I Verdi non vogliono il nucleare, e nemmeno alzare le dighe. Quanto alle pale eoliche…
Come sappiamo, il vertice di Glasgow sul clima si è rivelato un boomerang per gli ecoisterici.
Anche perché i principali inquinatori, Cina in primis, si sono defilati: continueranno a fare quello che gli pare e piace. Però i fankazzisti climatici mica vanno a protestare in Cina o in Russia o in India. Sono qui in Europa, a disintegrare i santissimi a chi i compiti li fa già ampiamente. A partire dagli svizzerotti.
I politicanti che cavalcano la cosiddetta “onda verde” hanno un solo obiettivo, anzi due:
Schiaffo ai cittadini
Ed infatti la kompagna Simonetta Sommaruga, tra gli applausi della partitocrazia, malgrado il no popolare del 13 giugno, ha pensato bene di aumentare le tasse sul CO2 da 96 a 120 franchetti per tonnellata. Mica poco. Perché? Perché dal 1990 ad oggi le emissioni di anidride carbonica sono calate “solo” del 31% invece che del 33%. E per questi miseri due punti percentuali che mancano, la casta mette le mani nelle tasche dei cittadini in tempo di crisi (il recente studio di A&M prevede un’ecatombe di fallimenti aziendali per il 2022).
Dal punto di vista legale l’operazione sarà anche fattibile; ma è evidente che si tratta di uno schiaffo ai votanti, rei di non averla data vinta ai politichetti climatisti.
Costi enormi
Del resto, le pretese svolte verdi hanno costi economici e sociali enormi. Lo Sri Lanka, ad esempio, ha di recente rinunciato all’obiettivo di diventare il primo produttore al mondo di cibi biologici al 100%. E’ quindi tornato ad autorizzare i pesticidi chimici. Non l’avesse fatto, la sicurezza alimentare del paese sarebbe stata in pericolo. Ma alle nostre latitudini gli ecotalebani da salotto si indignano. L’importante è essere green; chissenefrega se poi si muore di fame!
I primi ad ostacolare
Da notare che i cosiddetti ecologisti si riempiono la bocca con la “decarbonizzazione” e con le “energie pulite”. Però sono i primi ad ostacolarle. Il Blick ha di recente pubblicato un interessante articolo sulle opposizioni presentate dalle associazioni ambientaliste contro i progetti di innalzamento delle dighe miranti a produrre più energia elettrica da fonti rinnovabili. Nei gremi decisionali di queste associazioni affette da ricorsite siedono politicanti verdi.
E’ il colmo: per colpa dei ro$$overdi e del sedicente “centro” PLR-PPD sempre a rimorchio, la Svizzera ha deciso di uscire dal nucleare. Significa rinunciare a quasi il 40% della produzione elettrica indigena. Contemporaneamente, la partitocrazia mira a fare esplodere i consumi di corrente con termopompe, automobili elettriche, eccetera. Il risultato? Rimarremo al buio! A partire dal 2025 in inverno la Confederella potrebbe restare per giorni senza elettricità. Quella prodotta internamente non basta. Ed i paesi vicini, se anche lo volessero (cosa tutta da dimostrare), non potrebbero venderci parte della loro: ne hanno bisogno “in casa”.
Renderci dipendenti dalla fallita UE – che non perde occasione per ricattarci e discriminarci – per un bene primario come la corrente elettrica è una scelta scellerata. Eccoli qua, i nostri grandi statisti!
Vogliono i blackout
Chi reclama l’uscita dal nucleare (Verdi in primis) dovrebbe giocoforza sostenere le energie rinnovabili. Però gli stessi ecologisti si oppongono all’innalzamento delle dighe per aumentare la produttività delle centrali idroelettriche. Dicono che rovinerebbe il paesaggio. Per lo stesso motivo rifiutano le pale eoliche. Esse, oltre a deturpare il paesaggio, sono pericolose per gli uccelli.
Ma i Verdi-anguria ci sono o ci fanno? Blaterano di energia pulita però sono i primi a sabotare i progetti concreti in tal senso?
Non si può avere la moglie piena e la botte ubriaca! Di fatto, i Verdi vogliono che la Svizzera resti al buio: magari per risolvere anche il problema dell’ “inquinamento luminoso”. O che sia costretta ad elemosinare la corrente dall’estero (UE) nei periodi di penuria. Ovviamente a prezzi gonfiati, che ricadranno poi sul groppone dei cittadini.
La Svizzera deve tornare ad essere autonoma dal punto di vista della corrente. Quindi deve mantenere operative le centrali nucleari attuali, costruirne una nuova e anche alzare le dighe. Dobbiamo poter produrre in casa tutta l’elettricità che ci serve. Ese ne produciamo in esubero, tanto meglio: la immetteremo sul mercato.
Uregiatti in stato confusionale
Nel frattempo, tanto per non farsi mancare niente, in questo sfigatissimo Cantone gli uregiatti vorrebbero inserire la protezione del clima nella Costituzione cantonale. Secondo l’articolo costituzionale proposto, Cantone e Comuni si dovranno impegnare per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.
Bravi (si fa per dire), avanti così! E’ evidente che l’ipotizzato articolo costituzionale sarebbe un regalo ai tassaioli verdi. Servirebbe da base legale per introdurre tasse, balzelli e divieti come quelli bocciati dal popolo a giugno.
Il sedicente “centro” continua a scimmiottare la $inistra, nell’illusione di accattonare qualche voto alle elezioni. Ma accadrà l’esatto contrario.
Fortunatamente, per modificare la Costituzione è necessario il voto popolare.
Per ridurre le emissioni di CO2 prodotte su suolo ticinese basta dimezzare il numero dei frontalieri. Altro che articoli costituzionali a sbalzo. Ma naturalmente la partitocrazia PLR-PPD-PS e Verdi-anguria da quell’orecchio non ci sente: libera circolazione über Alles!
Lorenzo Quadri