Il festival delle panzane contro ogni limitazione dell’immigrazione
Il Consiglio federale si agita scompostamente nel tentativo di difendere la fallimentare politica delle frontiere spalancate. Quella che ci ha portato disoccupazione, povertà, delinquenza d’importazione.
Come noto, in febbraio i cittadini svizzeri saranno chiamati a votare sull’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. Questa iniziativa turba i sonni del neo-presidente della Confederazione Didier Burkhalter, quello che trenta secondi dopo la nomina già raccontava panzane teleguidate a favore degli accordi bilaterali. Accordi che, secondo il Didier, rappresenterebbero “una finestra di opportunità”. Ad esempio: l’opportunità di non trovare un lavoro, l’opportunità di andare in assistenza, l’opportunità di farsi rapinare in casa, e via elencando.
“O apertura o catastrofe”
Un inizio così scoppiettante non poteva che preludere ad un seguito in crescendo. Ed infatti, nel tentativo di contrastare l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, Burkhalter se ne è uscito con un nuovo slogan che suona più o meno: “o apertura o catastrofe”.
Le intenzioni sono chiare: si vogliono costringere i votanti a non mettere alcun freno all’immigrazione facendo balenare chissà quali disastri nel caso i cui il cittadino elvetico approvasse l’iniziativa e decidesse che non può esistere uno Stato che non controlla l’immigrazione.
Burkhalter sprovveduto
Il neo-presidente si dimostra piuttosto sprovveduto. La recente asfaltatura rimediata dalla collega Doris Leuthard sulla vignetta autostradale a 100 Fr, che la Ministra dei trasporti ha tentato di far passare a suon di ricattini e ricattoni, evidentemente non gli ha insegnato nulla.
La catastrofe, caro Burkhalter, ci sarà sicuramente se non metteremo fine alla scellerata politica delle frontiere spalancate in nome del politikamente korretto, politica giustificata col mantra del “bisogna aprirsi”. Frase che viene calata dall’alto come se fosse un comandamento divino: “bisogna aprirsi”. Ma chi l’ha detto?
Le minacce di Burkhalter sono ancora più infondate dei ricattini della Doris. Il fatto che il ministro degli Esteri alzi i toni ne dimostra la coda di paglia. Il Consiglio federale, nel combattere l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, iniziativa che vuole – tra l’altro – reintrodurre il contingentamento dei frontalieri, si trova sprovvisto di ogni parvenza di credibilità. In braghe di tela. E’ la logica conseguenza dell’aver raccontato ai cittadini un sacco di panzane.
Nessuna promessa è stata mantenuta
Nel 2000, in occasione della votazione popolare sugli accordi bilaterali con l’UE, il Consiglio federale fece una serie di promesse menzognere per imbrogliare il popolo. Obiettivo: convincere i cittadini a votare sì. Non una delle promesse fatte dal governo si è avverata.
Ci avevano assicurato che gli immigrati dall’UE sarebbero stati al massimo 10mila all’anno perché (sic) “l’esperienza insegna che i movimenti migratori all’interno dell’Unione europea sono limitati”. Avevano promesso, basandosi su studi commissionati pro sacoccia, che non ci sarebbe stata né sostituzione di ticinesi con frontalieri, né dumping salariale. Toppato clamorosamente. Toppato su tutta la linea. E adesso Burkhalter si illude di essere credibile quando descrive scenari apocalittici (che pagüüüüüraaa, avrebbe detto il Nano) nel caso in cui il popolo elvetico approvasse l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”?
Del resto, la credibilità del Consiglio federale è già andata a ramengo nel 1992, ai tempi della votazione sull’adesione della Svizzera allo SEE. La situazione era analoga a quella attuale. Il governo di allora minacciò la catastrofe nel caso in cui la Svizzera non avesse sottoscritto gli accordi capestro. Ma dalle urne uscì un No grazie al determinante contributo della Lega dei Ticinesi. Ebbene nessuno degli anatemi fatti balenare sulla testa degli elettori si è concretizzato. Anzi, se la Svizzera oggi sta meglio di altri è proprio grazie a questo No. Quindi, sosteniamo in modo massiccio l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, poiché essa costituisce la madre di tutte le battaglie: se passa, consentirà di tornare al contingentamento di frontalieri e padroncini.
Anche Oltregottardo si mangia la foglia
Tra l’altro, fa piacere notare che anche Oltregottardo c’è chi comincia a mangiare la foglia, pubblicando verità che finora apparivano solo sul Mattino. La BaslerZeitung online, ad esempio, nei giorni scorsi ha pubblicato un interessante articolo in merito alla credibilità del Consiglio federale in materia di accordi con l’UE e di immigrazione. Finalmente la sveglia sta suonando anche in Svizzera tedesca?
Lorenzo Quadri