regolamento sociale, il più possibile efficace e mirato, anche a livello comunale.

Nuove domande d’assistenza
Parlando di povertà, non ci si può esimere da alcune considerazioni sul numero delle persone in assistenza. Al proposito si segnala, come scritto nelle scorse settimane, un aumento che deve fare riflettere.
A Lugano si è infatti passati da una fase in cui il numero dei casi aperti d’assistenza era più o meno stabile attorno ai 750-800, fino a raggiungere la quota attuale di circa 1200. La media dei casi in gestione su base annua è passata dai 729 del 2008 ai 1003 del 2012. La crescita è dunque, e purtroppo, significativa. L’aumento si spiega col fatto che da un lato crescono le nuove domande d’assistenza, dall’altro diminuiscono le uscite. I beneficiari di aiuti pubblici faticano dunque più di prima a rendersi indipendenti.
Nel 2012 le nuove domande d’assistenza sono state 420, i casi chiusi 310. Di queste 420 nuove domande, 77 riguardavano persone tra i 19 e i 25 anni, 51 persone tra i 26 ed i 30. Ciò significa che quasi 130 domande d’assistenza su 420 sono presentate da persone sotto i 30 anni. Dunque cresce il numero dei giovani il cui primo contatto con il mondo del lavoro è… la disoccupazione.
Cercare di invertire questa tendenza è uno dei compiti più importanti dell’ente pubblico. La grande maggioranza dei problemi sociali nasce infatti dalla mancanza di lavoro.
Lorenzo Quadri
Capodicastero Istituti sociali
Città di Lugano