Assemblea nazionale francese: panna montata su una frase manipolata

Come di consueto, pur di starnazzare al “razzismo” la casta immigrazionista monta la panna sul nulla. Sicché un episodio del tutto irrilevante accaduto in Francia, con protagonisti due sconosciuti deputati, è diventato un caso europeo, se non mondiale. La Pravda di Comano, nel TG delle 20

di venerdì, vi ha dedicato un servizio di oltre tre minuti. Mentre il giorno prima l’impennata

dei frontalieri in Ticino è stata liquidata in 40 miseri secondi.

Cosa è successo all’Assemblea nazionale francese? Questo: mentre un deputato di colore, tale Carlos Martens Bilong di La France Insoumise, pontificava a sostegno degli sbarchi clandestini, un collega del Rassemblement national, Gregoire de Fournas, ha esclamato: “Che tornino in Africa”.

Apriti cielo! La macchina del fango politico-mediatica al servizio degli immigrazionisti si è scatenata. Sono partiti anatemi, censure, intimidazioni e sanzioni. Si è parlato di “insulti odiosi”. Addirittura, la seduta parlamentare è stata sospesa.

Gli isterichetti “woke” spieghino cosa ci sarebbe di odioso, di scandaloso e di razzista nell’affermare che gli immigrati clandestini dovrebbero tornare in Africa, ossia venire rimandati al loro paese. Si tratta di una posizione politica del tutto legittima, che può piacere o no, ma che in una democrazia deve avere spazio. Altrimenti non siamo più in democrazia.

Gli odiatori immigrazionisti, in sostanza dei fascisti ro$$i, vorrebbero invece mettere fuori legge le posizioni a loro sgradite. E quindi ricorrono ad un’odiosa – questa sì – manipolazione. Fingono infatti di credere che il de Fournas non abbia detto “Qu’ils retournent en Afrique” (al plurale, quindi riferito ai clandestini) bensì “Qu’il retourne en Afrique”, al singolare, che giocoforza poteva essere indirizzato solo al deputato di colore. La pronuncia è la stessa. Si tratta di un’ipotesi malevola non suffragata da nulla, impossibile da dimostrare e contraria alla presunzione d’innocenza, caposaldo di uno Stato di diritto. Ammesso che si possa parlare di innocenza quando neppure c’è il reato. Messa al singolare la frase risulta maleducata e rozza, ma nemmeno in questo caso avrebbe rilevanza penale. Se in Africa un nero dicesse ad un bianco “torna in Europa”, nessuno si scandalizzerebbe, anzi.

Però i media europei, a partire dalla Pravda di Comano, berciano all’allarme razzismo. Con un obiettivo evidente: montare la panna a scopo di politichetta. Che pena, signori! E non sono neppure furbi, questi giornalai. Grazie alla loro isteria, il de Fournas ha acquisito una notorietà che neanche nei suoi sogni.

Lorenzo Quadri