A Lugano, all’inizio della scorsa legislatura breve, in casa dell’ex partitone c’era chi amava ripetere il mantra del “buongoverno”. Probabilmente non immaginava però che, alla prova dei fatti, il partito (movimento) del “buongoverno” non sarebbe stato il PLR, bensì l’odiata Lega. Ed il buongoverno leghista domenica scorsa ha dato i suoi frutti elettorali.

Sondaggi toppati
Ancora una volta, i sondaggi hanno toppato. Alle elezioni federali di ottobre era avvenuta la stessa cosa. Si diceva che la Lega avrebbe perso uno dei suoi due seggi in Consiglio nazionale a vantaggio nientemeno che dei kompagni (sic) ed invece i risultati delle urne sono stati ben differenti. A sei mesi di distanza, a Lugano il copione si è ripetuto. Altro che testa a testa con i liblab, con questi che ad un certo punto risultavano addirittura in vantaggio dello 0,2%. Se tale scenario si fosse verificato, il nostro Movimento avrebbe perso la maggioranza relativa in municipio dopo soli tre anni. Come era ovvio, il sondaggio ha scatenato gli appetiti dell’ex partitone. Appetiti peraltro mai sopiti: “riprendiamoci il POTERE”, aveva detto Fulvio Pelli alla presentazione della lista per il municipio. Per non parlare della stampa di regime, che già tifava per il ribaltone ostentando la massima goduria.
Ma gli elettori hanno deciso diversamente. Non c’è stato testa a testa. E non c’è stato nemmeno il calo della Lega e la ripresa dell’ex partitone. A conti fatti, alle elezioni del municipio la lista Lega-Udc ha superato quella del PLR di ben 6 punti percentuali. I tre seggi leghisti – e con essi i municipali uscenti – sono stati brillantemente riconfermati.

Fenomeno generale
Ma il successo leghista non si è limitato a Lugano. Il fenomeno è stato generale. La Lega è cresciuta un po’ ovunque. In tanti comuni si è presentata per la prima volta. E in parecchi di essi è subito riuscita ad entrare in municipio. E sono aumentati quelli in cui è diventata primo partito.
La riscossa liblab dunque non c’è stata. Né a Lugano né altrove. I Brut-Ticino ed addentellati rosicano amaro. E’ l’ennesima volta. E ben gli sta; in particolare a quelli che trattano i leghisti come degli untori o degli appestati. A partire da un certo avvocato a cui leggere il proprio nome sui giornali piace oltre ogni dire (ed infatti evitiamo di proposito di citarlo).

La Xerox non paga
Non ha pagato la denigrazione sistematica della Lega ad opera dei moralisti a senso unico e del partito dell’odio: quello che addirittura ha messo all’indice i candidati di altre forze politiche rei di essersi scattati dei selfie con dei leghisti. Non ha pagato nemmeno il metodo “xerox” (ossia prima snobbare le proposte della Lega e poi fotocopiarle spacciandole per proprie): evidentemente l’elettore preferisce scegliere l’originale.

Un ottimo segnale
La crescita globale della Lega nei comuni è senz’altro un ottimo segnale per il Movimento. Anche nelle realtà locali piccole si trovano persone disposte a “mettere fuori la faccia” come esponenti della Lega – o Lega-Udc. E queste persone vengono elette.
Quindi la storiella della Lega che non avrebbe “gli uomini” (o le donne) sul territorio viene smentita dai risultati elettorali. La Lega è inoltre riuscita a schierare – e a far eleggere – anche tanti candidati giovani (anche nati negli anni Novanta!). Ha ottenuto pure la sua prima donna sindaco (per ora di quindicina): Claudia Boschetti Straub a Blenio.
Lo scorso 10 aprile – era il compleanno del Nano! – è dunque una data da incorniciare per “via Monte Boglia”.
Da tempo i ticinesi seguono le indicazioni di voto della Lega sui temi politici più importanti (ultimo in ordine di tempo: l’iniziativa d’attuazione dell’espulsione dei delinquenti stranieri). Che l’apprezzamento nelle votazioni si trasformasse in sostegno nelle elezioni – a tutti i livelli istituzionali – era un’evoluzione sperata. La speranza diventa ora realtà.
Lorenzo Quadri