Le polveri fini non si possono fermare in dogana, ma i veicoli con targa azzurra sì
A causa delle particolari condizioni meteo la qualità dell’aria in Ticino è, secondo le comunicazioni ufficiali, peggiorata in modo “acuto e repentino” da mercoledì pomeriggio, con importanti superamenti dei limiti di polveri fini nel Mendrisiotto. Sono dunque scattate le ormai note limitazioni di velocità ad 80 Km/h in autostrada. Con l’ aggiunta di un massimo per la temperatura negli edifici: non più di 20 °C.
Le immagini dal satellite hanno mostrato la cappa di inquinamento che grava su Lombardia e Piemonte. Lo smog è dunque d’importazione. Arriva dal Belpaese. Un motivo in più per non versare i ristorni dei frontalieri, il cui ammontare è salito alla stratosferica cifra di 80.5 milioni di franchetti, e di impiegarli a vantaggio del nostro territorio. Anche – perché no? – per provvedimenti ambientali, oltre che occupazionali.
Uno per macchina
E’ noto poi che, mentre scatta l’allarme inquinamento, in questo sfigatissimo Cantone entrano ogni giorno 65’500 frontalieri uno per macchina, più svariate migliaia di padroncini sui relativi furgoni (che non sono certo elettrici). In alcuni spiazzi costoro posteggiano gratis ed abusivamente, ad esempio presso la piscina di Mendrisio. Si ricorderà poi che alla chiusura dello sterrato della Gerra a Lugano, dove centinaia di targhe azzurre rimanevano parcheggiate tutto il giorno senza pagare un centesimo, qualche rappresentante dei frontalieri ebbe pure la bella idea di sbroccare: a queste condizioni tanto vale che restiamo a casa. Uhhh, che pagüüüraaa! Peccato poi che non uno abbia messo in atto la minaccia. Infatti, come da copione il numero dei frontalieri è sempre aumentato.
Benzina a peso d’oro?
E’ chiaro che il ruolo degli automobilisti nell’inquinamento atmosferico va relativizzato. Come abbiamo visto, gran parte dello smog che impesta il Ticino è importato dalla Lombardia. Tuttavia non ci sta neanche bene che vengano prese delle misure che colpiscono tutti gli automobilisti indiscriminatamente, quando abbiamo 65’500 frontalieri e svariate migliaia di padroncini che entrano tutti i giorni in Ticino uno per macchina. Prima si interviene riducendo drasticamente questo flusso spropositato; poi se ne riparla. Il problema non sono tanto gli 80 Km/h in autostrada. Infatti c’è chi vorrebbe misure assai più drastiche, ad esempio un’impennata del prezzo della benzina giustificata con motivi ambientali. Un’operazione che trasformerebbe l’automobile in un lusso. Naturalmente solo in Svizzera. Ma che idea meravigliosa! Costringiamo i ticinesi a pagare la benzina a peso d’oro, obblighiamoli ad andare in giro a piedi o in bicicletta col pretesto ecologico. Intanto decine di migliaia di targhe azzurre scorrazzano libere ed indisturbate sulle nostre strade, che noi abbiamo pagato. Ovviamente senza dover affrontare eventuali balzelli ambientali sulla benzina, visto che il pieno lo fanno oltreramina. E senza pagare neppure le imposte di circolazione.
Differenza sostanziale
Non ci sta bene nemmeno sentire storielle politikamente korrette del tipo “ma anche tanti ticinesi utilizzano l’auto inutilmente, riscaldano eccessivamente la casa, eccetera” magari condite con la frasetta preconfezionata buona per qualsiasi occasione: “il problema va affrontato in modo globale”.
Eh no. La differenza è sostanziale. I ticinesi in Ticino sono a casa loro; i frontalieri no. Quindi non va bene che ticinesi e frontalieri siano trattati allo stesso modo. Non si possono alzare muri per impedire allo smog lombardo di raggiungere il nostro Cantone? Bene, allora cominciamo a trattenere i ristorni dei frontalieri come indennità per il danno ambientale subìto.
E se lo smog non si può fermare in dogana, i veicoli dei frontalieri occupati da una sola persona si possono fermare eccome. Altro che “approccio globale” ossia misure uguali per tutti, frontalieri e residenti. Prima si comincia, per motivi ambientali e di salute pubblica, a limitare drasticamente l’accesso dei frontalieri motorizzati. O condividono l’auto, o usano il treno, oppure semplicemente non varcano il confine. Poi si vedrà. Perché ne abbiamo piene le scatole di dover sempre subire passivamente le conseguenze negative della contiguità con il Belpaese nello scellerato regime delle frontiere spalancate. E se qualcuno starnazza alla “discriminazione”? Chissenefrega!
Quanto alla cricca ro$$overde fustigatrice degli automobilisti, può solo stare zitta. Chi sostiene la libera circolazione, chi sabota la preferenza indigena, è direttamente responsabile dell’invasione da sud ed anche delle sue conseguenze ambientali e viarie.
Lorenzo Quadri