Il Consiglio federale vorrebbe aumentarli di 250 milioni all’anno nel prossimo quadriennio
I costi degli aiuti allo sviluppo continuano a lievitare. Per non dire che esplodono. Ormai siamo a quota 3.2 miliardi di Fr all’anno. Dal 2008 ad oggi le uscite a questa voce sono cresciute di oltre un miliardo, quindi di quasi un terzo. Forse che i paesi beneficiari stanno meglio? Non pare proprio. Infatti è scoppiato il caos asilo. Milioni di finti rifugiati, per il 75% giovani uomini soli (tutti con almeno uno smartphone e vestiti alla moda) che non scappano da alcuna guerra, si riversano sull’Occidente. Non perché cerchino protezione: infatti, fanno “shopping” tra i vari Stati sicuri. Scelgono di andare dove ottengono prestazioni sociali migliori. Vale a dire nella “vecchia Europa”, di cui fa parte anche la Svizzera.

Aiutare a casa loro
Obiettivo degli aiuti allo sviluppo sarebbe quello di sostenere i paesi più sfavoriti, e la rispettiva popolazione, a casa loro. Il caos migranti dimostra che questo obiettivo è clamorosamente fallito. Ma per gli spalancatori di frontiere non c’è problema, né contraddizione. Loro continuano a riempirci di finti rifugiati non integrabili e che quindi, se resteranno in Svizzera, causeranno gravi problemi sociali ed economici. In sostanza, i buonisti-coglionisti stanno costruendo anche nel nostro paese le “banlieues” parigine, perché “bisogna aprirsi”. Il “bello” è che, quando il disastro sarà fatto, e la nostra sicurezza (che è anche uno dei principali fattori competitivi della Svizzera) sarà solo un ricordo, gli internazionalisti beceri daranno ancora la colpa agli svizzerotti che “non hanno integrato” i finti rifugiati.

Solo noi facciamo i compiti
Noi non siamo, per fortuna, Stati membri UE. Eppure siamo gli unici che accettano, senza alcuna base legale, di farci carico di migliaia di finti rifugiati che spetterebbero ai paesi della disunione europea. Gli Stati UE, da parte loro, nemmeno si sognano di fare i compiti. Semplicemente, alle direttive dei balivi di Bruxelles rispondono con una pernacchia. Gli svizzerotti, fessi oltre ogni dire, corrono invece a fare anche la parte degli altri. Naturalmente sobbarcandosi i costi ed i problemi di sicurezza (vedi “fatti di Colonia”) che ne derivano. In cambio di cosa? Ma nemmeno di una pacca sulle spalle, visto che malgrado tutto continuiamo a venire trattati da razzisti! Un sentito grazie alla kompagna Sommaruga, autrice di cotante prodezze!

I costi dell’asilo esplodono
Riempirsi di migranti economici significa far esplodere i costi dell’asilo, ma anche quelli dell’assistenza: infatti le persone che rimarranno qui finiranno sul groppone del contribuente. Per il 2018, solo a livello federale, si spenderanno 2,4 miliardi di Fr per l’asilo: oltre il doppio della spesa del 2015.
Malgrado questo, crescono in contemporanea gli esborsi per gli aiuti allo sviluppo: quelli che dovrebbero servire ad impedire il caos asilo, ed invece non servono ad un tubo. Per i prossimi 4 anni, il Consiglio federale intende pomparli ogni anno di ulteriori 250 milioni di franchetti! Nel frattempo però si vuole tagliare mezzo miliardo ai contadini svizzeri. E si pretende perfino di venirci a raccontare che non ci sono soldi per l’AVS, sicché “bisogna” alzare l’età di pensionamento.

Accordi di riammissione? Njet!
Ma al peggio non c’è limite: gli esborsi per gli aiuti allo sviluppo vengono fatti debordare senza alcuna remora, e chi non ci sta viene denigrato come razzista e fascista. Ma dai paesi che beneficiano di tutti questi miliardi elvetici non si pretende nemmeno che sottoscrivano accordi per riprendersi i loro concittadini che immigrano illegalmente in Svizzera spacciandosi per rifugiati quando non lo sono.

Guai a voler le legare le due cose. Aiuti allo sviluppo condizionati alla firma di trattati di riammissione? Non sia mai! I politikamente korretti si mettono a strillare come aquile!

Così, per fare i buonisti-coglionisti, continuiamo a inviare all’estero miliardi su miliardi, senza alcuna contropartita né utilità. Poi però la kompagna Sommaruga ed i suoi accoliti ci vengono a dire che non ci sono più i soldi per garantire ai nostri anziani una socialità decente. I soldi ci sono per tutti i migranti economici, ci sono da sperperare all’estero, ma non ci sono per i “nostri”. Poi gli sveltoni di Palazzo federale si chiedono come mai la gente si “inalbera”?
Lorenzo Quadri