Se la gestione sanitaria federale è disastrata, quella economica va meglio, tuttavia…
Di sicuro ci sarà qualcuno che tenterà di “tettarci dentro”. Specie nel nostro Cantone dove, a causa della devastante libera circolazione delle persone, si sono insediate numerose società-foffa gestite da “furbetti” in arrivo dal Belpaese
Cosa dire della gestione della pandemia a livello federale? Il kompagno Berset va in giro a fare il grande, a fronte di meriti inesistenti. Il ministro degli Interni se ne esce a raccontare che il Ticino è gravemente colpito dal maledetto virus “per la vicinanza con l’Italia”. Guardandosi bene dal dire che il primo a non voler CHIUDERE LE FRONTIERE con il Belpaese quando era tempo di farlo (un mese fa), era proprio lui!
Senza dimenticare che il kompagno ministro era anche quello che voleva le scuole aperte ad oltranza, e che irrideva le misure prese dall’Italia come “operazione di marketing politico”.
La scorsa settimana il buon Berset ha pure avuto la tolla di calare in Ticino a dichiarare che il nostro Cantone sarebbe stato “pioniere”. Altro che pionieri: siamo stati mandati allo sbaraglio da Berna, ed i ticinesi se ne ricorderanno!
Bocciati
Bocciata alla grande anche la presidenta di turno della Confederazione, kompagna Simonetta Sommaruga. La quale, oltre ad essere inesistente (del resto, meno la si vede, meglio è) fa pubblicare sui giornali le lettere aperte ai cittadini, immaginandosi che il principale problema di ticinesi sia… non poter andare al cinema!
Quanto al ministro degli esteri PLR, l’italosvizzero KrankenCassis, dopo essersi bullato di aver chiesto al suo connazionale e collega Giggino Di Maio di lasciar entrare in frontalieri in Ticino, è sparito dalla circolazione. Non pervenuto. Evidentemente, il buon Ignazio arriva in Ticino solo quando c’è da fare propaganda elettorale per l’ex partitone. Quando imperversa il virus, invece, gira bene al largo, che “la prudenza non è mai troppa”!
Chi ha fatto meglio
Se dal profilo sanitario la gestione federale dell’emergenza virus è disastrata (“grazie” anche all’improponibile immunologo di regime Daniel Koch, identico al personaggio della Morte nel film “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman, che parla appunto dell’epidemia di peste), dal profilo economico il Consiglio federale ci fa una figura migliore, grazie ai due ministri UDC Parmelin e Maurer. Nel senso che la Svizzera ha saputo mettere in piedi un sistema di aiuti all’economia rapido e di facile accesso, che viene indicato come esempio da seguire anche in altri Paesi: ad esempio in Italia, dove il leghista Salvini l’ha portato in Parlamento.
Attenti ai soliti noti
Anche a questo livello esistono tuttavia dei rischi, ovvero i “furbetti del virus”. E in particolare alle nostre latitudini. Come noto, grazie alla devastante libera circolazione delle persone, in questo sfigatissimo Cantone si sono insediate innumerevoli società-foffa in arrivo dal Belpaese, gestite da cittadini italici e che assumono solo frontalieri. Magari con titolari esperti nell’arte (?) dell’aprire un’attività, fallire dopo pochi mesi, lasciare indietro puff su puff, e poi riaprire sotto un’altra ragione sociale; così il giochetto si ripete.
Non vorremmo che simili società e simili “imprenditori” d’Oltreramina si facessero gli attributi di platino accedendo alla grande agli aiuti messi a disposizione dagli svizzerotti! Dei filtri a tal proposito sarebbero pertanto d’obbligo. Forse a Berna, anche in questo caso, non conoscono la situazione in Ticino.
Non vorremmo poi che a qualcuno venisse l’insana idea di tentare di rivalersi sui depositi bancari dei cittadini elvetici per tamponare l’enorme buco che potrebbero creare i furbetti d’oltreconfine tramite l’assalto alla diligenza dei prestiti bancari gratuiti. Lo diciamo (scriviamo) a titolo cautelativo. Perché conosciamo i nostri polli.
Lorenzo Quadri