I kompagnuzzi vanno a protestare a Berna ed a Bruxelles: uhhh, che pagüüüraaa!

Proprio vero che non c’è limite al ridicolo. La vicina ed ex amica Penisola discrimina gli svizzerotti in tutti i modi. Però adesso si agita contro l’albo degli artigiani deciso dal Consigliere di Stato leghista Claudio Zali. A montare la panna sono i kompagnuzzi del PD del premier non eletto Matteo Renzi.
L’albo degli artigiani serve anche al Belpaese, per combattere il lavoro nero. Però l’italica $inistruccia lo deplora puntando il dito contro gli svizzerotti. Quindi, in realtà, ai kompagnuzzi del PD sta bene il lavoro nero. Cosa non si fa pur di racimolare qualche voto dai frontalieri!

Due pesi e due misure
Proprio la $inistruccia d’Oltreconfine, quella che starnazzava a pieni polmoni contro l’evasione fiscale quando si trattava di mazzuolare gli svizzerotti sul segreto bancario (e noi subito ad autofustigarci ed a calare le braghe) adesso si erge a paladina dell’evasione fiscale dei padroncini. Difende le ditte e gli “indipendenti” che lavorano in nero in Ticino. E che le tasse e gli oneri sociali non li pagano né in questo sempre meno ridente Cantone, e men che meno nel Belpaese.

Coerenza?
Se la $inistruccia italiana avesse un minimo di coerenza, dovrebbe essere la prima a plaudire all’albo degli artigiani. Non solo: dovrebbe anche pretendere dalla Svizzera lo scambio automatico delle notifiche di padroncini e distaccati. Questo per sapere chi, dei “loro”, è andato a lavorare e ad incassare dai ticinesotti. Dovrebbe prenderlo con lo stesso sacro fuoco (leggi isterismo) con cui ha preteso le informazioni bancarie. Invece non solo non si sogna di fare quanto sopra, ma si muove nella direzione esattamente opposta.

Accordi morti e sepolti
Questo scomposto agitarsi è assolutamente ipocrita anche per un altro motivo. Infatti, se c’è qualcuno che avrebbe tutto il diritto di lamentarsi per l’applicazione “a geometria variabile” dei bilaterali, questo qualcuno è la Svizzera nei confronti della vicina Penisola. Non certo il contrario.
Ma la panna montata dei partiti d’oltreconfine, mirata a racimolare qualche voto in più dai frontalieri, conferma di nuovo che in Italia nessuno si sogna di tassare di più i frontalieri, come invece prevedrebbero gli accordi-ciofeca siglati con la Svizzera. Accordi che ormai sono morti e sepolti.

E a Berna…?
Per tentare di intimidire i ticinesotti ed indurli a ritirare l’albo antipadroncini (oltreconfine sono abituati alle capitolazioni elvetiche) il ministro degli Esteri Gentiloni si è mosso addirittura su due piani: a Berna – tramite nota d’ambasciata – e a Bruxelles, facendo portare il tema davanti alla Commissione europea. Uhhh, che pagüüüraaa!
Adesso siamo curiosi di vedere quale sarà la posizione dei sette scienziati bernesi davanti a cotanti petardi bagnati. Già sull’estratto del casellario giudiziale la kompagna Simonetta “Dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga, invece di prendere le difese del Ticino, si è schierata subito con la controparte. Sull’albo dei padroncini si assisterà ad uno squallido “bis”? E, nel caso in cui la fallita UE dovesse esprimersi contro l’albo antipadroncini, quale sarà la reazione del Consiglio federale? Calata di braghe compulsiva, come di consueto?

Non si molla
Una cosa comunque è chiara. Il Belpaese può (ipocritamente) agitarsi finché vuole contro l’albo degli artigiani o contro l’estratto del casellario giudiziale, entrambi decisi da Consiglieri di Stato leghisti. Il Ticino non retrocederà nemmeno di un millimetro. Al contrario, dovrà prendere ulteriori provvedimenti difensivi. E a Berna non hanno proprio nulla da dire. Si sono rifiutati con ogni scusa di intervenire a sostegno del nostro Cantone, dopo averlo messo nella palta tramite la libera circolazione delle persone. Quindi, che non osino fare un cip perché, vista la malaparata, ci arrangiamo da soli: a queste iniziative ci hanno costretti loro.
Lorenzo Quadri