Sempre più urgente la depenalizzazione dell’eccesso di legittima difesa per gli aggrediti in casa
E’ stato di recente pubblicato sul Corriere del Ticino un interessante servizio sul campo nomadi di via Idro, alla periferia di Milano, uno dei più problematici dei tanti che infestano la vicina Penisola.
Si sarà notato che nel nostro Cantone, con il leghista Norman Gobbi a capo del Dipartimento delle Istituzioni, di carovane Rom in Ticino non ne sono più arrivate: chissà come mai?
Di recente due ragazze nomadi residenti (?) in un campo romano avevano allegramente dichiarato ad un’emittente televisiva locale che loro rubando incassano 900 euro al giorno e che se ne infischiano se qualcuno, magari anziano, muore a seguito delle conseguenze delle loro incursioni in casa.
Questo è il genere di persone che arriva e piazza, in modo illegale in Italia. Non solo a Roma, ma anche ben più a nord. Dunque ben più vicino ai nostri confini. Confini dai quali, grazie alla devastante libera circolazione delle persone e agli sciagurati accordi di Schengen – che ci costano oltre 100 milioni di Fr all’anno per sfasciare la nostra sicurezza – si entra e si esce indisturbati. Per fortuna, solo grazie alla Lega, dieci valichi secondari saranno chiusi di notte, ciò che migliorerà la sicurezza del Ticino e dei ticinesi.
Legittima difesa
Le dichiarazioni delle due nomadi “romane” dimostrano che la depenalizzazione dell’eccesso di legittima difesa per le persone aggredite in casa è necessaria. Anche se naturalmente alle nostre latitudini i buonisti politikamente korretti strillano al Far Wast mentre il Consiglio federale dichiara che le basi legali attuali sono sufficienti. Peccato che si tratti di basi legali che risalgono a prima della devastante libera circolazione delle persone: quindi inadatte alla realtà attuale. Con le frontiere spalancate, il mondo è cambiato. In peggio. Chi viene aggredito in casa deve potersi difendere senza temere di finire lui sul banco degli imputati. L’arrivo – dai nuovi Stati membri UE – di criminali (anche giovani donne, come nel caso delle due nomadi romane!) che scelgono scientemente i propri bersagli tra i più deboli, in particolare tra gli anziani, e se ne sbattono se questi ultimi perdono la vita a seguito delle loro incursioni) impone di adeguarsi alla nuova realtà. Una realtà che non abbiamo certo scelto noi ticinesi. Ci è stata imposta dai politikamente korretti spalancatori di frontiere. Kostoro ci hanno portato in casa la delinquenza dell’est europeo. Però vorrebbero anche negare ai cittadini onesti la possibilità di difendersi. Starnazzano al Far West: al Far West provocato da loro! Come dicevano i nostri vecchi: “andate a Baggio a suonare l’organo”!
Sono arrivati i rumeni
Gli intervistati del campo nomadi di via Idro, una zona in cui la polizia non può più nemmeno entrare, si affrettano a precisare che loro non fanno queste cose. Perché – bontà loro – un conto è rubare in casa, ma mettere in pericolo la vita di chi viene svaligiato è un altro paio di maniche. Ah beh, adesso sì che possiamo stare tranquilli! Tutta brava gente!
E il reportage del Corrierone sul campo nomadi conclude con questa rassicurante dichiarazione raccolta sul terreno: “Dall’altra parte del fiume, nelle campagne, sono arrivate centinaia di Rom dalla Romania: quelli provocano, rubano, stuprano, ammazzano. Sono pericolosi”. E si trovano a Milano. Ad un tiro di schioppo da noi. Sono arrivati da poco – almeno così dicono gli altri nomadi, quelli che si autocertificano “meno peggio”. Quanto tempo impiegheranno quelli “pericolosi” a trovare la strada per la Svizzera?
Lorenzo Quadri