Grazie all’inettitudine del Consiglio federale e ad una politica improntata al cedimento su tutta la linea in qualsiasi ambito, siamo diventati il “punching ball” del mondo intero
Il Consiglio dei diritti umani dell’ONU è riuscito a prodursi in un’operazione che denota una faccia di tolla da lasciare allibiti. La Svizzera è stata criticata, per presunto razzismo ed altrettanto presunta xenofobia, da paesi che costituiscono, a non averne dubbio, dei campioni in materia di rispetto dei diritti umani, come il Pakistan e la Turchia. Tanto per gradire, ricordiamo che in Pakistan l’integralismo islamico spopola e abbondano gruppi tribali retti da regole che sono la negazione plateale dei più elementari diritti umani. E’ notizia dei giorni scorsi che una ragazza pakistana di 15 anni, colpevole di avere una relazione con un ragazzo del suo villaggio contro gli ordini della famiglia che le aveva vietato di vederlo, è stata picchiata brutalmente dai genitori, sfigurata con l’acido e poi lasciata morire tra atroci sofferenze. E i rappresentanti di cotanta civiltà hanno il coraggio di fare le pulci alla Svizzera sul rispetto dei diritti umani?
La Turchia, dal canto suo, sarebbe addirittura un paese candidato all’adesione all’UE senza avere nulla di europeo.
Quanto accaduto al Consiglio dei diritti umani dell’ONU dimostra che attaccare la Svizzera è diventato ormai il passatempo favorito a livello mondiale. E per questo possiamo ringraziare la debolezza e l’inettitudine di un Consiglio federale che ha fatto del cedimento ad oltranza e senza condizioni la propria bandiera: e questo in ogni ambito.
Perché, se è scandaloso che Pakistan e Turchia montino in cattedra accusando la Svizzera di insufficiente rispetto dei diritti umani, vergognoso è che il ministro degli Esteri Burkhalter stia a ad ascoltare e si senta pure in dovere di giustificarsi. La diplomazia è una bella cosa ma anche questa, come tutte le altre, deve avere dei limiti. Davanti a critiche come quelle di cui stiamo parlando, e per giunta in arrivo da interlocutori del genere, il ministro degli Esteri doveva semplicemente alzarsi ed andarsene.
Olanda e Spagna
Il dramma è che chiunque ormai si sente legittimato ad attaccare la Svizzera con le accuse più ridicole ed inverosimili. Accuse cui i nostri rappresentanti danno credito, quando invece non bisognerebbe nemmeno entrare in materia. Al cospetto di simili situazioni, non si può che provare rabbia e vergogna.
E le critiche al nostro indirizzo da parte di Olanda e Spagna non sono più credibili, perché non si prendono lezioni né da paese in cui un regista viene ammazzato in pieno giorno ed in mezzo ad una strada per aver girato un film critico nei confronti dell’Islam (Olanda) e nemmeno da Stati bancarottieri in cui la metà dei giovani è in disoccupazione (Spagna). E queste scomode quanto ovvie verità, a chi crede di poter impunemente attaccare la Svizzera perché tanto gli svizzerotti fessi subiscono tutto senza reagire, bisogna avere il coraggio di sbattergliele in faccia. O forse non sarebbe politikamente korretto?
Siamo il punching ball del mondo
Del resto, se chiunque si sente nella posizione di fare la morale al nostro Paese, è anche perché in Svizzera, grazie alla solita $inistra, siamo campioni nell’autofustigazione a senso unico e nel suonare la grancassa su problemi quali il presunto razzismo. Problemi che costituiscono una fonte di posti di lavoro e di visibilità mediatica per la $inistra; e quindi occorre ingigantire, gonfiare, o addirittura inventare di sana pianta. Sarebbe interessante sapere quanti e quali gremi e norme antirazzismo esistono in Turchia e soprattutto in Pakistan, a che punto è il rispetto della libertà di religione, della libertà d’espressione, della parità tra uomo e donna, dell’accesso alla formazione e al lavoro in questi paesi.
Non possiamo più tollerare di vedere umiliata la nostra nazione e quindi noi stessi, di sentirci trattare da razzisti da paesi come quelli sopra indicati, e questo perché abbiamo un Consiglio federale che crede che il nostro ruolo sia quello di fare da punching ball al mondo intero.
Noi dei rappresentati del genere non li vogliamo. Noi vogliamo dei rappresentanti che sappiano farsi e farci valere.
Lorenzo Quadri