No limits! Anche dopo la Brexit, il P$$ ancora pretende di cancellare il 9 febbraio

 

Evidentemente ai kompagni piace farsi male da soli. Del che, in effetti non ce ne potrebbe fregare di meno: contenti loro…

La scorsa settimana UNIA ha consegnato alla  cancelleria federale una petizione, corredata da 10mila firme, in cui si chiede che la Svizzera accolga 50mila migranti economici subito. Ma tu guarda questi sindacalisti che non hanno freddo ai piedi (e non perché siamo in luglio). Invece di preoccuparsi degli svizzeri rimasti senza lavoro, magari a causa della politica delle frontiere spalancate difesa proprio dai kompagni a suon di sistematica diffamazione dei contrari (razzisti e xenofobi) si preoccupano dei finti rifugiati. Già che ci sono, potevano anche dire quanti migranti economici si prendono in casa i  dirigenti sindacali. Se ne guardano bene. Loro pretendono, il conto lo paga la collettività.

Chi causa il risentimento?

E forse il caso di ricordare che sempre la scorsa settimana, UNIA si è espressa pure contro la preferenza indigena. Perché “causerebbe risentimento”. Apperò. Quindi prima questi sindacalisti delle frontiere spalancate, in perfetto accordo con i padroni del vapore (una circostanza, nevvero, su cui nessuno si pone una qualche domandina) predicano la devastante libera circolazione delle persone senza limiti, scatenando una guerra tra poveri. Infatti hanno messo in concorrenza i lavoratori svizzeri con quelli stranieri a basso costo. Poi strillano e moraleggiano perché questa situazione genera “risentimento” tra i residenti. I deputati laburisti che in Gran Bretagna  che hanno sostenuto il Brexit hanno capito l’esigenza di difendere i lavoratori inglesi. Ed hanno vinto. I nostri kompagnuzzi spalancatori di frontiere, invece, avendo i paraocchi ideologici, non ci arrivano. Dunque continueranno a perdere.

Aprirsi agli abusi

A dimostrazione che UNIA detta legge in casa P$, la scorsa settimana anche i kompagni ticinesi hanno adottato una risoluzione in cui chiedono una politica migratoria “più aperta”. Evvai, dobbiamo aprirci! Aprirci non già ai veri perseguitati, ciò che mai è stato messo in discussione, ma ai migranti economici (tutti giovani uomini soli che non scappano da alcuna guerra, con vestiti alla moda e almeno uno smartphone) che abusano del diritto dell’asilo. E, naturalmente, bisogna chiudersi ai populisti e razzisti che non ci stanno a farsi sfruttare da tutti!

Un virtuoso

Proprio vero che questi talebani dell’internazionalismo e del multikulti vivono fuori dal mondo. Non hanno ancora capito che, dopo la Brexit, la politica delle frontiere spalancate è morta. Invece di prenderne atto, loro pretendono di bastonare a suon di moralismi pelosi le maggioranze popolari colpevoli di non  votare come vuole la $inistruccia. A confermarlo arriva il presidente nazionale P$$ Christian Levrat, quello che non si scolla dalla cadrega nemmeno con il solvente. Costui, dopo il trionfo della Brexit che ha rottamato l’Unione europea, pretende ancora di venire a dire agli svizzerotti che non possono ottenere il contingentamento dell’immigrazione. Che la devastante libera circolazione è sacra e che bisogna votare sull’ iniziativa del vicolo cieco per risolvere il problema “fatto in casa” del 9 febbraio.

E’ chiaro: abbiamo a che fare con un virtuoso. Perché una persona normale, pur con tutta la buona volontà, non riuscirebbe a distillare un simile concentrato di scemenze. Il problema, caro Levrat, non è il 9 febbraio. Il problema è la devastante libera circolazione delle persone. Il 9 febbraio è la soluzione. Il problema, caro Levrat, sono quelli come che te che, mentre uno Stato fondatore come la Gran Bretagna lascia l’UE, ancora pretendono che gli svizzerotti ci entrino.

Democrazia: che schifo!

Venire dopo la Brexit a raccontare le solite trite fregnacce sulla necessità della Svizzera di integrarsi (=farsi schiavizzare) dall’UE, significa prendere la gente per scema. Eppure il presidente del P$$ ancora oggi, dopo la “rivoluzione inglese”, ribadisce che bisogna cancellare il maledetto voto, e che la volontà popolare va ignorata.

Insomma, a questi spalancatori di frontiere la democrazia fa proprio schifo, tranne nelle poche occasioni in cui ottengono qualcosa (è sempre più raro). Non a caso anche in Gran Bretagna c’è qualche loro omologo sfigato che vorrebbero rivotare sulla Brexit (questa geniale mossa l’hanno suggerita i kompagnuzzi elvetici?). La democrazia vi fa venire il vomito, l’abbiamo capito. Ma vi pare una cosa intelligente continuare a ribadirlo? Del resto, come si diceva all’inizio: contenti voi…

Lorenzo Quadri