In tempo di crisi, i ro$$overdi s’inventano sempre nuovi obblighi a spese dei cittadini

 I verdi-anguria, ormai l’hanno capito anche i paracarri, usano il “clima” come specchietto per le allodole per raccattare voti, ottenere cariche istituzionali (cadreghe) e poi usarle per praticare politiche immigrazioniste, tassaiole, multikulti, spalancatrici di frontiere, sovranofobe, antisvizzere, eurolecchine, “gender”, che con la tutela dell’ambiente non c’entrano una fava.

I climatisti sono sovranofobi. Quando fa comodo, però, ecco che scoprono il sovranismo. Ad esempio in campo energetico. Condividiamo certamente che la sovranità di un paese passa anche dall’energia: nel senso che meno dipende dall’estero, meglio è. Ecco perché la Svizzera, sull’esempio della Francia, deve decidere di costruire nuove centrali nucleari di ultima generazione.

Pannelli obbligatori

Invece i Verdi-anguria strumentalizzano la guerra in Ucraina ed il  “gas russo” per pistonare la propria svolta energetica. Peccato che detta svolta costerà MILIARDI ai contribuenti; miliardi che gli “ambientalisti” tentano di mungere cavalcando l’emotività del momento.

Ecco dunque che i Verdi ticinesi vorrebbero imporre a tutti di montare pannelli solari sul tetto. Naturalmente a proprie spese, o a quelle del contribuente. Dimenticandosi che alle nostre latitudini spesso e volentieri sono i piani regolatori ad impedire la posa dei pannelli, ad esempio nei centri storici, per ovvi motivi estetici. Ma non sono proprio i $inistrati quelli sempre attivi nel denunciare le presunte brutture architettoniche, naturalmente solo quelle degli altri?

Pagheranno gli inquilini

A Ginevra, i proprietari di immobili saranno costretti a procedere, naturalmente a proprie spese, a costosissimi risanamenti energetici degli stabili. Chiaramente la fattura verrà poi scaricata sugli inquilini.

Eppure, proprio nella città di Calvino, alcuni esagitati del movimento “Renovate Switzerland” hanno di recente bloccato il traffico sul centrale Pont du Mont Blanc in pieno orario di punta. C’è da sperare che nei confronti di costoro verranno sporte denunce penali a manetta. La loro pretesa? Che Berna risani, va da sé con i soldi del contribuente, un milione di edifici. Apperò.

Nella gara a chi la spara più grossa, i ro$$i non potevano certo stare indietro. E quindi i politicanti $ocialisti alle camere federali pretendono che la Confederazione spenda 1.5 miliardi di Fr degli altri per finanziare il passaggio dai riscaldamenti a gas alle termopompe.

La responsabilità

Da notare che i $inistrati continuano a lamentarsi dell’eccessiva impronta ambientale della Svizzera. Dimenticano però che, se il nostro Paese consuma troppe risorse, è a causa dell’immigrazione incontrollata. E i primi a volerla sono proprio loro.

Inoltre, senza la politica delle frontiere spalancate, la Svizzera avrebbe senz’altro raggiunto l’obiettivo di ridurre del 33% in 30 anni (dal 1990 al 2020) le emissioni di CO2. Nella realtà l’ha mancato di poco (la riduzione è stata del 31%). Ma quel poco è bastato alla kompagna Simonetta per aumentare gli ecobalzelli sull’anidride carbonica del 25% in periodo di crisi nera. Questo malgrado i votanti abbiano asfaltato la nuova legge sul CO2.

La decarbonizzazione, nuovo mantra dei kompagni, ha costi enormi. Paesi come la Cina e l’India non si sognano di attenersi agli obiettivi del famigerato Accordo di Parigi, che va pertanto considerato morto e sepolto. Se anche la Svizzera azzerasse domani la propria produzione di anidride carbonica, a livello globale non cambierebbe nulla.

Cosette da chiarire

La cosiddetta “svolta verde” è un business alimentato con soldi pubblici. In tanti ci tettano dentro. Tra questi spiccano i politicanti ro$$overdi professionalmente attivi nel settore delle rinnovabili, che senza remore vanno in parlamento a votare i crediti… a sé medesimi. Poi però starnazzano per i presunti conflitti d’interesse degli avversari.

A costoro va chiarita una cosa. Abbiamo in corso:

  • La crisi economica ed occupazionale da stramaledetto virus cinese;
  • Le conseguenze della guerra in Ucraina che avrà costi miliardari tra rincari delle materie prime, del carburante, eccetera: ne deriveranno perdita di potere d’acquisto dei cittadini, fallimenti aziendali, aumento della disoccupazione;
  • Gli effetti boomerang delle sanzioni alla Russia (ad esempio la partenza per altri lidi dei patrimoni dei cosiddetti oligarchi);
  • I costi miliardari che la Svizzera dovrà affrontare per sostenere i profughi ucraini;
  • I miliardi (soldi dei contribuenti) che la Confederella sarà in futuro costretta a sborsare per contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina.

“Gh’è mia da danée”

E’ quindi evidente che di soldi per fantomatiche svolte verdi dai costi esorbitanti non ce ne sono. Tanto più che proprio i kompagni, invece di promuovere la pace in Ucraina, gettano irresponsabilmente benzina sul fuoco. Più la guerra dura, più la crisi peggiora; anche per la Svizzera.

Che i $inistrati si levino dunque dalla testa i pannelli solari su tutti gli stabili, gli obblighi di risanamento, i sussidi sterminati al solare ed all’eolico. E soprattutto ogni e qualsiasi nuovo balzello o aggravio fiscale. Sono spese che non ci possiamo permettere.

Lorenzo Quadri