All’imbecillità politikamente korretta non c’è limite
In una scuola svizzera non può stare una bandiera svizzera
Negare in casa nostra il diritto alla nostra bandiera a comparire in un luogo pubblico con la scusa della “non discriminazione” degli stranieri è, semplicemente, un’infamia.
Nel Comune lucernese di Emmen una bandiera svizzera dipinta sul muro di una scuola costituisce un problema perché “discrimina le altre nazionalità”. Evidentemente all’imbecillità politikamente korretta non c’è proprio alcun limite.
Il fattaccio, che ha fatto molto parlare Oltregottardo, si è verificato negli scorsi giorni.
Ad Emmen c’è infatti un’organizzazione che, coinvolgendo la cittadinanza, si occupa di abbellire i muri più grigi e disadorni con dei murales. Un’iniziativa, spiega il Blick, cui hanno partecipato nel corso degli anni oltre 1000 persone.
Adesso si trattava di vivacizzare un muro di cemento armato sul sedime scolastico, coinvolgendo gli allievi. Il tema dei murales erano gli strumenti musicali. Senonché un alunno ha dipinto un corno delle alpi, dietro il quale ha piazzato una bandiera elvetica. Apriti cielo.
Eh sì perché, secondo alcuni “fulmini di guerra”, una bandiera svizzera in una scuola svizzera è un problema. Perché? Perché gli allievi di altre nazionalità potrebbero sentirsi discriminati.
Scuse balorde
Ormai è chiaro: i fautori della multikulturalità fanno a gara per trovare le argomentazioni più balorde. Come se la scuola in questione si trovasse su Marte, gestita da marziani, e di conseguenza ogni bandiera terrestre vale l’altra di modo che esporne solo una o due significherebbe penalizzare tutti gli altri. Invece la scuola si trova nel canton Lucerna e quindi è semplicemente scandaloso che qualcuno arrivi solo a porsi il problema dell’opportunità della presenza di una bandiera rossocrociata. Qui siamo al livello di quelli che bandiscono il presepe per non offendere (?) gli studenti islamici, anzi ancora più in basso: negare in casa nostra il diritto alla nostra bandiera a comparire in un luogo pubblico con la scusa della “non discriminazione” è, semplicemente, un’infamia.
Nessuno li obbliga…
E’ chiaro, poi, che ad essere turbati dalla bandiera elvetica in Svizzera (mica in Pakistan) non sono di sicuro gli alunni della scuola di Emmen. Sono semmai i genitori. O – peggio ancora – i docenti.
Ai genitori stranieri va ricordato che nessuno li obbliga a rimanere in Svizzera se si sentono discriminati dai nostri simboli nazionali.
Se qualcuno si sente offeso dalla visione della bandiera rossocrociata in casa nostra, punto primo merita di essere offeso, punto secondo può benissimo ritornare nel paese d’origine dove le sue sensibili pupille non saranno urtate da una visione tanto sconveniente.
Quanto ai docenti che trovano che la bandiera sul muro non abbia diritto di cittadinanza, non fanno che dimostrare che ci sono troppi (pseudo)educatori partiticamente schierati i quali credono di poter abusare del proprio ruolo per fare il lavaggio del cervello agli alunni con le loro ideologie multikulturali e politikamente korrette. Il tutto, ça va sans dire, con la copertura dei loro superiori e responsabili politici parimenti schierati.
Bandiera in tutte le scuole
Ebbene, per rispondere agli uni ed agli altri si potrebbe rendere obbligatoria la presenza di una bandiera svizzera in tutte le scuole pubbliche elvetiche di ogni ordine e grado. Tanto per rinfrescare la memoria a chi trova comodo stare in Svizzera rifiutando di integrarsi ma non certo di attingere al nostro Stato sociale, come pure a chi abusa della morale senso unico per rottamare la nostra identità.
A chi immancabilmente tirerà fuori il mantra del “finto problema” (qualsiasi proposta non in linea con i dettami del politikamente korretto o è populista e razzista, oppure “solleva finti problemi”) rispondiamo che nella difesa della nostra identità e delle nostre specificità c’è il futuro della Svizzera. Che è tutt’altro che un finto problema.
Lorenzo Quadri