FLOP ferroviario: il tunnel di base costato 12.2 miliardi va in tilt per una ruota
Galleria sfondata da un convoglio tedesco: l’UE non ha contribuito con un centesimo ai costi della NTFA, però ce la demolisce
Il gigante ha i piedi d’argilla. Per colpa di una banale ruota rotta, il tunnel di base AlpTransit Gottardo rimarrà chiuso al traffico passeggeri – così hanno annunciato le FFS – “fino all’inizio dell’anno prossimo”. Stiamo dunque parlando di almeno 4 MESI!
Risultato: per i viaggiatori (pensiamo in particolare ai pendolari ticinesi) che varcano il Gottardo, il tragitto in treno si allunga di un’ora all’andata e di un’ora al ritorno. E vanno ancora aggiunti i ritardi provocati da altri imprevisti di vario genere, che si fanno sempre più frequenti.
I politikamente korrettissimi fautori della rotaia über Alles – quelli del “treno buono ed infallibile” contro l’ “automobile cattiva e ciofeca” – rimediano una colossale figura marrone. AlpTransit è un’opera faraonica costata una paccata di miliardi. Però al primo incidente di una certa gravità rimane fuori uso per MESI. Non per ore, non per giorni. Per MESI.
La fattura alla Germania?
E’ forse il caso di ricordare che per la Nuova trasversale ferroviaria alpina abbiamo speso qualcosa come 23 miliardi di franchetti. Per il solo tunnel di base del Gottardo, 12.2 miliardi. Queste somme stratosferiche le ha pagate per intero il contribuente elvetico. Dall’UE, principale utilizzatrice, non è arrivato un copeco. E – tanto per aggiungere la beffa al danno – a sfondare il tunnel è stato un treno tedesco, ossia di un Paese UE.
Del resto, la rete ferroviaria della Germania a fallimentare governo ro$$overde è vetusta. I vicini a nord, nella rotaia hanno investito poco e male. E i loro convogli distruggono le nostre infrastrutture, pagate da noi. I $ocialisti – quelli che, alla faccia della “vergogna di volare”, a suo tempo erano saltati sull’aereo per Berlino per festeggiare l’elezione a Cancelliere del kompagno Olaf Scholz – non hanno nulla da dire?
Fuori i soldi
E’ evidente che la menomazione del collegamento con il Nord delle Alpi nuoce al turismo ed all’economia ticinese. I tempi di ripristino annunciati dalle FFS sono inaccettabili: vanno accelerati.
E bisogna risarcire i viaggiatori. A tal proposito le Ferrovie hanno proposto nei giorni scorsi qualche misuricchia compensatoria, tuttavia non vogliono sentir parlare di rimborsi. Non ci siamo. I titolari di abbonamenti ferroviari hanno pagato una prestazione che non ricevono più alle condizioni pattuite. Una compensazione è doverosa. Può anche avvenire nella forma di un prolungamento della durata degli abbonamenti, come propone Pro Bahn.
“Una diminuzione provvisoria dei prezzi – aggiunge al proposito la Lega dei Ticinesi nel suo comunicato sul tema – rappresenterebbe inoltre un segnale importante nell’ottica della coesione nazionale, come lo fu ad inizio Novecento l’abolizione, chiesta nelle “Rivendicazioni ticinesi”, della sovratariffa per le tratte ferroviarie di montagna”.
Pitocchi con Cupra
Parlando di coesione nazionale, l’accaduto dimostra la fragilità del collegamento Nord-Sud. Se la ferrovia funziona a regime ridotto, con conseguente riversamento di persone e merci sulla strada, come minimo bisogna agevolare la mobilità stradale. Però questo non accade. L’Ustra (Ufficio federale delle strade) insiste nell’aprire Cupra solo durante i fine settimana. Cupra, acronimo che sta per corsia di uscita preferenziale Airolo Passi, porta le auto direttamente dall’A2 al passo del Gottardo, evitando così di infesciare gli abitati. Già l’anno scorso la Lega, tramite mozione di chi scrive, aveva chiesto al governicchio federale di far sì che Cupra fosse apribile ogni volta che se ne presentasse la necessità; quindi non solo durante alcuni fine settimana estivi.
Tanto per una volta che Berna ha una buona idea, almeno che la sfrutti! Invece, ciccia: qualche estensione nei tempi di apertura c’è sì stata. Ma non basta. Ed infatti a Ferragosto si sono formate lunghe code al Gottardo. Ma Cupra è rimasta chiusa. L’Ustra non ha trovato di meglio che giustificarsi con i costi di apertura della corsia, che sono poi i costi di posa della segnaletica. “Naturalmente” dimenticandosi che le ore trascorse in colonna hanno un prezzo ben più elevato! E’ quindi ovvio che la Lega tornerà alla carica a Berna affinché Cupra possa rimanere sempre aperta. Tanto più che la messa in esercizio definitiva, con segnaletica automatizzata, è slittata dal 2025 al 2026.
La non risposta
Per non farsi mancare niente, il governicchio federale nei giorni scorsi è pure riuscito a (non) prendere posizione sul tema del pedaggio al Gottardo. Un balzello promosso dai partiti del cosiddetto “centro” – uregiatti, liblab e verdi (il)liberali – con l’appoggio della $inistra e che, se attuato, sarebbe pesantemente discriminatorio per il nostro Cantone. Ma il Dipartimento Rösti, invece di escludere a priori il pedaggio, rimanda ad un futuro rapporto. Ah, ecco.
Ticino segregato dal resto della Svizzera tramite gallerie ferroviarie chiuse per mesi, balzelli medievali e code create “per risparmiare”, e nel contempo sempre più alla mercé dell’invasione da sud: a quella, di ostacoli non ne pone mai nessuno! Ed infatti il numero di frontalieri è ancora aumentato. Grazie, partitocrazia!
Lorenzo Quadri