La casta ripete il mantra del cambiamento, ma in realtà vuole andare avanti come prima

Il nuovo mantra dei  tempi del coronavirus suona così: “una volta passata l’emergenza sanitaria, tante cose cambieranno“. Peccato che poi la casta non abbia alcuna intenzione di cambiare ma, al contrario, voglia andare avanti ad oltranza “come se niente fudesse”.

Ecco alcuni ambiti, ovviamente senza alcuna pretesa di completezza (ce ne sono parecchi altri) in cui le cose dovranno davvero cambiare post-coronavirus.

  • Deliranti ecotasse ed ecobalzelli. In marzo, i $inistrati ro$$overdi rifiutavano ad oltranza di interrompere i lavori delle camere federali malgrado l’avanzata del maledetto virus. Hanno ceduto solo quando non era più possibile fare diversamente. Perché? Da un lato perché troppi $inistrati fanno i parlamentari di professione e quindi, se il parlamento si ferma, ci va di mezzo la pagnotta! Dall’altro, perché al termine della sessione era prevista la votazione finale sulla nuova legge sul CO2. Ovvero quella legge-ciofeca che, alla fine della scorsa legislatura, la partitocrazia in balia dell’isterismo climatico aveva farcito di deliranti tasse e balzelli. Ebbene, di introdurre nuove ecotasse, che peseranno sui bilanci delle economie domestiche per migliaia di franchi all’anno, ed avranno costi stratosferici per l’economia, non se ne parla nemmeno. Famiglie ed aziende, a causa della pandemia, avranno già il fondoschiena per terra. L’isterismo climatico? Non ce lo possiamo più permettere.
  • Per colpa del maledetto virus, tanti svizzeri perderanno il lavoro. Parecchi di questi sono e saranno, a non averne dubbio, dipendenti anziani. Quindi: a) visto che bisognerà tentare di reimmettere tanti disoccupati elvetici nel mercato del lavoro, va reintrodotta la preferenza indigena. Quindi, via la devastante libera circolazione delle persone! B) tanti disoccupati anziani “da coronavirus” non potranno più trovare un impiego. Quindi, di alzare l’età della pensione non se parla nemmeno.
  • Finti rifugiati. Questa voce di spesa andrà tagliata, ma alla grande. I soldi pubblici servono per gli svizzeri in difficoltà. I migranti economici vanno rimpatriati e non si fa entrare più nessuno. Altro che riaprire i centri asilanti che erano già stati chiusi, e questo per creare la “distanza sociale”! Vero ministra dei giustizia liblab Karin Keller Sutter (KKS)?
  • Prestazioni sociali a stranieri. Anche qui bisogna tagliare alla grande. Finiti i tempi della Svizzera paese del Bengodi per i troppi immigrati che arrivano qui per farsi mantenere. I soldi dello Stato sociale servono per gli svizzeri. Cominciare col chiudere i rubinetti dell’assistenza ai titolari di permessi B.
  • Tutti i delinquenti stranieri, che spesso a volentieri rimangono in Svizzera a carico del contribuente a seguito di qualche delirante sentenza, vanno espulsi.
  • Regali all’estero. Idem come sopra. La pacchia è finita. Prima mossa: azzerare il contributo da 1.3 miliardi all’UE. Questi soldi vanno immessi nella nostra economia. Idem dicasi per i ristorni dei frontalieri che ormai ammontano ad 84 milioni all’anno. Azzerare!
  • L’ha capito anche il Gigi di Viganello. Ormai è una gara, senza esclusione di colpi, ad attaccarsi alla mammella degli aiuti pubblici. Naturalmente, tra i bramosi di mungere ci sono anche i vari operatori culturali ed altrettanto naturalmente, la Confederazione ha già messo a disposizione centinaia di milioni. Frena, Ugo! La spesa kulturale sarà uno di quegli ambiti in cui l’ente pubblico dovrà tagliare. Si ricorda ad esempio che il Ticino, con una media di 395 Fr annui a testa, è il terzo cantone in cui lo Stato spende di più per la kultura. Ma oggi le priorità sono altre. Qualche organizzatore di eventi di propaganda di $inistra spacciati per “kultura” dovrà fare un passo indietro.
  • Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato. La partitocrazia si leva dalla testa di stanziare un altro mezzo miliardo per mantenere ad oltranza i privilegi pensionistici dei funzionari del Cantone!

Solo i primi passi

Come detto, l’elenco è ben lungi dall’essere completo. Quelli indicati sopra sono solo i primi e più evidenti passi da compiere. Vedremo ben presto se la casta che si riempie la bocca con il  “bisogna cambiare” cambierà davvero; o se invece continuerà a prendere la gente per i fondelli e con la morale a senso unico.

Lorenzo Quadri